Maschi smarriti.
Di quello smarrimento cieco, tremebondo, ostinato e violento.
Di quello smarrimento cieco, tremebondo, ostinato e violento.
Maschi che vedono il loro trono vacillare. Che fremono per non potervi più accedere.
Nel primo caso, a Nord, un introverso. Uno che ha alimentato la sua impotenza per anni. Offeso, schiaffeggiato dall'intraprendenza di donne irraggiungibili, non più disposte a farsi sottomettere.
Si era così rifugiato nelle nostalgie neonaziste. I suoi post grondavano di frasi contro gli immigrati, l'Islam, il multiculturalismo. Ma pure di misoginia. Acuta, rabbiosa.
Quando ha deciso di passare all'azione, non ha però scelto donne bianche come lui. Per viltà, razzismo? Certo. Ma, anche, per un surplus d'odio. Il suo bersaglio erano le musulmane. Una donna islamica in preghiera gli era addirittura più insopportabile d'una femminista laica.
Lo spaventava, non v'ha dubbio, una umanità semplice. Una fede "altra" e serena. La diversità, ecco.
Nel secondo caso, a Sud, un prolifico patriarca. Il quale ha sacrificato, sull'ara del suprematismo para-religioso, la sua ultima bambina, ancor piccola, inconsapevole, dai vivaci occhi neri. Prima dei droni l'ha uccisa lui, educandola nell'odio. Quell'odio che già aveva annientato, tempo prima, il fratello sedicenne.
Il primo, per un caso fortuito, non è riuscito nel suo intento, malgrado abbia mietuto altre vittime innocenti. Il secondo ha fatto scontare alla figlia il suo delirio assassino.
Il razzista bianco e il jihadista mediorientale. Due apici, due volti d'uno stesso mondo disgregato. Rantoli d'una società basata sulla gerarchia e, conseguentemente, sul disprezzo delle donne. Il varco è qui...
E il peccato originale si ripresenta ogni volta, puntuale, in qualsiasi efferatezza, dietro tutte le ideologie di morte.
Ma preferiamo ignorarlo.
© Daniela Tuscano