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13.2.19

Frittelle gratis "solo ai bambini italiani", l'iniziativa del consigliere 'sovranista' di Mantova. Meloni: "La annulli subito"





lo so che molti diranno che non è razzismo ma secondo me lo è perchè nell'ambito del comportamento e degli atteggiamenti sociali la discriminazione consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi. Ciò include il trattamento sociale di un individuo o di un gruppo, in base alla loro appartenenza effettiva o percepita, all'interno di una determinata categoria sociale "in un modo che è peggiore del modo in cui le persone vengono solitamente trattate"Esso comprende la reazione o l'interazione iniziale del gruppo predominante il quale intende limitare i membri di un gruppo minoritario nelle opportunità e/o privilegi disponibili invece alla maggioranza delle altre persone e conducendo in tal maniera all'esclusione sociale delle persone e/o di quelle entità basandosi su decisioni e motivazioni che possono anche considerarsi per certi versi del tutto irrazionali
Tradizioni culturali, politiche, idee, pratiche e leggi discriminatorie esistono ancora ai giorni nostri in molti paesi ed istituzioni in ogni parte del mondo. In alcuni luoghi i tentativi controversi come le "quote" sono stati utilizzati per beneficiare quelli che si credono essere vittime di una qualche forma di discriminazione; ma sono stati per alcuni versi definiti come "discriminazioni inverse".
Negli Stati Uniti d'America è stata istituita una politica governativa conosciuta come "azione positiva" per incoraggiare i datori di lavoro e le università a ricercare ed accettare gruppi come gli afroamericani e le donne, che sono stati gruppi di rilievo ma oggetti di discriminazioni per un lungo periodo di tempo. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il razzismo, il sessismo, l'antisemitismo e l'omofobia




a voi decidere questi sono i fatti

repubblica  13 febbraio 2019

Frittelle gratis "solo ai bambini italiani", l'iniziativa del consigliere 'sovranista' di Mantova. Meloni: "La annulli subito"


                     Il consigliere Luca de Marchi


Luca de Marchi, consigliere comunale di FdI: "Gli extracomunitari hanno già tante agevolazioni". La leader del suo partito: "Mi dissocio, chieda scusa". Il sindaco Pd Palazzi: "Discriminare sulla pelle dei bambini fa ancora più schifo"


di
LUCIA LANDONI



Le frittelle e i biglietti per l'autoscontro in regalo al luna park? Solo ai bambini italiani, però. Perché gli immigrati "hanno già troppe agevolazioni dal Comune: quindi io penso prima agli italiani". E' un nuovo caso di razzismo - nonostante i distinguo che vengono fatti tra immigrati "integrati" e non - e anche rivendicato con orgoglio. Accade a Mantova, e protagonista è un consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Luca de Marchi, "sovranista mantovano", come si definisce sul suo profilo Facebook e, sembra, già allontanato dalla Lega e da CasaPound. Il 15 febbraio organizza al luna park, e lo fa sapere con una nota, una distribuzione gratuita di frittelle riservata però "solo ai bambini italiani": un gesto di attenzione, dice, verso i bambini di famiglie in difficoltà". Ma la leader di FdI Giorgia Meloni, appena l'ha saputo, ha diffuso una nota durissima: "Mi dissocio nella maniera più categorica dall'iniziativa presa dal consigliere de Marchi, lede l'immagine del partito. Il consigliere la annulli immediatamente e porga le scuse pubbliche o saremo costretti a prendere provvedimenti nei suoi confronti". E il sindaco Pd Mattia Palazzi rilancia: "Discriminare fa schifo, farlo sulla pelle dei bambini ancora di più".
Razzismo? Quando mai, dice lui: "Le anime belle possono stare tranquille, nessun razzismo, ma priorità: a mio parere vanno aiutati prima gli italiani, che si parli di frittelle, di case popolari o di reddito di cittadinanza. Comprerò delle frittelle, dolci tipici della tradizione mantovana, e dei biglietti per l'autoscontro a mie spese e predisporrò uno stand al luna park per distribuirli ai bambini. L'amministrazione comunale di Mantova garantisce un gran numero di agevolazioni agli extracomunitari, quindi io penso agli italiani".
Per ricevere i dolci in dono - concede - non sarà però fondamentale il colore della pelle, ma forse sarà necessario comunque mostrare i documenti: "I bambini italiani non sono necessariamente quelli bianchi - garantisce de Marchi - Se arriveranno ragazzini di colore, ma residenti sul nostro territorio da almeno dieci anni e con una famiglia ben integrata, saranno i benvenuti". Carta d'identità per ritirare le frittelle? "Non ho nessuna intenzione di mettermi a fare il gendarme che chiede di mostrare i documenti. Ci saranno dolci per tutti, il mio è un atto coraggioso, ma anche provocatorio e con una finalità di propaganda, come accade in politica". Gli organizzatori del luna park, assicura, non c'entrano nulla.
"Discriminare fa schifo e farlo sulla pelle dei bambini ancora di più": è il secco commento di Mattia Palazzi, sindaco di Mantova, all'iniziativa di de Marchi. "Rivolgo a tutti i bambini mantovani un invito: andate a prendere le frittelle al luna park venerdì con i vostri compagni di scuola, in modo da fargli spendere un po' di soldi e dargli una bella lezione di umanità - dichiara il primo cittadino - Sostenere che facciamo troppo per gli extracomunitari e troppo poco per gli italiani significare dire delle idiozie senza sapere neppure di cosa si sta parlando. Con questa iniziativa de Marchi rischia di farsi espellere anche da Fratelli d'Italia, come gli è già successo con la Lega e con CasaPound". Sul gruppo Facebook "Sei di Mantova se" e sui profili dello stesso de Marchi si susseguono i commenti: c'è chi parla di "ignoranza pura e cattiveria", chi scrive che "quando si comincerà a provare vergogna per 'iniziativè di questo tipo, sarà sempre troppo tardi" e chi sottolinea che "i bambini extracomunitari che vanno a scuola con i miei nipotini sono più italiani di me"

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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