La conferma al mio post ; << le donne che si rifanno e si guastano non le capisco >> viene dalla rubrica settimanale (mi sembra ) scuola&lavoro della nuova Sardegna del 8\11\2022
di Maria Luisa Concu*
Dipendiamo dai chili segnati sulla bilancia, dal numero di seguaci sui social e dall'approvazione della gente Invece dovremmo creare una società in cui sentirci protetti tutti noi abbiamo il diritto di essere accettati per come siamo». Perché la società di oggi invece ci fa sentire inadatti? Ogni giorno ci guardiamo allo specchio e ci paragoniamo alle fotografie che troviamo online, sulle riviste e sulle pubblicità. Foto apparentemente perfette, che in realtà nascondono una marea di imperfezioni. Trucco, photoshop e una serie di altri fattori giocano un ruolo fondamentale sulla figura di ognuno di noi, facendoci vedere non per come non siamo realmente ma per come vorremmo apparire agli occhi degli altri. È una sorta di maschera che indossiamo quando siamo circondati da altre persone e non vogliamo mostrarci nel nostro vero aspetto. La situazione si complica quando di mezzo però non c’è un filtro – come uno schermo – a interporsi tra noi e il resto del mondo. Allora diventa difficile nascondersi. Per esempio, con il passare degli anni il numero di persone che stanno sviluppando dei disturbi alimentari è
cresciuto sempre di più e spesso la propria condizione non è accettata, anzi si tende a chiudersi in se stessi alimentando così le proprie insicurezze e creando un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Dipendiamo dai numeri sulla bilancia, dal numero di seguaci sui social e dall'approvazione della gente. Siamo arrivati a non sentirci adatti per gli standard odierni. Standard in realtà assolutamente fasulli che ci sono stati inculcati con il passare del tempo, che hanno fatto e stanno ancora facendo guadagnare le grandi aziende del marketing, sfruttando le nostre insicurezze pur di guadagnarci qualche soldo. Ci sentiamo sbagliati se pesiamo qualche chilo in più, se la pancia non è piatta o gli zigomi tirati, abbiamo la sensazione di essere una pecora nera all’intero di un intero gregge di pecore bianche. Sentiamo la necessità di aggrapparci alle diete on-line, alla palestra e a molto altro; invece bisognerebbe cercare di eliminare le etichette che ci vengono assegnate. Ma come facciamo a sentirci a nostro agio se viviamo in una collettività dove vi viene giudicati perennemente? Dobbiamo creare una società dove potersi sentire protetti, dove i ragazzi non sentano il bisogno di cambiare se stessi per piacere agli altri e dove si possa contare sulle persone che si hanno intorno. Ognuno di noi deve cercare di essere se stesso. Non dobbiamo pensare che dei chili di troppo, i capelli in disordine, le occhiaie, le rughe, le gambe non chilometriche o magari appesantite e quant'altro abbiano il potere di definire chi debba essere accettato dal mondo e chi non ne abbia il diritto; tutti noi abbiamo il diritto di essere accettati per come siamo.
*Maria Luisa frequenta il
Liceo Satta di Nuoro