Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Visualizzazione post con etichetta pastori. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pastori. Mostra tutti i post
5.4.17
Luigi, 24 anni e pastore per vocazione: "Per il mio gregge ho rinunciato all'università"
Siamo a Carpino, in Puglia, sul Gargano. Luigi ha 24 anni e quando ne aveva 18 ha fatto una scelta radicale: fare il pastore come suo padre e suo nonno. "Dopo il diploma i miei genitori avrebbero voluto che mi iscrivessi alla facoltà di Veterinaria, ma sentivo che se avessi lasciato le nostre greggi sarebbe tutto scomparso nell'arco di pochi anni". Una scelta guidata anche da una visione innovativa della pastorizia, volta al biologico. Luigi aspetta che l'erba dei pascoli cresca in maniera spontanea, evitando l'uso di fertilizzanti, e per i suoi capi sceglie soltanto medicinali che non lascino residui nel latte o nelle carni. "Fare questo tipo di scelte - conclude - comporta più sacrifici e spese maggiori, ma io ho deciso di fare questo lavoro perché ho rispetto per la natura, per gli animali e soprattutto per gli uomini che mangiano i formaggi che produco"(di Lorenzo Scaraggi)
28.3.17
Traghetto della solidarietà carico di pecore e musica. "Sa paradura" da Olbia a Cascia grazie agli Istentales
http://www.sardegnaoggi.it/Economia_e_Lavoro/ del 27-03-2017 11:51
Traghetto della solidarietà carico di pecore e musica. "Sa paradura" da Olbia a Cascia grazie agli Istentales
Mille pecore, donate dagli allevatori isolani a quelli della città dell'Umbria messa in ginocchio dal terremoto. Partenza il 31 marzo prossimo, grande festa sardo-umbra l'1 e il 2 aprile.
OLBIA - Parte dalla Sardegna un traghetto carico di solidarietà. Salpa il 31 marzo prossimo per raggiungere, domenica 2 aprile, la splendida cittadina di Cascia duramente colpita dal terremoto. A bordo, mille pecore dell’Isola che vengono donate dagli allevatori sardi a quelli umbri per aiutarli a ripartire con le proprie attività. È l’antico istituto de "sa paradura" che, su iniziativa del gruppo musicale isolano degli Istentales, torna a rivivere e sbarca per la prima volta anche nel "Continente". La cerimonia di consegna avviene nell’ambito della Fiera del Capo Lanuto, in programma l’1 e il 2 aprile a Cascia: la seconda giornata della manifestazione, tra sfilate di gruppi folckloristici, degustazioni di piatti tipici, esibizioni musicali dal vivo e la cerimonia de "sa paradura”, celebra nel migliore dei modi questo splendido gemellaggio tra la Sardegna e l’Umbria.
La giornata del 2 aprile prende il via alle 9 con l’apertura degli stand e le esibizioni itineranti nelle vie di Cascia dei gruppi folcloristici umbri e sardi; prosegue, alle o13, con il grande pranzo offerto alla popolazione a base di prodotti tipici dell’Isola, quindi con la transumanza delle pecore verso piazzale Papa Leone XIII. Qui, alle 16, si celebra "sa paradura", la consegna delle mille pecore; si tratta di un’usanza sarda antichissima che affonda le sue radici nella notte dei tempi: per dare un aiuto concreto a un allevatore colpito da una disgrazia era consuetudine offrire, da parte dei pastori del circondario, una pecora per contribuire a rimettere in piedi l’azienda del malcapitato. Ed è proprio ciò che avviene il 2 aprile a Cascia, con i pastori sardi che tendono concretamente la mano a quelli della cittadina in provincia di Perugia. La giornata si concluderall’insegna della musica, con il concerto – presentato da Giuliano Marongiu – che vede alternarsi sul palco Tullio De Piscopo, Istentales, Coro Amici del Folklore (Nuoro), Tenore Unta Vona (Orgosolo), Mamutzones Antigos (Samugheo), Francesca Lai e Maschere S’Urtzu (Sadali). Nell’occasione gli Istentales presenterano il nuovo singolo "A mani nude", realizzato in collaborazione con Roberto Vecchioni, con l’intero ricavato che viene devoluto in favore delle popolazioni terremotate.
Traghetto della solidarietà carico di pecore e musica. "Sa paradura" da Olbia a Cascia grazie agli Istentales
Mille pecore, donate dagli allevatori isolani a quelli della città dell'Umbria messa in ginocchio dal terremoto. Partenza il 31 marzo prossimo, grande festa sardo-umbra l'1 e il 2 aprile.
OLBIA - Parte dalla Sardegna un traghetto carico di solidarietà. Salpa il 31 marzo prossimo per raggiungere, domenica 2 aprile, la splendida cittadina di Cascia duramente colpita dal terremoto. A bordo, mille pecore dell’Isola che vengono donate dagli allevatori sardi a quelli umbri per aiutarli a ripartire con le proprie attività. È l’antico istituto de "sa paradura" che, su iniziativa del gruppo musicale isolano degli Istentales, torna a rivivere e sbarca per la prima volta anche nel "Continente". La cerimonia di consegna avviene nell’ambito della Fiera del Capo Lanuto, in programma l’1 e il 2 aprile a Cascia: la seconda giornata della manifestazione, tra sfilate di gruppi folckloristici, degustazioni di piatti tipici, esibizioni musicali dal vivo e la cerimonia de "sa paradura”, celebra nel migliore dei modi questo splendido gemellaggio tra la Sardegna e l’Umbria.
La giornata del 2 aprile prende il via alle 9 con l’apertura degli stand e le esibizioni itineranti nelle vie di Cascia dei gruppi folcloristici umbri e sardi; prosegue, alle o13, con il grande pranzo offerto alla popolazione a base di prodotti tipici dell’Isola, quindi con la transumanza delle pecore verso piazzale Papa Leone XIII. Qui, alle 16, si celebra "sa paradura", la consegna delle mille pecore; si tratta di un’usanza sarda antichissima che affonda le sue radici nella notte dei tempi: per dare un aiuto concreto a un allevatore colpito da una disgrazia era consuetudine offrire, da parte dei pastori del circondario, una pecora per contribuire a rimettere in piedi l’azienda del malcapitato. Ed è proprio ciò che avviene il 2 aprile a Cascia, con i pastori sardi che tendono concretamente la mano a quelli della cittadina in provincia di Perugia. La giornata si concluderall’insegna della musica, con il concerto – presentato da Giuliano Marongiu – che vede alternarsi sul palco Tullio De Piscopo, Istentales, Coro Amici del Folklore (Nuoro), Tenore Unta Vona (Orgosolo), Mamutzones Antigos (Samugheo), Francesca Lai e Maschere S’Urtzu (Sadali). Nell’occasione gli Istentales presenterano il nuovo singolo "A mani nude", realizzato in collaborazione con Roberto Vecchioni, con l’intero ricavato che viene devoluto in favore delle popolazioni terremotate.
7.7.15
GLI ULTIMI PASTORI SACERDOTI DEL RITO DELLA TRANSUMANZA In viaggio con gli allevatori che da Laconi tornano in paese
ha ragione il mio contatto
Michele Santoro della rivista Saperepopolare
5 h ·
LA TRANSUMANZA È MONTAGNA E PIANURA...OCCASIONE DI CONFRONTO E CONOSCENZA TRA LE DIVERSE COMUNITÀ
"La Transumanza ha dato la possibilità alle comunità della montagna di confrontarsi con quelle della pianura e viceversa"..."La transumanza muove anche le storie degli uomini e durante il tragitto che da Laconi porta verso le montagne del Gennargentu...le parole poggiano sull'orgoglio e la fierezza...di una famiglia depositaria di valori, usi e costumi trasmessi di generazione in generazione..."
"La Transumanza ha dato la possibilità alle comunità della montagna di confrontarsi con quelle della pianura e viceversa"..."La transumanza muove anche le storie degli uomini e durante il tragitto che da Laconi porta verso le montagne del Gennargentu...le parole poggiano sull'orgoglio e la fierezza...di una famiglia depositaria di valori, usi e costumi trasmessi di generazione in generazione..."
Infatti confermo con i miei ricordi d'infanzia se pur indiretti e mediati tramite testimonianze indirette nonni paterni ( galluresi ) e soprattutto materni ( nuorese \ campidano ) tale evento che aveva caratterizzato la mia regione e che sta scomparendo . Riporto qui sotto la storia degli ultimi che ancora la praticano .
Da http://www.sardegnalive.net/it che riporta l'articolo de
L'Unione Sarda, del 06/07/2015 di Roberto Tangianu
“La transumanza rappresenta la storia e la cultura della nostra comunità e il suo significato va ben oltre il tragitto che si percorre per spostare i capi di bestiame da un ovile all’altro. Il viaggio dei pastori trasferisce da sempre un carico di vissuto e di esperienze, diventando patrimonio di tutti.La transumanza ha dato la possibilità alle comunità della montagna di confrontarsi con quelle della pianura e viceversa”. Nel racconto di Massimo Locci e nel suo essere desulese c’è una carica emotiva che accompagna la ricchezza degli aneddoti, mentre riavvolge il nastro della sua vita con proiezioni di futuro.
La transumanza muove anche le storie degli uomini e durante il tragitto che da Laconi porta verso le montagne del Gennargentu, nel caldo afoso di un luglio che apre le porte all’estate che brucia, le parole poggiano sull’orgoglio e la fierezza del suo percorso personale e di una famiglia depositaria di valori, usi e costumi trasmessi di generazione in generazione.Nel giorno della transumanza la sveglia suona quando ancora il buio della notte protegge il riposo dei sognatori. Le lancette dell’orologio indicano le ore due e i quattro fratelli Locci nella loro azienda di Laconi si affrettano nei preparativi per guadagnare tempo: è forte il desiderio di fare rientro a casa, tra gli affetti familiari.“Prima di affrontare il viaggio bisogna provvedere alla mungitura” spiega Massimo. “La distanza che separa Laconi da Desulo è di 45 chilometri, si parte alle quattro del mattino”.Il gregge di 500 pecore attraversa un lungo sentiero di campagna e solo alla fine imbocca la strada statale 128, poco prima del bivio che porta verso Aritzo, Belvì, Desulo e Tonara. Riaffiorano i ricordi anche tra i sentieri della memoria per dare forma al racconto.
“Avevo solo 10 anni quando ho fatto la mia prima transumanza - dice Massimo -. Mio babbo negli anni ‘80 aveva acquistato due terreni, uno a Laconi e l’altro ad Atzara. Durante il trasferimento del bestiame scoppiò un diluvio all’improvviso e arrivai in azienda bagnato fradicio. Dissi a mio padre che non volevo fare il pastore, da grande, ma il prete. Lui sorrise senza dirmi nulla. E’ stato l’amore per le nostre montagne a riportarmi a Desulo, dopo essermi diplomato a Iglesias negli anni Novanta”.Il pastore comunica anche con i silenzi e le pause indicano una misura, occupano i tempi quando l’azione richiede una particolare concentrazione.“La famiglia è un valore fondamentale per fortuna ancora vivo nelle nostre comunità - prosegue Massimo - . Tra me e i miei fratelli Giannetto, Salvatore e Antonello c’è un legame non solo affettivo ma anche di fiducia e collaborazione provato dal fatto che lavoriamo insieme da sempre”.La transumanza nella storia della Sardegna è un fenomeno complesso denso di significati e di contenuti e investe soprattutto le comunità pastorali interessate da spostamenti lunghi e duraturi verso i pascoli di pianura più abbondanti e fiorenti. In passato era tutto molto più complicato mentre oggi, anche grazie alle tante comodità e agli effetti del progresso, le cose sono cambiate e si può fare affidamento, ad esempio, sulle aziende stanziali. Un censimento del 1981 condotto dalle guardie campestri all’interno delle terre pubbliche rivela che a Desulo avevano fatto rientro 23 mila capi ovini e 4 mila capi caprini.
“Oggi nel nostro paese sono poche le greggi che fanno rientro - spiega Massimo -, si parla di circa 4 mila capi. Io e i miei fratelli continuiamo a fare la transumanza perché amiamo il nostro territorio e vogliamo che i giovani sappiano che significato riveste questa tradizione. Tutti devono essere a conoscenza che la nostra comunità esiste grazie al fatto che siamo figli di pastori transumanti e caminantes”.Il viaggio giunge al termine e i fratelli Locci, dopo aver percorso 45 chilometri e riposato per una breve sosta, arrivano a Desulo in tarda serata. E’ un sentimento consapevole quello che ripaga da tanta fatica, caldo di accoglienza e carico di valori che trovano un riparo.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.
Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...