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Il ciclo del giornalista rancoroso-piagnone, anche detto "Effetto Facci": di Matteo Pascoletti

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  Il ciclo del giornalista rancoroso-piagnone, anche detto "Effetto Facci":   Il ciclo del giornalista rancoroso-piagnone, 1) Scrivo o dico una cosa palesemente offensiva e gratuita, colpendo dall'alto verso il basso da una posizione di privilegio. 2) Scateno reazioni di indignazione o di protesta, e nei casi limite si arriva a boicottaggi, esposti, denunce. 3) Reagisco atteggiandomi a vittima di censura, evitando qualunque presa di responsabilità per le cose scritte, magari rincarando la dose. 4) Colleghi o personalità influenti (ad esempio politici), fanno quadrato attorno a me, difendendo l'indifendibile. 5) L'idea diffusa al punto 1 passa, il messaggio si sedimenta, normalizzando o rafforzando la cultura che esprime (es. islamofobia, sessismo, abilismo, victim blaming e così via). Senza il punto 4 i punti 1, 2, 3 e 5 punti non esisterebbero. Senza la consapevolezza di poter contare sul punto 4, il punto 1 resterebbe nell'anticamera del cervello, guardato a

ecco perchè caravaggio era fino a qualche tempo fa considerato un minore .....

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.....è molto più vicino a Dio che certi prelati . si vede più verità nei suoi dipinti che nelle parole diu certi integerrimi difensori non solo uomini di chiesa ma anche politicanti convertiti sulla via di damasco ed ipocriti difensori della fede . Infatti :  [....]   Famoso e ammirato in vita, Caravaggio fu quasi completamente dimenticato nei secoli successivi alla sua morte. In realtà dopo la sua scomparsa, il duro giudizio sul suo modo - così crudo - di rappresentare la realtà fu presto utilizzato dai suoi detrattori per denigrarne il valore e la memoria. Basti pensare alle parole di un celebre pittore del Seicento,   Nicolas Poussin , giunto a Roma quattordici anni dopo la morte di Caravaggio, che lo apostrofò con parole lapidarie: "Era venuto per distruggere la pittura". [80] Questo lungo periodo di oblio fu interrotto solo a metà del   XX secolo   e la validità della sua opera fu universalmente riconosciuta solo grazie al contributo di alcuni dei più importanti

Terra dei Fuochi, «quello che non ho potuto dire da Vespa» di Anna Spena vita il 16 febbraio 2016 e ECCO CHI ERA ROBERTO MANCINI, IL POLIZIOTTO EROE CHE SCOPRÌ LA TERRA DEI FUOCHI

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da http://www.vita.it/it/article 16\2\2016 Ieri [ in realtà era avantieri ] a Porta a Porta ospiti in studio due mamme che vivono in Campania e hanno perso i loro figli per colpa di un tumore. Eppure il conduttore durante la trasmissione non ha mai usato la parola cancro. Marzia Caccioppoli: «In trasmissione per esempio non sono riuscita a parlare del problema dell'evasione fiscale o del fatto che in Campania non esiste la terapia del dolore. In queste terre la camorra esegue quello che lo Stato colluso le comanda». L'intervista Marzia Caccioppoli con suo figlio Antonio morto a nove anni e mezzo Ieri in seconda serata è andata in onda una puntata di Porta a Porta dove si è parlato di Terra dei fuochi. Tra gli ospiti in studio Beppe Fiorello, protagonista della prima puntata della fiction andata in onda in prima serata, sempre su Rai1, “Io non mi arrendo” che nella mini-serie interpreta il ruolo di Roberto Mancini, il poliziotto che per primo indagò sulla questione dei