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1.9.24

Ogni speculazione politica sul delitto è un'offesa a Sharon Verzeni,Il legale della famiglia di Sharon: 'Non si parli di raptus

 ritorno    dopo  il  post precedente   ancora  su    rispondendo    cosi a  chi  mi  accusa  di  buonismo   ed  altre menate  simili .  Riportando:   un  articolo    che nonostante  le  divergenze  culturali  (  quello che  un tempo  si chiamava ideologia  )   la  pensa  come me   sperando  di non doverci ritornare  sopra    ogni qualvolta      a commettere   dei  reati e  dei  crimini  , non solo violenza  di genere  o  femminicidi  ,  sia  un  immigrato o    un  nuovo italiano .,   ma  soprattutto   le 

da   avvenire   online  d'ieri  

                        di Andrea Lavazza


Ogni speculazione politica sul delitto di Terno d’Isola, adesso che il presunto assassino è stato arrestato, è un’offesa a Sharon Verzeni, una donna che ha avuto in modo assurdo (forse il più assurdo, se vere le prime ricostruzioni) la sua giovane esistenza spezzata, e a tutti coloro che l’amavano, colpiti da un enorme dolore. In premessa, va detto questo: alle vittime dovrebbe essere orientata la maggiore sollecitudine. Ma c’è chi ha subito approfittato di quel nome, Moussa Sangare, dato in pasto ai social media prima ancora che emergessero elementi forti del suo coinvolgimento nel delitto - e in totale spregio della presunzione d’innocenza - per alimentare una meschina polemica sulla cittadinanza.
Sarebbero questi gli italiani che vogliamo?, si è detto in sostanza, soprattutto da parte di esponenti della Lega. Se Sangare risulterà colpevole, dovrà pagare senza sconti il reato abietto compiuto. Ma che c’entrano la sua origine maliana e i documenti italiani poi ottenuti? Che dire allora delle donne massacrate dai loro italianissimi compagni e dei genitori fatti scomparire o dei neonati maltrattati da nativi della Penisola dai caratteri “caucasici”? Ripugna fare questi confronti, ma si deve chiaramente affermare che c’è una vittima da rispettare insieme a un razzismo risorgente da evitare e, se ricompare, da condannare senza alcuna esitazione.Infatti  se  a  un lato   Rossano Sasso, deputato leghista, comincia invece un post accusatorio nei confronti della sinistra e delle sue politiche migratorie, chiamando in causa la vittima: “Oggi piangiamo l'ennesima sorella italiana ammazzata con brutale violenza”. E  quindi Definire Sharon Verzeni ‘sorella italiana' è un modo per attribuire alla nazionalità della vittima l'ambito nel quale cercare la matrice del delitto. Sharon diventa importante in quanto ‘sorella italiana', non in quanto Sharon punto. Lo sottolinea molto bene Alessandra Mussolini: “Cercare di trasformare un efferato delitto ai danni di una donna in un tiro all'africano è, oltre che indegno, anche una mancanza di rispetto alla vittima. Quasi la sua morte non facesse abbastanza notizia e ci volesse una nota di discriminazione per interessare questi incauti commentatori”. L'idea che una volta eliminato il mistero dell'identità dell'assassino, sia necessario ricorrere ad un elemento ideologico per coinvolgere l'audience, è uno degli aspetti più deprimenti del dibattito pubblico.

P.s
leggo   proprio in questo istante  mentre  sto   per  riportare  il secondo articolo     che   a permettere  la  cattura   dell'assasino    è  stata la  testimonianza  di alcuni  immigrati  anch'essi  marocchini  


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E'  vero   che     anch'io  , quando  iniziai ad appassiornarmi i cronaca  nera  , usavo per delitti  el genere  il tremine  raptus  ma  poi   da letture ,  chiacchere  e discussioni con amici    psicologici e  pschiatri  mi sono accorto    che  è come ho detto     nel  post  precedente  ( url  inizio post  )    che  è  un termine  ambiguo  e  quasi  assolutorio  e   giustificazionista    verso il carnedice  .  Ma  soprattutto   perchè Si fa presto a dire raptus o a parlare di infermità mentale. A volte quello che scatta nella testa del killer è talmente incomprensibile da lasciare ancora più sgomenti. Perché se un qualsiasi delitto, è ingiustificabile, quando a muovere una mano criminale non c'è nemmeno un motivo scatenante, per assurdo che possa essere, si va oltre ogni soglia del comprensibile. 
  Infatti  concordo  con   il   legale della famiglia di Sharon Verzeni, Luigi Scudieri, respinge



l'idea del raptus che potrebbe aver colto l'omicida reo confesso della donna."Ho sentito parlare in queste ore di 'raptus improvviso', di 'scatto d'ira' e assenza di premeditazione.
Tuttavia faccio notare che il signor Moussa Sangare sarebbe uscito di casa con ben quattro coltelli e prima di uccidere Sharon ha avuto tutto il tempo di minacciare anche altre due persone. Queste farebbero bene a farsi avanti". "Mi ha molto stupito - aggiunge - che si sia parlato di 'verosimile incapacità' subito dopo il fermo, prima ancora di un esame completo di tutti gli atti".


30.8.23

Mussolini su Giambruno: “Una frase da medioevo, il solito uomo che dice: te la sei cercata

 le  dichiarazioni  della Mussolini  ( lontano anni  luce  dalla  mia  cultura  politica   )   sono   una  bellissima    risposta    da destra   a    tutti  quei  siti  ,  account  social  ,  e  lachè    della  sua stessa parte   politica  e   dell'antipolitica   e  non  che  difendono   a  tutti  i  costi    Giambruno   e  che  considerano feccia  coloro   che   lo  criticano per  le  sue    prese  di  posizione   .  

Ecco  cosa     ha  detto 
repubblica   30 AGOSTO 2023 ALLE 01:00

L’eurodeputata di Forza Italia: “Non m’importa che sia il fidanzato di Meloni ma questa mentalità diffusa. Più grave perché l’ha detto in tv”

Alessandra Mussolini, dopo una parentesi tra tv e attivismo Lgbtq+, da novembre è tornata sui banchi del Parlamento Ue, tra i Popolari. È appena atterrata a Bruxelles, ma non è rimasta indifferente alle parole del compagno della premier su Rete4.
Andrea Giambruno ieri ha commentato lo stupro di gruppo di Palermo con parole che hanno creato clamore. Lei come ha reagito quando le ha sentite?

«È stata una violenza inaudita. Un fatto gravissimo, soprattutto se pronunciato da chi è tenuto ad essere quanto più imparziale e in un momento in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno. Non si può dare un’opinione così, a maggior ragione se quella che esprimi ci riporta dritti al medioevo. Quando si parla, si hanno sempre conseguenze, non c’è smentita o contestualizzazione che tengano».




«Se eviti di ubriacarti, eviti di incorrere in problematiche perché poi il lupo lo trovi» sono parole 
che portano di nuovo a colpevolizzare la vittima?
«Sì, ed è una barbarie. Mi chiedo: stiamo anche scagionando gli uomini che, invece, possono alzare il livello alcolico a discapito di noi donne? Con l’esternazione di Giambruno siamo alle solite: un uomo che dice “te la sei cercata”. Quello che non vogliono capire è che io se volessi, dovrei avere il diritto di camminare con il sedere in bella vista, perché non c’è nulla che giustifichi un uomo violento. Lo stupro è stupro, se non capiamo questo, per noi donne è davvero finita».
Giambruno è il compagno della premier Meloni. Si aspetta che la presidente prenda posizione?

«Non mi interessa il legame sentimentale, ma la mentalità diffusa. Come il fidanzato di Meloni ce ne sono a migliaia, lui è semplicemente uno in più. Diventa più grave perché quelle parole sono state dette davanti a una platea di donne, alimentando ancora una volta la paura di denunciare . Se non pensassimo alle conseguenze per chi è vittima e lo ascolta, bisognerebbe semplicemente rispondere con una pernacchia, perché nel 2023 queste cose non si possono più ascoltare».
Nel 1998 lei fu protagonista di una feroce battaglia contro la sentenza scandalo della Cassazione, dove nero su bianco legiferava che fosse impossibile lo stupro se la ragazza indossava i jeans. In 25 anni si sono fatti passi avanti?

«Ricordo che per essermi impegnata in prima linea contro quello scandalo giudiziario la Cassazione mi denunciò chiedendomi un miliardo di lire di risarcimento. Anche lì si dichiarava che una parte di colpa ce l’avesse la vittima, un’assurdità. Oggi le ragazze hanno più coraggio, ma la mentalità è ancora preoccupante. Le battute, le pacche sul sedere, la goliardia diffusa a dispetto delle donne sono piaghe con cui stiamo convivendo. Questa superficialità ci porta ad accettare tutto, come l’esternazione di Giambruno, che rischia di indebolire anni di battaglie».

22.3.23

nella lega c'è chi dice no iil caso Mario Conte, sindaco leghista di Treviso, ha annunciato che trascriverà all’anagrafe i figli di coppie omogenitoriali

 C’è chi dice No.

Mario Conte, sindaco leghista di Treviso, in aperto dissenso dal leader Matteo Salvini, ha annunciato che trascriverà all’anagrafe i figli di coppie omogenitoriali, sulla scia di Beppe Sala e altri sindaci “ribelli”.Lo farà anche contro la posizione del governo Meloni e cercando un modo per superare la circolare emanata dai prefetti che blocca le trascrizioni. “Bisogna dare risposte a queste famiglie che chiedono semplicemente di vedere registrati i propri figli” ha detto. “Non ci sono figli di serie A e figli di serie B, perché qui si parla di figli, di persone, del registro dell’anagrafe, di esigenze sacrosante. Se c’è un vuoto normativo, come è evidente in questo momento, va assolutamente colmato”. Mentre Salvini straparla di utero in affitto senza neanche sapere cosa significhi, c’è qualcuno, anche in un partito bigotto come la Lega, dotato di apertura, visione e rispetto delle persone e dei loro diritti. Non condivideremo molto, ma il sindaco Mario Conte per queste parole, per questo coraggio, merita solo un applauso.

28.3.20

GIANFILIPPO BANCHERI, PRIMO CITTADINO DI DELIA, SU FACEBOOK SI È ARRABBIATO CON CHI SCRIVE «ANDRÀ TUTTO BENE» E POI ESCE DI CASA CON OGNI PRETESTO. UNA SFURIATA APPLAUDITA ANCHE ALL’ESTERO.

   di solito  considero i cazziatoni  pubblici  come   una  forma  di ipocrisia ed  pulisci coscienza    ma   in una  situazione  di gravissima emergenza  come questa   che stiamo affrontando   . Ed  è per  questo  che  condivido  ed  mi piaciuto , perchè dimostra serietà ( poi non sono del luogo e  qui  non saprei se vera  o  solo di facciata   \  apparenza     )  in  tale  situazione   ,  quella   di Gian Filippo Bancheri   
Primo cittadino (  sindaco  )     di  Delià  un piccolo paesino di  quattro mila  anime  della  Sicilia   .  Ecco  la  sua   intervista    all'ultimo  numero del settimanale  oggi  (  foto  sotto a   sinistra  )

Cos’è il genio? È fantasia,intuizione, decisione e velocità d’esecuzione», direbbe il conte Mascetti di Amici miei. Sulla velocità di esecuzione ci sarebbe  da cavillare - il video che l’ha reso famoso dura 8 minuti e 17 secondi  (un’eternità, per i social) - ma Gianfilippo  Bancheri, 38 anni, possiede in
abbondanza tutte le altre virtù. Settimana  scorsa, il giovane sindaco di Delià, 4 mila anime in provincia di Caltanissetta, ha spedito via Facebook un video messaggio ai compaesani
per censurare episodi di varia disobbedienza alle limitazioni imposte dal decreto anti-Coronavirus. Perché c’era
chi faceva venire il parrucchiere a  domicilio («Ma questi capelli fatti a cosa servono?»), chi si è scoperto podista
per poter uscire di casa («Ma se l’ultima volta che avete corso eravate alle elementari!»), chi organizzava feste
di condominio («Ma tutto ‘sto buon  Lei è finito persino sui telegiornali  spagnoli, ormai è una celebrità internazionale: sarà  contento…
«Contentissimo, e sa perché, dottore? Non per la fama, che passerà, ma perché quel video voleva, mi passi l’esagerazione, salvare vite umane: intendevo dare un megafono alle prescrizioni del governo, richiamare i superficiali all’etica della responsabilità  ».
Nel resto d’Italia e sui social il suo sfogo è stato un trionfo…
«Mi hanno chiamato anche da Germania,Francia, Canada. I deliani  vicinato c’è, a Delia?»). Una sfuriata memorabile, un cazziatone che sta tra  il pezzo comico alla Johnny Stecchino  e la raffinata inchiesta sociologica,perché individua con incredibile precisione una manciata di vizi italici: la
convinzione che obbedire alle regole sia un atto di eroismo; l’inclinazione  per la coreografia fine a se stessa  («Tutti ‘sti cartelloni con su scritto “Andrà tutto bene” a che servono se andate in giro?»); la velocità nel trovare l’inganno alla legge perché da noi la necessità aguzza più la furbizia che l’ingegno. Il video ha avuto milioni di visualizzazioni, Bancheri è diventato una star.
Sindaco, si aspettava questo pandemonio?
«Minchia, no! Il mio messaggio era indirizzato ai compaesani, anzi a quella parte di cittadinanza che non rispetta le regole. Era “local”, a chilometro zero, ma con i social è straripato  nel mondo. Dopo 10 minuti ho  visto che c’erano già 800 condivisioni: mi sono spaventato, ho pensato fosse andato in tilt il sistema di contabilizzazione ».
Lei è finito persino sui telegiornali spagnoli, ormai è una celebrità internazionale: sarà contento…
«Contentissimo, e sa perché, dottore? Non per la fama, che passerà, ma perché quel video voleva, mi passi l’esagerazione, salvare vite umane: intendevo dare un megafono alle prescrizioni del governo, richiamare i superficiali all’etica della responsabilità ».
Nel resto d’Italia e sui social il suo sfogo è stato un trionfo…
«Mi hanno chiamato anche da Germania,Francia, Canada. I deliani  sono ovunque».
Ma in paese come è stato accolto?
«Benissimo. I compaesani sono orgogliosi di me, la stragrande maggioranza è virtuosa: siamo tra i primi in Sicilia per la raccolta differenziata,abbiamo vinto decine di premi. Purtroppo,come in ogni realtà, c’è una piccola fetta che vanifica lo sforzo delle moltitudini».
È servito, il cazziatone?
«Le manderò le foto: non c’è nessuno in giro. Strade e piazze sono vuote.E pure nei paesi limitrofi è così. Ma la cosa importante, dottore, è che sono  vuote le case. Perché in molti qui hanno preso quel motto - “Io resto a casa” - e ci hanno aggiunto un pezzettino:“Io resto a casa con i parenti,
gli amici, i vicini”. Al chiuso, che è ancora più pericoloso!».
Quante telefonate ha ricevuto?
«Il primo giorno 2.500. Ho una applicazione che le conta. Senza calcolare i whatsapp, altri 2 mila messaggi. Mi ha chiamato il collega di Palermo Leoluca Orlando, so che il presidente della Regione Nello Musumeci, che per me è un modello, e Rita Dalla Chiesa hanno condiviso il mio video.
Ha avuto 10 milioni di visualizzazioni.Poi l’hanno ripreso anche i fashion blogger».
Chi, scusi?
«I fashion blogger, quelli che fanno le mode sui social».
Intende gli influencer ?
«Sì, esatto: gli influencer. Scusi, dottore:con l’inglese… ».
Se l’è presa con i podisti della domenica.
«Infatti. Gente che se fa 5 minuti di  camminata veloce gli viene l’infarto. Io, che sono un vero runner, do l’esempio:non sa quanto mi servirebbe adesso, una corsetta,ma resto a casa. E faccio
tutto da remoto, anche le ordinanze: in digitale, formato Pdf».
Lei è al secondo mandato.
«La prima volta che mi sono  messo la fascia tricolore avevo 30 anni. E sono stato rieletto con il 98,2 per cento delle preferenze. Di estrazione sono di centrodestra.Mi piace molto Giorgia Meloni».
La vogliono presidente della Sicilia, al nord si augurano un sindaco come lei: il suo Comune
le starà stretto.
«No, io vivo per Delia e i deliani. Però sono laureato in Scienze Politiche, e mi sono specializzato in
Scienze delle Pubbliche  Amministrazioni».
E quindi?
«Quindi gli studi ce li ho. Mi piacerebbe rappresentare territori più vasti, fare un passo avanti. Ma la
politica è imprevedibile».
Un esempio di questa imprevedibilità è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Le piace?
«Lui deve mantenere l’aplomb, è il premier:  uno sfogo come il mio non se lo può permettere.
Però un po’ più di spontaneità  non guasterebbe,il linguaggio burocratico è meno efficace».
Ci va sul balcone a cantare?
«No, sono troppo impegnato a lavorare. Però tutti i sabati mando in giro un’autovettura che diffonde
l’inno di Mameli. A palla».
E nel tempo libero cosa  fa?
«Quale tempo libero? Ho sempre lavorato 15 ore al giorno, ora di più. Non ho il giorno di  ricevimento,sto sempre a disposizione,sono sindaco h24. Riposerò quando sarà possibile,
anche se le occhiaie mi  arrivano alle mandibole».
Lei è in giro coi vigili,in prima linea: a parte  gli obblighi del mestiere,si è messo in quarantena?
«Sì, sono a casa con mio padre. Ed è da giorni che non bacio la mia fidanzata Fabiola. Stiamo insieme da 12 anni. Quando faccio le ronde, e passo sotto il suo balcone, suono il clacson,le telefono, la guardo negli occhi».
Dodici anni sono tanti: la sposi, Fabiola!
«Eh, stiamo pensando di programmare una data plausibile».
Scusi, sindaco, ma…“pensando di programmare una data plausibile” è una frase da Conte, non da Bancheri. Non è che fa “melina”?
«Ma no. Guardi che c’è pure il lato economico.Cosa pensa che guadagni il sindaco di un paesino?».

                                                             Alessandro Penna

9.2.20

niente è come sembra . La vicenda del Cliente rifiuta parrucchiera ghanese e del Sindaco leghista va a lavarsi i capelli


dal corriere della sera 7 febbraio 2020 (modifica il 7 febbraio 2020 | 10:31)

Ferrara, il sindaco si fa fare la piega dalla parrucchiera discriminata Messaggio anti-razzista di Fabbri. La donna era stata offesa da una cliente  


di Mauro Giordano



«Ho pensato che venire a trovare Sandra sia molto più efficace di qualunque comunicato. No al razzismo». Il sindaco leghista di Ferrara, Alan Fabbri, porta la sua solidarietà alla parrucchiera del salone Jean Louis David dell’IperCoop il Castello, dove nei giorni scorsi era avvenuto un episodio di razzismo: una cliente si era rifiutata di farsi lavare e tagliare i capelli dalla dipendente del negozio a causa del colore della sua pelle. Sandra è infatti una ragazza di colore.




Impegno e ironia

Una vicenda finita anche sulle pagine di siti e quotidiani nazionale, che ha accesso anche le polemiche politiche su Ferrara e la sua guida amministrativa leghista. Ma Fabbri ha subito voluto gettare acqua sul fuoco presentandosi nel locale e facendosi fare uno shampoo: il primo cittadino è famoso anche per la sua capigliatura e il suo codino. «Care amiche ed amici, vi ricordate la notizia apparsa sulla stampa nazionale e locale della signora che non voleva farsi lavare i capelli da una parrucchiera di colore qui a Ferrara? - ha scritto il sindaco sulle sue pagine social condividendo anche una foto -. Ho scelto volontariamente di esprimere a Sandra tutta la mia solidarietà a nome della città in questo modo. Penso che abbia più efficacia di qualsiasi altro comunicato. Grazie Sandra, grazie allo staff di Jean Louis David dell’Ipercoop il Castello. No all’ignoranza, no al razzismo». Infine anche ironia nel suo rapporto con i capelli: «Non sperate di vedermi altre volte con i capelli sciolti...»


Leggendo la  sua  storia  sul suo account  facebook  sembra   coerente  . Infatti a  conferma    che tale  gesto  non sia  solo  un semplice    atto   propagandistico   e  riduzionista    cioè tendente  a  gettare  fumo  negli occhi all'opinione  pubblica     è questa  lettera  aperta     di  flavio romani un suo  avversario politico   a  https://www.estense.com/  del 13\1\2020  


“Alan Fabbri, allontanati da questa gentaglia”

Flavio Romani sul silenzio del sindaco di Ferrara sulle manifestazioni di odio di matrice Lega

“Caro Alan Fabbri, non ci credo”. È una lettera aperta, ma anche un appello, indirizzata al sindaco di Ferrara da Flavio Romani.Il candidato al consiglio regionale nelle fila di Emilia-Romagna coraggiosa, non crede che l’ultimo post apparso sulla bacheca del leader leghista – “in cui ti lamenti del fumetto satirico di Mario Zamorani, perché istigherebbe violenza e odio” – sia opera sua.Non lo crede “perché immagino tu conosca bene la differenza fra satira e linguaggio d’odio, e la satira in rima baciata con corredo di fumetti – spiega Romani -, in stile un po‘ vintage di Mario Zamorani non ha niente a che fare con l’odio”.Hanno invece a che fare con “la violenza peggiore e con l’odio più feroce”, “i commenti pubblicati sulla pagina del Pinguini Estensi, centinaia di commenti su Ilaria Cucchi, Carola Rakete, il presidente Mattarella, Aldo Modonesi, e naturalmente Estense.com (che per il suo atteggiamento critico diventa subito “un giornale di m***a in cui ci lavorano giornalisti del c***o”), ovviamente i Rom, con i campi da disinfettare con il lanciafiamme, come sostiene la tua fan sfegatata Raffaella Breveglieriche ha come immagine profilo una foto con te”.Romani passa in rassegna alcuni dei commenti più atroci resi noti da Estense.com e che corredano la pagina dei Pinguini estensi, ora rimossa, gestita da persone orbitanti nella galassia della Lega di Ferrara e denunciate da Ilaria Cucchi per associazione a delinquere, diffamazione, istigazione e apologia di reato.“Eppure non hai detto una parola su questo scandalo – riprende Romani -, forse perché la maggior parte di loro sono tuoi sostenitori? forse perché molte di queste persone hanno fatto la stessa operazione di spargimento di odio a piene mani soprattutto contro i migranti, raccontando balle su balle per preparare la campagna elettorale con cui hai vinto le elezioni?”.Tornando all’esempio del pamphlet di Zamorani, Romani chiede al sindaco se “davvero pensi che un diavoletto rosso disegnato e frasi come «Vanne via da qui dabbasso, te lo dice Satanasso, pussa via da questa fogna, tu sei peggio della rogna, non ti voglio al mio reame, brutto ceffo, brutto infame» siano di una gravità maggiore che augurare la peggiore delle morti, usare insulti sessisti contro due donne, gioire quando una barca di migranti affonda?”.E ancora, “perché ti indigni per un fumetto che è satira all’acqua fresca e non dici niente ai tuoi sostenitori incarogniti nello spargere violenza a piene mani contro chiunque non sia allineato con le posizioni leghiste?”.Una lunga premessa per ribadire che “non ci credo che sei stato tua scrivere il post contro Zamorani, dicci che è stata un’esagerazione di qualche collaboratore che segue i tuoi social, dicci che è stato il tuo vicesindaco pro tempore, il pregiudicato in casa Acer con lo stipendio da 5000 euro al mese (4800 lordi, 3400 netti, ndr)”.“Alan – conclude Romani con un appello finale riferendosi ai sostenitori haters -, per quel poco che ti conosco io tu non sei così. Allontanati da questa gentaglia, per il tuo bene”.



1.9.19

Salvini ha portato molto come esempio per dare di stupido o farlocco all’avversario politico. Ma .....



.... autori e lettori fedeli insorgono: non si spara sul fumetto .
Leggendo questa  vignetta  di Silvia Ziche  mi  chiedo ma  a che punto siamo ridotti se anche un giornale di centro destra

Nessuna descrizione della foto disponibile.


 il foglio , di cui riporto l'articolo sotto è cosi critico e sprezzante verso tali interventi  di  politici ignoranti  ed  retrogradi  quelli  che un tempo si chiamavano vecchi tromboni 


                                da  https://www.ilfoglio.it/cultura/   del 30\8\2019

Ben detto, Topolino


È più forte di loro. Proprio non ce la fanno a liberarsi del tic. Quello che, quando c'è da parodiare o sbeffeggiare l'avversario politico, ti porta a citare Topolino. E con lui altri celebri personaggi della Disney (su tutti Pippo e Paperino, ma c'è stato un'epoca in cui andava piuttosto bene anche la Banda Bassotti). Il tic, lo ha ben spiegato David Allegranti sul Foglio [ prime righe libere il resto dell' articolo a pagamento ] , nasce dal fatto che “un pezzo di classe dirigente, politica e intellettuale, piuttosto consistente a dire il vero, è convinto che Topolino sia una scemenza, una roba da ragazzini che non hanno voglia di studiare”. Niente di più falso. 
Non solo perché il settimanale Topolino, che lo scorso aprile ha compiuto 70 anni, rappresenta un pezzo di storia, cultura e letteratura del nostro paese. Non solo perché molto spesso sulle pagine di quella che viene considerata come una “lettura da incolti”, sono state romanzate grandi opere letterarie come la Divina Commedia, Don Chisciotte, L'isola del tesoro (giusto per citarne alcune). Ma anche perché, a ben vedere, il personaggio di Topolino rappresenta il prototipo del “sapiente”. Grande risolutore di problemi, con un intuito che molti dei nostri politici, almeno stando agli episodi recenti, non sembrano avere.
Ma nell'epoca dell'ipersemplificazione, del rutto libero, nel messaggio che deve necessariamente parlare alla pancia dei cittadini, titillare i loro istinti belluini, tutto questo non pare aver alcun valore. Così, daje a Topolino. L'ultimo in ordine di tempo è stato Matteo Salvini che descrivendo il governo nascente, frutto dell'accordo Pd-M5s, lo ha definito il governo di “Pippo e Topolino”. Immediata la reazione di Francesco Artibani, sceneggiatore del settimanale, che su Twitter ha commentato: “Matteo, alla fine quello che conta è che mercoledì prossimo Topolino sarà ancora al proprio posto. Tu no. E questo è tutto quello che c'è da sapere”.




Schierati con lui altre due storiche firme del settimanale: Roberto Gagnor e Tito Faraci.


Se ho capito bene, @matteosalvini ha di nuovo citato “il governo di Pippo e Topolino”. Ma come dice @Artibani1, Topolino c’è sempre, ogni mercoledì, e lui no. ;-)




Amici, non è citando i singoli capolavori (chissà poi perché, sempre del passato) che si “difende” Topolino. Perché ci sono state anche storie bruttine, brutte, mediocri...
Come è logico, data la quantità.

L’importante è l’enorme valore culturale e artistico nell’insieme.


Insomma l'opposizione Disney è viva e, per fortuna, lotta insieme a noi. Nella speranza che, come dice Faraci, il mondo (politico e non solo) si accorga dell'“enorme valore culturale e artistico” di Topolino e, magari, contribuisca a elevare un po' il livello del dibattito pubblico.

28.7.18

CASTELBELFORTE. il paese adotta un senegalese aggiornamdento Annullato in extremis il rimpatrio per Marcel, il senegalese per il quale l’intera comunità di Castelbelforte si è mobilitata



la vicenda 

 è giunta  ora la notizia   che 



Rimpatrio annullato, Marcel può restare. Già raccolte 500 firme

Lunedì 30 luglio al via la procedura per il permesso di soggiorno. E il parroco don Alberto si è già offerto di ospitarlo



CASTELBELFORTE. Annullato in extremis il rimpatrio per Marcel, il senegalese per il quale l’intera comunità di Castelbelforte si è mobilitata. La tenacia del parroco, l’appoggio del sindaco, la disponibilità di un avvocato e le quasi cinquecento firme raccolte in paese hanno centrato il primo e più importante obiettivo: quello di non farlo ripartire. Ora, grazie all’intervento delle più alte cariche amministrative, avrà il tempo di presentare tutta la documentazione necessaria per ottenere il permesso di soggiorno. Venerdì 27 luglio Marcel, accompagnato dal suo legale, è arrivato in questura dove è stato ufficialmente identificato, attraverso le impronte e la foto. Lunedì presenterà tutta la documentazione per ottenere il permesso di soggiorno: dal parere positivo del sindaco di Castelbelforte Massimiliano Gazzani alla disponibilità del parroco don Alberto Ancelotti che gli ha già garantito un alloggio, alla raccolta di firme di tanti cittadini che vogliono che rimanga in paese. Da oltre quattro anni Marcel lavora nell’ambito del volontariato, al servizio di giovani ed anziani, persone deboli e bisognose. Quasi una sorta di adozione cittadina la sua.




Fassar Marcel Ndiaye è divenuto in breve tempo un personaggio importante, anzi fondamentale, all’interno della comunità. Infatti, grazie alle sue innumerevoli competenze lavorative ed alla bontà d’animo che lo contraddistingue, la popolazione lo ha accolto e coinvolto in numerose attività.
Dal paese è considerato un uomo affidabile, serio e gentile, sempre disponibile ad aiutare gli altri e particolarmente dedito al volontariato.
Marcel ricopre altresì un ruolo fondamentale all’interno della parrocchia, dove collabora quotidianamente con il parroco e nel servizio di volontariato con la Caritas, con l’Anspi, con i tanti servizi richiesti dalle famiglie di pensionati e anziani del paese. Canta anche nel coro parrocchiale.
Molti cittadini di Castelbelforte hanno persino dato la loro disponibilità ad assumerlo.
E anche il sindaco leghista è dalla sua parte.

24.7.18

CASTELBELFORTE Il paese adotta il senegalese: tante firme per farlo restare Un giovane africano deve andarsene perché non ha il permesso di soggiorno. La comunità gli dedica una festa. Con lui anche il sindaco leghista Gazzani




  di Giancarlo Oliani

CASTELBELFORTE. Fassar Marcel Ndiaye, cittadino senegalese destinato al rimpatrio volontario in Africa per la mancanza del permesso di soggiorno, è il protagonista di una petizione firmata da numerosissimi cittadini di Castelbelforte che vorrebbero trattenerlo nella comunità perché parte della loro grande famiglia. Quasi una sorta di adozione cittadina per l’uomo che da tanti anni lavora e fa volontariato nel paese del Mantovano.


Fassar Marcel Ndiaye stringe la mano al sindaco Massimiliano Gazzani



Ndiaye è divenuto in breve tempo un personaggio importante, anzi fondamentale, all’interno della comunità.
Infatti, grazie alle sue innumerevoli competenze lavorative ed alla bontà d’animo che lo contraddistingue, la popolazione lo ha accolto e coinvolto in numerose attività. Dal paese è considerato un uomo affidabile, serio e gentile, sempre disponibile ad aiutare gli altri e particolarmente dedito al volontariato. Ndiaye ricopre altresì un ruolo fondamentale all’interno della parrocchia, dove collabora quotidianamente con il parroco e nel servizio di volontariato con la Caritas, con l’Anspi, con i tanti servizi richiesti dalle famiglie di pensionati e anziani del paese. Canta anche nel coro parrocchiale.
Purtroppo Fassar Marcel Ndiaye non ha il permesso di soggiorno ed allora, assecondando l’invito della polizia, al fine di non violare le disposizioni di legge, si è reso disponibile alla procedura di rimpatrio volontario in Senegal, nonostante le sue reali volontà sarebbero quelle di continuare a vivere a Castelbelforte, unitamente a tutta la grande famiglia che lo ha accolto e gli vuole bene.
L’uomo il prossimo 31 luglio 2018 dovrebbe lasciare Castelbelforte per ritornare in Senegal dove, al contrario dell’attuale situazione, non avrà alcun lavoro né una casa. È davvero incredibile la solidarietà che quest’uomo è riuscito ad accentrare su di sé. Molti cittadini di Castelbelforte hanno infatti dato la loro disponibilità ad assumerlo. E anche il sindaco leghistaMassimiliano Gazzani è dalla sua parte.
Per questi motivi per domenica 29 luglio i cittadini di Castelbelforte hanno organizzato in onore di Ndiaye una grande festa per chiedere a gran voce che gli venga concesso il permesso di soggiorno. E lanciano un appello affinché il prefetto di Mantova, Sandro Lombardi, possa prendere in considerazione il caso. L’avvocato Zeida Vitali del foro di Mantova, sta lavorando assiduamente per consentire al giovane senegalese di ottenere quel permesso di soggiorno chiesto a gran voce da un’intera comunità. Nei quattro anni vissuti in paese è stato in grado di integrarsi al punto da diventare un vero punto di riferimento per le persone bisognose.

16.6.18

esiste ancora il rispetto dell'articolo 21 della nostra costituzione ? i fatti di : Ivrea, srotolano uno striscione per Regeni al comizio di Salvini: identificati e schedati ed Mantova, consigliere di CasaPound parteciperà al Gay Pride: espulso dal movimento



Leggendo le storie che trovate sotto come nel titolo mi faccio la domanda e mi da la risposta . la risposta è NO . Infatti



Fermati e identificati per aver esposto uno striscione dove si chiedeva verità per la morte di Giulio Regeni durante una manifestazione elettorale del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. È successo ieri sera a Ivrea, durante il comizio a sostegno del candidato del centro destra Stefano Sertoli al ballottaggio delle comunali che si terranno domenica.

Un piccolo gruppo di manifestanti, attivisti Radicali e di Amnesty International, ha srotolato uno striscione poco lontano dalla Serra, l'edificio simbolo dell'epopea olivettiana scelto dal neoministro per la sua manifestazione, ma subito sono stati fermati dai funzionari della polizia che seguivano il ministro. “Sono stati fermati e schedati mentre manifestano con civiltà contro l’inciviltà di Salvini a pochi metri dal ministro – scrive sul suo profilo Facebook l'ex consigliere comunale di Torino, Silvio Viale - Bravi ragazzi. Sono orgoglioso di voi. Inseguiremo Salvini in ogni dove”.
                                     Lo striscione "incriminato" 

Mentre si teneva il comizio, cui hanno partecipato circa 700 persone, a pochi metri si svolgeva anche un torneo di minibasket e alcuni giocatori hanno srotolato un altro striscione che sottolineava come Ivrea sia una città accogliente, in evidente polemica con le scelte in termini di politica migratoria del nuovo governo. A raccontare meglio l'accaduto una delle attiviste radicali fermate: “Ci hanno fermati, fatto le foto, chiesto i documenti e schedati – spiega – Una ragazza con la maglietta di Amnesty con su scritto 'Protect the human' non è stata neppure fatta avvicinare e, quando ha chiesto spiegazioni, l'hanno minacciata di portarla via”.


La seconda   storia  . E'  all'interno di un partito (  ecco  perchè  sono apartitico e se  voto o  scheda  bianca  o  voto il nome  le persone  )

da repubblica

Mantova, consigliere di CasaPound parteciperà al Gay Pride: espulso dal movimento De Marchi, passato dalla Lega all'estrema destra, sarà in piazza "a titolo personale". Reazione immediata di CasaPound: "Noi politicamente ed esteticamente lontani da certe manifestazioni"








Ha annunciato la sua partecipazione, seppur a titolo personale, al Gay Pride di Mantova: per questo Casa Pound ha espulso dal movimento un consigliere comunale, Luca De Marchi. "De Marchi predilige ancora una volta la ricerca di visibilità personale alla condivisione di intenti con una comunità politica che da sempre è esteticamente e politicamente distante da certe manifestazioni: per questo non ci sono le condizioni perché il consigliere De Marchi possa proseguire la propria attività politica sotto il simbolo del nostro movimento": così si legge in un comunicato del movimento di estrema destra.
Il Gay Pride è in programma a Mantova sabato 16 giugno e ha il patrocinio e un contributo economico dalla giunta di centrosinistra guidata da Mattia Palazzi. De Marchi, che dalla Lega è passato a Casa Pound, era stato eletto in consiglio comunale nel 2015 con una sua lista civica. Nei giorni scorsi, annunciando la sua partecipazione al Pride, aveva spiegato: "Parteciperò per senso civico e per difendere le libertà di tutti, ma la libertà di manifestare, vivere la propria sessualità liberamente o le rivendicazioni di nuovi e futuri diritti alle coppie omosessuali, non hanno nulla a che vedere con la concessione di un patrocinio, come quello che ha inspiegabilmente concesso, la giunta Palazzi". Parole che Casa Pound non ha apprezzato, per questo la sezione regionale del movimento ha deciso l'allontanamento.




Esprimo  la mia piena solidarietà per il coraggio dimostrato da questo consigliare nel riconoscere i diritti altrui pur non essendo fascista. In culo  Alla faccia di chi mi ha rimosso dai contatti fb perchè mi ha creduto tale , vedere: 1) l'invito ad analizzare la vicenda di Aquarius puntando oltre alla consueta analisi che chi semina odio raccoglie odio sul fatto che il fenomeno dell'immigrazione è gestita male., 2) il post : << quando la politica d'allora era politica non come oggi >>in cui consideravo politica quella d'Almirante e il rispetto leale che reciproco che c'era con Berlinguer tanto che Almirante andò al suo funerale , rispetto a quella d'oggi


Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...