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16.1.19

un bambino cosi sarà un ottimo adulto domani Fiorentina batte Toro, la lettera del piccolo tifoso viola al coetaneo granata che piangeva in tv: "Ti regalo una figurina di Belotti"

  da  repubblica  online  16 gennaio 2019


Fiorentina batte Toro, la lettera del piccolo tifoso viola al coetaneo granata che piangeva in tv: "Ti regalo una figurina di Belotti"




Il bambino, di Firenze, l'ha consegnata a sua madre incaricandola di trovare il destinatario: "Mi è dispiaciuto vederti in lacrime, si vince e si perde"

                               di CARLOTTA ROCCI

"Mi dispiace che la tua squadra abbia perso e mi è dispiaciuto vederti piangere. Anche se sono di Firenze, sono stato a Torino ed è una gran bella città. Ti vorrei dire che si vince e si perde e vorrei regalarti una figurina di Belotti. Ciao, Martino". Martino è un bambino di 6 anni che vive a Firenze e che domenica pomeriggio era davanti alla televisione con il nonno e il papà a guardare una delle sue squadre del cuore. Quando all'ottantasettesimo minuto i viola hanno segnato, prima rete di una vittoria colta con una doppietta di Federico Chiesa, lui si è alzato dal divano e ha esultato.Ma, dopo i replay del gol, sullo schermo Martino ha visto le immagini della tifoseria granata e lo ha colpito un bambino granata in lacrime sullo schermo. A lui è indirizzata la letterina che questa mattina, prima di andare a scuola, ha scritto su un foglio a quadretti e ha consegnato alla mamma. "Fagliela avere", le ha detto con la fede incrollabile che i bambini hanno nei loro genitori. Silvia, la madre, ci ha pensato su e ha deciso che, senza un indirizzo, la cosa migliore era affidare la lettera del figlio ai siti e ai giornali che a Torino potevano intercettare quel bambino.
"Domenica, dopo la partita, non mi aveva detto niente - spiega la mamma - ma questa mattina si è svegliato e mi ha detto che voleva raccontare una cosa brutta che era successa, e mi ha spiegato di quel piccolo tifoso". In un mondo dove le curve rischiano di restare chiuse per le violenze negli stati, la spontaneità e il cuore di Martino lasciano il segno: "Quel bambino non deve piangere, perché succede di vincere e di perdere, e poi il Toro è più forte, ma questa volta è andata così", ha ribadito alla mamma dimostrandosi più adulto di tanti adulti. Ora Silvia e Martino cercano quel bimbo in lacrime per consegnargli la figurina promessa.

5.8.12

anche nelle sconfitta c'è la vittoria. Maratona alla Gelana, la nostra medaglia a Valeria Straneo splendida ottava

  stavo , poichè la rai a causa del monopolio sky ,fa quello che può , leggendo le cronache della ( non ancora  finita  )  della  giornata  olimpica   ,   da uno dei mie  consueti punti di riferimento   sia  il sito   che  la  pagina di fb  http://olimpiadi.blogosfere.it/ , la cronaca  della maratona   femminile    e misono venuti in menbte    queste  due assonanze  culturali  la prima che   funge (  anche la  2 )  da  colonna sonora  del  post  



la seconda  è dal film momenti di gloria (chariots of fire,1981) la finale dei 400 metri dove lo scozzese Eric Liddell vinse l'oro 






Essa , secondo  la mia fonte  , è  il  Secondo risultato italiano di sempre in una Maratona olimpica per l'alessandrina Valeria Straneo alla terza gara della vita sulla distanza.
Infatti   dal sito  

Valeria Straneo
Poco più di due anni fa era in sala operatoria per l'asportazione della milza arrivata a pesare quasi due chilogrammi a causa di una sferocitosi, una malattia genetica che provoca la distruzione dei globuli rossi, che l'aveva costretta a ritirarsi dalle competizioni. Oggi, alla sua terza Maratona, gareggiando in mezzo al gotha mondiale dei 42 chilometri, Valeria Straneo, 36 anni di Alessandria, mamma di due figli Leonardo (6 anni) e Arianna (4 anni), ha chiuso all'ottavo posto la prova olimpica, il miglior risultato di sempre per una maratoneta italiana dopo il lontanissimo sesto posto di Laura Fogli nel 1988, quando le donne dell'Altipiano non avevano ancora iniziato a vincere a livello mondiale. Valeria ha corso con coraggio e gioia, la prima mezza Maratona al comando del gruppo dettando il ritmo e salutando amici e tifosi lungo il percorso, poi ha dovuto cedere alla maggiore esperienza e velocità delle sue avversarie senza però mai arrendersi. L'ottavo posto è la sua medaglia olimpica, la più bella.Per la cronaca, la Maratona olimpica, battuta a lungi tratti dalla pioggia, ha visto al termine la vittoria dell'etiope Tiki Gelana con il tempo di 2h23.07; l'etiope ha preceduto di 5 secondi la kenyota Jeptoo e di 22 secondi la russa Petrova. Il tempo di Valeria Straneo è stato di 2h25.27.Anna Incerti e Rosaria Console hanno chiuso al ventinovesimo e al trentesimo tempo, rispettivamente in 2h29.38 e 2h30.09.

IL suo ottavo posto vale 55 medaglie d’oro cinesi, 60 medaglie americane e 40 coreane.Nel mio quotidiano sportivo surrealista  (  il  blog http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/ del  compagnodistrada  ) oggi, caratteri cubitali in prima pagina:



“Valeria Straneo regala all’Italia la sua più bella medaglia, quella di diamante grezzo: arriva ottava alla maratona di Londra dietro le più forti del mondo. A 36 anni d’età, mostra e dimostra ciò che lo sport può fare. Una vittoria che fa bene all’Italia. Grazie”.


Va da sé (altrimenti non avrebbe Senso e si tratterebbe di pura piatta retorica),
sempre  secondo il blog di sergiodicorimodiglianji , che la Straneo è pienamente consapevole della sua grande vittoria. I grandi sono sempre consapevoli di ciò che fanno, a dispetto dei tempi e di chi li vuol deprimere per invidia.                                                                                                                         E nelle sue dichiarazioni ha parlato con autentico spirito sportivo “Sono contenta, orgogliosa e davvero soddisfatta. E’ stato davvero bellissimo”.Perché Valeria Straneo è una vera sportiva, e nello Sport ha colto il Senso e  il valore ormai  sempre  più  in via   d'estinzione  in un mondo  in cui  senza   denaro e senza  sponsor  non si canta  nè messa  nè bandiera rossa   .Ha dimostrato che la rivolta esistenziale è possibile. Se uno la cerca.
Ed  è quello  che  ha  fatto  .Ha allevato due figli, Leonardo e Arianna.
Ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita passando da un tavolo operatorio all’altro per un guaio genetico congenito, “sferocitosi”, una malattia rara e cattiva. Per salvarle la vita le hanno asportato la milza, e poi anche una parte dello stomaco, organi senza i quali è considerato “quasi impossibile” correre lunghe distanze. Un’operazione complessa e dolorosa “è stato il mio parto peggiore, mi hanno tolto della roba che avevo dentro: mi sono detta che stava a me riprendermi e vivere oppure no”. E  oggi lo ha dimostrato  . Lei voleva correre. A 16 anni già mostrava il suo talento. Ma la malattia ha cominciato a manifestarsi in pieno quando di anni ne aveva 22. E lei l’ha affrontata a muso duro, come ogni sportivo vero affronta le sfide dell’esistenza.
Questo è il Senso dello sport.
Socrate l’avrebbe definita “una grande intellettuale”. Così, lui la pensava.Nella V Olimpiade antica, svoltasi 2500 anni fa, quella che ha cambiato la storia del pensiero planetario, dando vita alla fondazione della Cultura da cui noi tutti proveniamo, il grande filosofo greco venne letteralmente ipnotizzato da un ragazzo nato schiavo che vinse tutte le gare a disposizione: corsa, giavellotto, disco, salto in alto, lotta libera. Allora, per tradizione, ai giochi potevano partecipare anche gli schiavi: chi vinceva era considerato “liberto”, cioè liberato. Socrate volle conoscere questo ragazzo, un vero gigante, che –come ogni schiavo- non aveva nome. Lo soprannominò “grandi ampie spalle” che in greco antico si diceva Plato. Disse ai suoi nello spogliatoio “un uomo in grado di avere un’equilibrio fisico perfetto, una capacità di concentrazione psichica totale, e un’armonia di movimenti così sublime e potente allo stesso tempo, un uomo così non può che avere una mente che cambierà la storia degli uomini sul pianeta”. Lo volle con sé nella sua scuola. Il ragazzo era analfabeta, non sapeva ancora che sarebbe diventato il padre fondatore del Libero Pensiero, perché aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita a organizzarsi interiormente per conquistarsi la libertà ai giochi. In pochissimi mesi imparò a leggere e scrivere in greco e aramaico. E grazie alle sollecitazioni del suo Maestro, Platone trasferì il suo equilibrio e armonia nella formulazione del pensiero intellettuale: capì che la vita era una illusione dell’ego. L’esperimento di Socrate funzionò.
Valeria Straneo, quindi, è una potente intellettuale. A sua insaputa.
Non soltanto per ciò che ha fatto, ma per come l’ha vissuto. E per ciò che ha dichiarato.A differenza di Tania Cagnotto, pessima anti-sportiva, che piagnucolando per non avere preso la medaglia ha, di fatto, insultato quella che l’ha battuta invece di complimentarsi con lei definendola “una che non mi aveva mai dato fastidio, non capisco come sia potuto accadere”. E’ una frase anti-sportiva che denota scarso equilibrio interiore. Orribile.
Valeria Straneo ai microfoni di una radio locale d’Alessandria ha dichiarato: "sono contentissima, speravo di entrare nelle prime dieci e...voilà! Nei chilometri finali ho avuto qualche problema di dissenteria, sono stata malissimo ed ero sul punto di fermarmi, ma avevo appena superato un'avversaria e non volevo farmi rimontare. Ho stretto i denti e sono andata avanti. Penso di aver fatto una bella gara, per la prima volta ho corso "a sensazioni" senza troppi riferimenti. Il percorso, malgrado le curve, mi è sembrato abbastanza scorrevole. Nella prima parte di gara mi sono messa davanti, perchè non mi piace correre in mezzo al gruppo con il rischio di prendere calci e cadere, e poi sentivo di poter tranquillamente seguire quel ritmo ed ho fatto la mia parte. Sono soddisfatta, sono davvero contenta di ciò che ho fatto".
Davvero bellissimo. E’ stata una bellissima vittoria.Uno  schiaffo morale  , una  vittoria  nella  sconfitta  . chi lo ha detto che  per  vincere  è  necessario prendere  una medaglia  .
L’ansia della medaglia è una idea della finanza legata agli sponsor, figlia di chi ritiene che il mondo si divida in vincenti e perdenti.
Il mondo, invece, si divide tra chi vive la propria esistenza assumendosi la responsabilità della propria totale unicità originale (nella buona e nella cattiva sorte) e chi aderisce a un gregge sociale e finisce per vivere una vita che non è la propria, cioè una illusione.
Ho sempre amato e praticato lo sport e mi piace il suo spirito, perché dà la chiave del Senso dell’esistenza, se uno lo sa e lo vuole cercare.
Una donna malata che a 36 anni riesce a battere le ragazze più forti del mondo (le concorrenti erano 156) e arriva dietro soltanto alle super campionesse africane, è un ottimo esempio per tutte le italiane. Per tutti gli italiani.
Invece di star lì a piagnucolare sperando che arrivi qualcuno a risolvervi la vita, è davvero il caso di apprendere la bella lezione della cittadina Valeria.
Perché se Valeria Straneo è arrivata ottava alla maratona olimpionica, allora vuol dire che davvero tutto è possibile. Basta impegnarsi.
Anche l’idea che gli italiani si sveglino e mandino a casa Mario Monti con appresso tutta la truppa della immonda classe politica che lo sostiene e lo sorregge. Ce lo insegna lo sport.
E’ possibile.
Basta cominciare ad allenare il cervello, la tenacia, l’autodisciplina, ma soprattutto la voglia di farlo per superare il proprio limite. Che sia individuale o collettivo o sociale, poco importa.Questo è anche un modo di leggere le belle storie che ci stanno alle olimpiadi.
Sono tante. Ma si vengono a sapere ascoltando televisioni straniere, leggendo la stampa straniera. In Italia vige il piattume consueto che esalta i vincenti e penalizza i perdenti.
Grazie Valeria. Davvero bravissima.

P.S. Su wikipedia non troverete neppure un’informazione sull’esistenza di Valeria Straneo, soltanto dati sui suoi tempi cronometrici, ça va sans dire.Bravissima . Anche se non hai vinto , hai vinto con te stessa proprio come Micheal Douglas negli ultimni 3\4 minuti di ( vedere il video sotto ) di Running - Il vincitore (Running), regia di Steven H. Stern (1979).   fanculo il medagliere, queste sono imprese che da sole riempiono una giornata olimpica! ( Lorenzo Valese in https://www.facebook.com/Olimpiadi.Blog  ) 

4.7.12

vittoria nella sconfitta

molti parlano  solo della sconfitta  della nazionale  agli europei , e  solo pochi come la  puntata  de l'infedele  ( anche se  solo accennato )  di lunedi 2 luglio  e   questo articolo sotto  ,  vedono nel  la sconfitta  una  vittoria  del paese reale   con  cui  i cialtroni  che ci governano  non vogliono fare i conti e perdere  voti  di quella parte che parla  e pensa  con la  pancia  , dimenticando   che  anche  noi   siamo un popolo d'immigrati (  1 2 ) .E che  ciascuno di noi,  sottoscritto compreso  ,    ha  avuto ( i parenti del marito dio mia  zia  paterna  emigrati  negli Usa   e  un mio prozio sempre materno    ch'era  per  5  anni emigrato  in Argentina   ed un cugino di mia madre in Germania    )  parenti  e avi  immigrati . 

Ma  ora prima di lasciarvi  all'articolo vi   dico parodiando  e  adattando    questo slogan  pubblicitario  ., meditate  gente  meditate   e non dimenticate  .



 Spero che   crei  qui e non solo su  facebook  , come  molti miei post   trasferiti   e\o  copiati  su fb .


balotelli_ogbonna_okaka

Chi nasce o cresce in Italia e’ italiano. Basta aspettare!

04 luglio 2012
L’Italia a Kiev purtroppo ha perso, i nuovi italiani invece hanno vinto. Può sembrare un paradosso, ma è la verità emersa in queste ultime giornate di campionato europeo di calcio. Milioni di italiani hanno scoperto grazie alla doppietta di Mario Balotelli che esistono anche i “neri italiani”, un popolo di un milione di ragazzi e ragazze che sono italiani di fatto, ma ancora stranieri per una legge ingiusta e ingiustificata. Balotelli è diventato cittadino italiano solo a diciotto anni e fino a quell’età aveva in tasta un permesso di soggiorno nel comune dov’è nato.A Mario Balotelli va quindi il merito di aver posto al centro dell’attenzione popolare non tanto la rivendicazione del diritto alla cittadinanza italiana, quanto la semplice esposizione di una realtà che mai prima d’ora era stata così al centro dell’attenzione. In tutti i bar delle piazze d’Italia, anche nei paesini più remoti della provincia, terre padane comprese, il nome di Mario Balotelli, la sua storia, il suo abbraccio alla madre e le sue lacrime dopo una finale durissima sono state oggetto di commenti e discussioni. La questione dei “nuovi italiani” è diventata finalmente una questione largamente popolare.Finalmente ci siamo almeno per metà del lungo viaggio che dovrà condurci verso una riforma giusta e civile della legge sulla cittadinanza in Italia basata sullo Ius Soli: è italiano chi nasce o cresce in Italia da genitori immigrati.Da oggi in poi raccontare le storie e la discriminazione a cui sono sottoposti i “nuovi italiani” sarà sicuramente più semplice anche di fronte alle platee più scettiche o meno informate. Ma al contempo si dovrà riflettere in modo serio su quanti altri Balotelli e a quante altre “doppiette” stiamo volutamente rinunciando danneggiando il complesso della nostra società e alimentando pesanti frustrazioni in chi quest’Italia la ama veramente, nonostante tutto.Quanti bravi avvocati, giornalisti, medici, poliziotti, magistrati, sindaci, diplomatici, funzionari pubblici e tante altre figure professionali a cui oggi rinunciamo per una legge stupida e arretrata. Giovani che con il trenta e lode all’università continuano a vivere con la minaccia della perdita del permesso di soggiorno nel Paese dove sono nati o cresciuti.A questo punto della lunga battaglia e in vista della discussione della legge sulla cittadinanza in Parlamento su richiesta del Partito Democratico, dobbiamo essere in grado di rilanciare il tema della cittadinanza sotto il profilo non solo dei diritti legittimi dei “nuovi italiani”, ma anche per il diritto dell’Italia di non vedersi sciupata una straordinaria opportunità. Senza Mario Balotelli non saremmo arrivati in finale, senza i “nuovi italiani” l’Italia perde una marcia in più. D’altronde come immaginare la scuola italiana oggi senza decine di bambini portatori di culture lontane ma straordinariamente radicati nei quartieri e negli oratori vicino alle proprie case? Come immaginare la propria città senza il negozio di alimentari gestito dall’ormai amico di famiglia di origine pakistana, la propria nonna senza la sua assistente di origine moldava o la propria pizzeria senza il bravissimo cuoco egiziano? L’Italia è diventata tutto questo. Un nuovo paese multiculturale, trasformato rapidamente nell’arco di vent’anni, ma senza particolari incidenti di percorso grazie alla giusta dose di convivenza all’italiana.Come Partito Democratico, grazie alle precise parole di Pierluigi Bersani durante l’ultima assemblea dei segretari di circolo, la nostra rotta è chiara. La prima legge in un futuro e speriamo vicino governo di centrosinistra sarà quella sulla cittadinanza basata sullo Ius Soli. Nel frattempo la nostra speranza è che si proceda alla riforma delle legge a partire da questo parlamento. Occorre quindi rilanciare l’appello a tutti i parlamentari per uno sforzo per il bene dell’Italia. Guardando in faccia a Mario Balotelli e al milione di “nuovi italiani” ancora fuori dalla cittadinanza.





emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...