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27.6.15

lo scudetto della dinamo banco d sardegna è come quello del cagliari calcio di 45 anni fa

Lo  so che  mi ripeto  ma  non trovo alte  colonne  sonore per  far  capire  in musica   come  tale scudetto è  , anche se momentaneo  ( ma le cose   più belle  e spesso quelle che  si ricordano di più , almeno per me , in questo mondo sempre  di fretta    sono  quelle  brevi  )  , un riscatto e  uno schiaffo morale   a chi per anni ( ed  ancora  è cosi in parte )   ci disprezza  .


Ora  dopo  questa premessa     veniamo al post    vero  e  proprio . Non nprima di   , come sempre  l,m lasciarvi   alcuni link per  chi volesse saperne  di più  


Ieri   vedendo  l'ultima partita  della  finale di campionato di Basket   Dinamo - Reggio Emilia  .Una  partita  emozionante 


   fra   due   squadre   destinate  a  diventare  professionisti    come  Olimpia milano  o la  virtus  Bologna  (   qui  l'elenco completo  . Inoltre   la  Dinamo oltre a rappresentare  la   sardegna   a livello  nazionale  dellas serie  A   è  stata  ,  almeno da  quel  io sappia  ,  la prima squadra  di basket  italiana  non creata   da  gruppi industriali Fondata il 23 aprile del 1960 da un gruppo di studenti locali, in maggioranza provenienti dal Liceo classico  e  chiamata   secondo  una leggenda locale   cosi  per  contrapporsi  ai gruppi  universitari della FUCI (  gruppi universitari  cattolici )      perchè  alcuni dei fondatori  erano vicini al Pci   sinistra  extra parlamentare     gli diedero il nome  dinamo  prendendo   a modello  un nome di molte  squadre    sportive     dell'allora  ex  blocco sovietico
Le  partite  di questi  play off  hanno  come lo scudetto del cagliari 69\70  unito  e  messo  da parte  i campanilismi  e provincialismi presenti  nella nostra isola  . Infatti  <<  In Sardegna c’è chi è pronto ad accoltellarsi a proposito dell’orizzonte a cui – nello stemma – devono guardare i Quattro mori. Anzi, c’è pure chi ha rotto alleanze e amicizie perché non era d’accordo nemmeno su quel simbolo ormai identitario, preferendo l’albero degli Arborea. >>
Non ci si mette d’accordo nemmeno sulla lingua: quella del Capo di sotto  [  Cagliari  e  tutto il sud   ] non va bene, figurarsi quella del Capo di sopra[  Sassari    e tutto il  nord    ] E cosa vorranno mai questi “nuoresi”   \  barbaricini  (categoria alla quale sono spesso ascritti, dai “cittadini”, tutti gli altri sardi ), con questa loro pretesa di imporre la lingua “colta” che fu di scrittori e poeti?  Ah. Naturalmente non va bene nemmeno il pseudo  o  sa limba comuna [ tentativo  insulso di creare un  sardo ibrido  \  un  sardo unificato  ) ] Chentu concas, chentu chimbanta berritas, diceva un vecchio saggio di Tresnuraghes, ricordando che i suoi compaesani sarebbero anche stati disposti a nascere senza testa pur di non dare soddisfazione a un loro vicino di casa, proprietario di una fabbrica di cappelli.
Eppure l’esempio che ci viene da Sassari >>  come  ha  scritto  ieri    sempre  l'unione sarda   <<   ci indica una via nuova, un metodo, un esempio, un Sistema. Stefano Sardara, quando ha ordito la lucida follia di portare la Dinamo Sassari sul tetto d’Italia non si è mica messo problemi a ottimizzare il meglio di quel che c’è in Sardegna. Che non è poco.
Ha rinsaldato il ventennale legame della sua società col Banco di Sardegna, ha responsabilizzato la compagnia di assicurazioni che lui stesso rappresenta, ha coinvolto le contestatissime Saras, Tirrenia e Meridiana (aziende che, spesso, hanno più preso che dato alla nostra Isola), ci ha aggiunto un altro centinaio di sponsor. È poi venuto a Cagliari a parlare con i vertici della prima televisione regionale, capendo che portare la Dinamo – ogni santa domenica di campionato e ogni santo mercoledì di coppa – nelle case di tutti i sardi avrebbe contribuito a rendere la squadra di Sassari quella di tutta la regione.
Sardara e i suoi ragazzi, compresi quelli del suo preziosissimo staff, hanno vinto sul campo ma anche nel messaggio politico, che dovrebbe essere preso da tutti noi come manifesto di una Sardegna nuova e possibile: uniti si vince, anche se siamo penalizzati dalla nostra insularità. Una stupenda nica di campionato e ogni santo mercoledì di coppa – nelle case di tutti i sardi avrebbe contribuito a rendere la squadra di Sassari quella di tutta la regione.>>  (  da  , eccetto  le  frasi tra parentesi   quadra  http://anthonymuroni.blog.unionesarda.it/2015/06/27/vivere-e-vincere-in-sardegna/  )
Ottime parole  se fossero coerenti  fra  ciò che si scrive  e  si fa  come fa notare  in un commento all'editoriale sulla pagina fb  del quotidiano  




Gianluca Brundu Ha scritto bene Direttore. "Vincere in Sardegna". In Sardegna come i vostri giornalisti. È semplicemente vergognoso che tra Videolina, Unione Sarda e Radiolina, non ci sia stato un minimo di seguito dell'evento. Non vedo una foto, un video, ieri Videolina ha fatto forse 5 minuti in tutto dopo la fine della partita senza immagini proprie. Ma avete mandato qualche giornalista? Forse si. Ma invece di lavorare preferiscono fare i tifosi a ingresso gratuito, e invece di lavorare e offrirci un servizio si fanno i selfie con i giocatori.
E noi poi dovremmo darvi anche l'euro e 20 per comprare la prima pagina???
Imparate da testate online molto più fresche e dinamiche come SardegnaSport che ha fatto una copertura totale pre-durante e soprattutto post....


 Mi sa   che   andrò ,visto che  eventi mi mettono   oltre    che allegria   un po'  di nostalgia   per  il tempo passato   e la  " vecchiaia  incipiente  "  ( compio   40  anni fra   8  mesi )  risvegliando in me ricordi ancestrali      credo che andò  a rivedermi per  i prossimi    questi film  sul mondo del basket
 
  Da  http://www.supergacinema.it/76-news/13374-ecco-tutti-i-film-sul-basket.html
Lolabunny
Una nuova lista arriva dall'Hollywood Reporter e questa volta si tratta dei migliori film sul basket.
The Fish ThatSAVED Pittsburgh (1979)
Al centro della commedia una squadra di basket di Pittsburgh sull'orlo del fallimento. I membri del team, su consiglio di un'astrologa, decidono di comporre una squadra con giocatori esclusivamente del segno zodiacale dei Pesci. Il film è diretto da Gilbert Moses.

Voglia di Vincere - (Teen Wolf, 1985)
Molto prima di Twilight c'è stato Teen Wolf. Un giovane studente di liceo, interpretato da Michael J. Fox, scopre un giorno di essere un licantropo, caratteristica che il pubblico scopre durante una partita di basket. In breve tempo lui diventa un eroe per la sua squadra e il campione della scuola, ma la sua diversità gli causa diversi problemi soprattutto a causa del preside. Un successo fenomenale, tutte le ragazze degli anni '80 impazzirono per Michael J. Fox!
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Colpo vincente (Hoosiers, 1987)
Liberamente ispirato alla storia della Milan High School che nel 1954 vinse il campionato di pallacanestro dello Stato dell'Indiana. NormanDale (Gene Hackman), il nuovo allenatore di basket in una piccola cittadina dell'Indiana che pur ricevendo polemiche sulle sue decisioni,alla fine porta la sua squadra a un campionato statale. Nel film DennisHopper, che ha guadagnato una nomination agli Oscar per il suo ruolocome l'ubriaco città, Barbara Hershey e Sheb Wooley. Il film è stato citato da diversi critici come il miglior film mai realizzato sullo sport.
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Chi non salta bianco è (White Men Can't Jump - 1992)
Woody Harrelson è Billy Hoyle, un giocatore di basket che sogna di diventare un giocatare dell'NBA pur essendo un bianco. Sydney Dean(Wesley Snipes) è invece un campione di colore, la vera star a Venice Beach; quando Billy lo sfida battendolo in una gara di tiri a tre, Dean chiede a Billy di formare una partnership. Il loro scopo è quello di batteregli altri giocatori in modo da poter fare iSOLDI.

Above the Rim (1994)
Il film diretto da Jeff Pollack è tratto da una storia del regista e Benny Medina. Racconta il dramma di un talentuoso giocatore di basket del liceo (Duane Martin) che, in attesa di una risposta per la borsa di studio per l'università di Georgetown, deve decidere se giocare il torneo del quartiere e seguire il suo allenatore di basket o se invece scegliere una strada diversa con due delinquenti locali. Nel film anche  Tupac Shakur, Leon Robinson e Marlon Wayans.

Che aria tira lassù (The air up there - 1994)
Kevin Bacon è un allenatore di basket che si reca in Kenya per cercare campioni da importare negli Stati Uniti. In Africa si affeziona ad una tribù che lo ospita, lì trova un ragazzo prodigio Saleh (CharlesGitonga Maina), il figlio del capo. Soltanto una partita di basket ad Hollywood potrà risolvere le questioni territoriali.
The Air Up There a l

Basta vincere (Blue chips - 1994)
Nick Nolte è un allenatore del college, un uomo integro che crede nel rispetto delle regole che però violerà per il solo desiderio di vincere. Ottenuto il successo, si troverà ben presto nel mezzo di uno scandalo.Scritto da Ron Shelton (Chi non salta bianco è), è il primo film sulla pallacanestro che entra negli spogliatoi, investigando nel backstage. Descrive con forte fisicità la dimensione atletica e tattica del gioco, concentrandosi sul dilemma etico: quale è il limite tra l'ambizione e la corruzione? Molti campioni o ex campioni nel cast, tra cui Shaquille O'Neal e  M. Nover.

Hoop Dreams (1994)
Documentario che racconta la storia di due studenti delle scuole superiori a Chicago - William Gates e Arthur Agee - che sognano di diventare giocatori di basket professionisti. Il film ha vinto il premio del pubblico per il Miglior documentario al Sundance Film Festival del 1994, ha ricevuto una nomination agli Oscar e ottenuto ben 16 premi.

Ritorno dal Nulla (Basketball Diaries 1995)
Leonardo DiCaprio, Lorraine BraccoMark Wahlberg JamesMadio nel film adattamento del romanzo autobiografico Jim entra nel campo di basket (1978), tratto dai diari giovanili del poeta e musicistaJim Carroll. Il film racconta la vita di questo giovane artista e promettente giocatore di basket Jim, interpretato da Leonardo DiCaprio,e la sua discesa nella tossicodipendenza.
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Rapimento per sport (Celtic Pride - 1995)
Opera prima di Tom DeCerchio, il film è una commedia sul fanatismo sportivo e sui rischi che corrono gli stessi atleti per via di alcuni tifosi criminali.Ambientato durante la finale NBA tra Boston Celtics e Utah Jazz, di cui fa parte uno dei migliori giocatori del campionato, Larry Bird. Mike (Daniel Stern) e Jimmy (Dan Aykroyd) sono due tifosi del Celtics che vogliono a tutti i costi evitare una sconfitta della loro squadra in una partita così importante.

Space Jam (1996)
Film in live action con la leggenda dell'NBA Michael Jordan e i cartoni animati della Looney Tunes. Un gruppo di criminali alieniguidato da Mister Swackhammer (doppiato da Danny DeVito), ha intenzione di catturare i Looney Tunes per ridurli in schiavitù come attrazione del Luna Park in declino.Bugs Bunny ed i suoi amici sfideranno questi alieni in una partita di basket.  Tra le altre apparizioni anche quelle di Larry JohnsonMuggsy BoguesShawn Bradley,Charles Barkley e Patrick Ewing.
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Il sesto uomo (The sixt man - 1997)
Commedia soprannaturale con Kadeem Hardison e Marlon Wayans che interpretano rispettivamente Antoine e Kenny, due giocatori di basket. Quando il famoso giocatore Antoine muore, ritornatra mille inconvenienti per aiutare Kenny.

BASEketball (1998)
Dai creatori di South ParkTrey Parker e Matt Stone, il film diretto da David Zucker, racconta la storia di due disoccupati che inventano un nuovo gioco utilizzando le regole del baseball e del basket, diventando così le star di questo nuovo sport.

He Got Game (1998)
Dramma diretto da Spike Lee con Denzel Washington nei panni di un criminale condannato per avere accidentalmente ucciso la moglie.Fuori dal carcere suo figlio è considerato la più grande promessa del basket. Jake (Denzel Washington) deve decidere dove mandare a giocare il figlio (richiesto da tutti), fino a quando non riceverà una proposta dal governatore dello Stato di New York. 
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Love & Basketball (2000)
Omar Epps Sanaa Lathan interpretano due amici che sono cresciutiinsieme nella squadra di basket di Los Angeles. Una volta cresciuti, leicapisce di essere innamorata di lui, ma continua a mettere avanti a tuttoil basket. Una storia d'amore nello sport.

Il sogno di Calvin (Like Mike - 2002)
Rimasto orfano a 14 anni. Calvin Cambridge (Bow Wow) trova un paio di vecchie scarpe da ginnastica con le iniziali "MJ" e pensa potrebbe essere appartenute Michael Jordan. Con quelle scarpe ai piedi Calvin diventa un giocatore straordinario nonostante la bassa statura, ma mentre gli avversari sono estasiati dalle cose che Calvin riesce a fare in campo, il tutore e capo dell' orfanotrofio gli ruba le scarpe. Calvin riesce a riprende grazie ai suoi amici e al suo migliore amico Tracey.

Coach Carter' (2005)
Il film è basato sulla storia vera della squadra di basket della RichmondHigh School e del suo allenatore Ken Carter (Samuel L. Jackson). La squadra è formata da ragazzi appartenenti a famiglie molto povere e in alcuni casi già sulla via della delinquenza; dopo le iniziali schermaglie i giocatori trovano in Carter un mentore e ispiratore per un futuro migliore anche a livello accademico. Nel film anche Channing Tatum,Ashanti e Rob Brown.
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Vincere cambia tutto (Glory Road - 2006)
Il film si basa sulla vera storia di Don Haskins, allenatore di una squadra femminile di basket a cui viene proposto di allenare i ragazzi del  Texas Western College, una squadra messa male sia a livello sportivo che economico. Haskins decide così diINVESTIRE i suoi soldi andando alla ricerca di giovani talenti sparsi per gli Stati Uniti, formando una squadra con cinque bianchi e sette afroamericani, che non saranno ben visti dalla mentalità razzista di quegli anni. Le vittorie ed il successo del Texas Western College daranno però ragione a Don Haskins.

Semi-Pro (2008)
Commedia sportiva in cui il canntante Jackie Moon, utilizza i suoi guadagni ottenuti con la hit "Love Me Sexy" per acquistare i Flint Michigan Tropics e diventarne proprietario, coach e giocatore.  Il film è stato numero 1 al botteghino e ha vinto il premio 2008 per il migliorESPY film sportivo.

 iniziando da , non compreso nell'elenco sopracitato dal bellissimo ( vedere locandina a sinistra ) scoprendo forrest di Gus Van Sant ed a ricercare in rete gli episodi delle tre serie di   << Time Out è il titolo con cui fu trasmessa in Italia la serie televisiva ( trasmessa  in italia  negli anni '80 )   The White Shadow (letteralmente "L'ombra bianca"), creata da Bruce Paltrow e trasmessa originariamente dalla rete statunitense CBS. Composta da 54 episodi divisi in tre stagioni, la serie era ambientata in una scuola superiore del ghetto di Los Angeles, dove un allenatore bianco si trova a guidare una squadra di pallacanestro composta per lo più da studenti neri e ispanici.Time Out fu la prima serie televisiva a proporre un ritratto credibile dello sport giocato, ed una delle prime a presentare in maniera realistica personaggi appartenenti alle minoranze etnico-religiose, affrontando nel corso degli episodi situazioni e probl












15.6.14

il tifo non è solo ultra ma è passione ed intendità Gracious Queen e Fratelli d’Italia il tifo transgenico di una famiglia e Vengono dalla periferia della capitale amazzonica, sprofondata tra miseria e affaristi a caccia di ragazzine di 15 anni. La scuola li ha premiati col biglietto

E grazie  a  storie  come queste    che   riesco ad  avere  il calcio e  lo sport  in generale   un rapporto  d'amore  - odio

la prima  è tratta da repubblica  del 14\6\2014    
 che  dimostra  come ho scritto nella tag : <> , ma  anche passione e  gioia  .
La  seconda  ,  sempre   dalla stessa  fonte   , ma  la versione online del 15\6\2014


La storia   :  Marito siciliano, moglie inglese, tre figli e una società  che cambia: così si può soffrire e gioire allo stesso tempo  Gracious Queen  e Fratelli d’Italia il tifo transgenico della mia famiglia

Francesco Merlo 

HO  tre  figli che stanotte canteranno entrambi gli inni e canteranno pure il pasticcio del tifo transgenico,Fratelli d’Italia save our gracious Queen, un inno geneticamente
modificato che loro stessi hanno composto nel 2012. E sarà subito festa, come accendere un falò in spiaggia a mezzanotte, che è l’ora dell’identità cangiante e della confusione, l’ora del trans-tifo che, come la felicità, muterà indirizzo in contin uazione, seguendo la doppia identità di favorito e di underdog. Tifare per entrambe
le squadre in campo significa infatti gioire con chi vince e allo stesso tempo soffrire con chi perde, e sentirsi orgogliosi sia del genio italiano di Pirlinho, che stanotte
farà cantare la palla dimostrando che le vie storte del cucchiaio sono più diritte della forchetta, sia della calma potenza della Royal Navy di Rooney e Sturridge che, con la maglietta sformata e le braghe a sbrendolo,
saranno l’intelligenza dei cannoni. Nell’ormai lontano 2004, quando allo stadio cantarono entrambi gli inni, ci fu un cretino - ah! l’intelligenza dei cretini - che allegramente li fotografò perché gli pareva d’avere scovato inquei bambini un prodigio da esibizione. Il più grande, che aveva allora dieci anni, appena se ne accorse si mise a piangere e dovetti portarlo via:  aveva incontrato lo stupore (la stupidità)  del nativismo. Fu la sua prima crisi di identità.
La partita, di tollerante rugby, si giocava al Flaminio, teatro e chiesa dell’identità collettiva romana. Il risultato fu il solito  disastro: 9 a 50. Nel rugby, l’Inghilterra è la sola squadra d’Europa che l’Italia non ha mai battuto. Ebbene il trans-tifo dei miei figli vorrebbe a tutti i costi conservare  l’inviolabilità e a tutti i costi provare la
gioia della prima volta. Vi sembra possibile? E forse succederà di nuovo che, straparlando  con la televisione come tutti i tifosi del mondo, agli inglesi diranno «e  dai, non fate gli italiani». Ci è infatti toccato di vedere anche Rooney e Sturridge,
Gerrard e Lampard accartocciarsi in difesa nel gioco lento del “primo non prenderle”.Fu invece contro la Germania che agli italiani in attacco dissero «forza, fate gli inglesi ». Contro la Germania infatti il loro tifo si moltiplica. Sarà pure vero che si sono rimescolate le antropologie e sono sottosopra l’etica e l’estetica dell’Occidente,ma «always against the Germans» perché il trans-tifo non è la bugia di “vinca il migliore” e neppure la famosa doppiezza (italiana e pirandelliana), il tenersi a portata di mano una via d’uscita per vincere comunque. E non è Jekyll e Hyde né la second life virtuale. Più appropriato è forse il Tarzan di Walt Disney, la nobiltà meticcia che nel film integra l’uomo col gorilla e nel tifo integra l’hooligan con l’ultrà: due
gorilla nello stesso corpo.
Nel 2012 per esempio, agli Europei, gli azzurri vinsero ai rigori una partita che era stata molto brutta e noiosa e i miei figli esplosero quando Pirlo infilzò Hart con una delle pedate più eleganti e intelligenti della storia del calcio. Ma poi sentirono  un clic e spostarono di nuovo la passione verso nord quando la traversa offese Ashley Young e premiò Buffon: «Bloody Hell!».
Quando poi Buffon parò il rigore di Cole mia figlia si alzò gridando in italiano «siiiii» e un attimo dopo si lasciò cadere mormorando in inglese «damn! dannazione ». La doppia identità è ricchezza, certo. E tuttavia, nella babele delle razze e delle culture, scoprirsi bianco e nero, musulmano e cattolico, locale e globale, maschio e femmina, vincitore e vinto è anche la condanna dell’uomo moderno, il suo labirinto; non sempre una via d’uscita, ma anche il suo contrario, l’impossibilità di ritrovare una strada di casa e tornare a se stesso. È davvero questo il futuro dell’umanità?

La prima strofa, dunque, dell’inno dei miei figli ha il ritmo italiano di “Fratelli d’Italia” - re re mi re si si do si (pianoforte) -ma comincia con God save our gracious Queen appena un po’ strascicato e prosegue così: l’Italia s’è desta / Send her victorious / Si è cinta la testa. A questo punto la musica cambia e diventa quella inglese - sol sol la fa# sol la: Siam pronti alla morte / Long live our noble Queen / Fratelli d’Italia  (la sol fa# sol) Send her victorious,happy and glorious. E passi per la marcia che si transustanzia nel maestoso non so
che, ma “i fratelli d’Italia che mandano vittoriosa felice e gloriosa la nostra graziosa  regina” non sarebbe tollerabile né qua né là. Eppure davvero il tifo è sempre più spesso meticcio in Europa, e chissà per chi
tifano i figli dei senegalesi che vivono a Bari o i figli dei turchi di Berlino. E i figli dei quattrocentomila italiani che vivono in Francia? «Sono un uomo di mondo» diceva Totò, «ho fatto tre anni di militare a Cuneo ». Ebbene, cosa sono diventati gli uomini di mondo d’Italia? Quante sono le coppie miste, quanti figli hanno e qual è la loro educazione sentimentale di tifosi ? Vivevamo a Parigi quando portai per la prima volta mio figlio allo stadio a vedere  Francia-Giappone, un’amichevole che finì 5-0. Era troppo piccolo per naufragare dolcemente nel mare della trans nazionalità che legava assieme le famiglie della mamma inglese e del papà italiano con il lavoro in Francia, mettendogli a disposizione ben tre territori nazionali. Ma era già abbastanza grande per il “così fan tutti” e dunque amare Zidane e cercare, con la mano sul cuore, l’argilla biblica di cui è
impastato nelle strofe della Marsigliese che aveva imparato a scuola. Ebbene oggi, contro la Francia il loro tifo raddoppia perché unisce la rabbia dei Vespri di suo padre alla hybris di Waterloo di sua madre.
E infatti già nel 2002 durante le partite del mondiale di Corea quel bambino di 8 anni a Parigi andava in giro tutto vestito di “nero Buffon” - maglia e pantaloncini,calze e scarpe - e si metteva al collo un crocifisso che baciava mentre guardava le partite: «Perché così fanno i giocatori italiani,e dunque Dio è italiano e ci fa vincere ». Da lì a poco fummo eliminati dalla Corea del sud e lui si liberò della sua prima crisi mistica, ma, per colpa di quel Moreno, fu subito contagiato da un’altra tossina italiana: l’arbitro cornuto. Solo più tardi
avrebbe capito la differenza con «the Referee's a wanker, l’arbitro è un segaiolo»: le corna sono la punizione italiana per il qualcun altro che sempre ci fa perdere,mentre il sesso solitario è il destino dell’inadeguato,dello sprovveduto.
Dunque stanotte in casa mia si gioca ilselfderby, il derby con se stessi. Quand’ero ragazzo il derby per me era Catania-Palermo,sicani contro siculi, bizantini contro arabi, Magna Grecia contro fenici, Roma contro Cartagine, Sant’Agata contro Santa Rosalia. E non c’era partita che non avesse sullo sfondo un vecchio rancore, un Romolo e Remo che ritornavano, Firenze contro Torino come disputa di città capitali, Milano contro Roma ça va sans dire, rivalità arcaiche e sostanziali che nelle partite di calcio diventano scontri di (in)civiltà. E invece di nuovo stanotte mi chiederò se davvero il tifo meticcio farà dei miei figli tre portatori di tolleranza per la società di domani, o invece dei nomadi del mondo sottosopra, randagi della civiltà itinerante come gli errabondi della Rete: il futuro antico teorizzato da Attali. Personalmente subisco il fascino del doppio patriottismo timido, la bellezza di essere due popoli, il sentirsi Stato come inglesi e anarchici come italiani, le due bandiere da amare, l’eleganza fragile di Pirlinho che è  il genio che gli inglesi riconoscono come
italiano e la forza intelligente di Rooney che è il genio che gli italiani riconoscono  come inglese. Stasera l’erba secca e bruciata  di Manaus si annuncia bagnata dalla  pioggia. Forza e coraggio: Fratelli d’Italia save our gracious Queen


Vengono dalla periferia della capitale amazzonica, sprofondata tra miseria e affaristi a caccia di ragazzine di 15 anni. La scuola li ha premiati col biglietto per Italia-Inghilterra. E abbiamo viaggiato con loro Vengono dalla periferia della capitale amazzonica, sprofondata tra miseria e affaristi a caccia di ragazzine di 15 anni. La scuola li ha premiati col biglietto


CONCITA DE GREGORIO

MANAUS - Hiandra non ha dormito stanotte. Alle quattro del mattino era ancora sveglia, alle sei già pronta con la sua medaglia più bella al collo, il vestito rosa a fiori, le infradito prestate dalla vicina perché le sue, un po' rotte, ha detto non le metto, con queste non sono elegante, vado scalza. Hiandra Cecilia ha sette anni. Vive a Nova Cidade, il quartiere a Nord di Manaus dove le strade sono di terra e non hanno nome. Laggiù, si dice indicando con la mano: dopo l'albero. La madre le ha spiegato: scalza allo stadio non ti fanno entrare, metti quelle di Jakeline.
Il biglietto coi colori del pappagallo Fifa lo ha tenuto sotto il cuscino, in quelle due ore di dormiveglia. "Lo metto qui, se no Weslem me lo ruba". Weslem, 13 anni, è suo fratello: gioca all'ala, dice subito. Lei a calcio no. Lei è campionessa amazzonica di jiu jitsu, ha un mazzo di medaglie così nella baracca senza bagno in cui abita. Quando l'altro giorno dalla scuola il maestro Nonato è venuto a bussare per dirle "hai vinto un biglietto per andare allo stadio a vedere Italia-Inghilterra", Hiandra, abbiamo estratto a sorte e sei uscita tu lei non ha detto una parola, ha sorriso con le gengive vuote di denti ed è andata a nasconderlo. Come il bambino della Fabbrica di cioccolato che trova il biglietto d'oro per andare da Willy Wonka, ma lei questo naturalmente non lo sa. Hiandra non ha la televisione e al cinema non c'è stata mai. Weslem, suo fratello, quando ha saputo che non ce n'era uno anche per lui ha pianto tutto il giorno poi ha detto va bene, almeno però portami un autografo di Balotelli.Il maestro Nonato ha 1.600 alunni alle elementari della scuola Dorval Varela, unico edificio di mattoni del quartiere: classi di 45 bambini ciascuna, tre turni di lezione al giorno. Dice che è una fortuna che Hiandra sia brava nello sport, che possa ogni tanto uscire dal quartiere e vedere il mondo fuori, il nuovo stadio persino, una partita del Mondiale addirittura, perché è una bambina molto sveglia e molto bella. "A 12 anni, da noi, una bambina così ha un solo destino, purtroppo. Dobbiamo vigilare molto perché se no vengono a prenderla e la portano in centro, a battere nelle case dietro ai bar. Le famiglie cosa possono fare? Non hanno nulla, vivono della Bolsa Familia, il sussidio dello stato. Quando i figli portano a casa i soldi non domandano. I maschi spacciano maconha, l'erba amazzonica che serve a curare la malaria ma se la fumi è una droga micidiale, costa quasi nulla. Le femmine si prostituiscono con i ricchi che arrivano dall'Europa due mesi all'anno per curare i loro interessi nella Zona Franca". Nella zona franca di Manaus non si pagano tasse, investire conviene.
Mentre Hiandra veglia sul suo biglietto sotto il cuscino stasera, al

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...