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30.5.24

IL 100 DELLA MORTE DI GIACOMO MATTEOTTI HA COSTRETTO LA MELONI A DIRE LA PAROLA FASCISMO

REPUBBLICA  30\5\2024


 La cerimonia in Aula con Mattarella, diversi ministri ed ex premier. Standing ovation per l’attore Preziosi che ha letto un estratto dell’ultimo discorso del deputato socialista pronunciato il 30 maggio 1024


Il centenario di Matteotti alla Camera, Meloni: “Uomo libero e coraggioso, ucciso da squadristi fascisti”

L’ha detto. Giacomo Matteotti “uomo libero e coraggioso”, venne ucciso “da squadristi fascisti”. Giorgia Meloni nomina le cose col loro nome, a Montecitorio, nel giorno del centesimo anniversario dell’ultimo discorso in Parlamento del deputato antifascista ucciso dalle squadracce di Mussolini. Un piccolo passo avanti. Un’affermazione ovvia, ma che ai tempi della destra fa persino notizia. “La lezione di Matteotti ci ricorda, oggi più che mai, che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza”.Montecitorio onora Matteotti. Cent’anni dopo. Il 30 maggio 1924 qui fece il suo ultimo discorso: una denuncia dei brogli e delle violenze dei fascisti alle elezioni dell’aprile precedente. Chiedeva l’annullamento del voto. Fu subissato di insulti dai fascisti. Venti giorni dopo, il 10 giugno, l’omicidio.In aula c’è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui il presidente Fontana fa vedere la piccola mostra di cimeli allestita in Transatlantico. Ci sono anche Ignazio La Russa e Giorgia Meloni, ma come un passo indietro. Tutti gli sguardi sono per lei, Giorgia. Che farà?

Parte la cerimonia. Parla Fontana. Dice che fu vittima dello squadrismo fascista. Poi l’annuncio: “Il posto che occupava Matteotti non sarà più assegnato ad alcun deputato”. Quarta fila da basso, a sinistra della presidenza. Il banco rimarrà vuoto. Come quando una società ritira la maglia di un campionissimo che ha dato tutto. “La sua morte non è stata vana”. Poi tocca a Bruno Vespa. Ne traccia un profilo intimo, familiare. Ricordo il Polesine poverissimo, la terra di Matteotti, nel quale si moriva di pellagra, tubercolosi, e da dove si emigrava in massa. Matteotti era un ricco che stava dalla parte dei poveri. Meloni sembra distratta, altrove. Nel successivo video si vede Sandro Pertini, che prese la tessera socialista nei giorni successivi alla morte di Matteotti, mentre dice: “Per la libertà bisogna pagare qualsiasi prezzo, anche quello della nostra vita”. Rumori sulle tribune. Possibile che Matteotti si riduca all’intimità, al biografismo familiare?

"Io vi accuso", i misteri e i segreti sulla morte di Giacomo Matteotti in un libro inchiesta che parla all‘Italia di oggi

Tocca allo storico Emilio Gentile inquadrare il delitto nella violenza fascista. “Si conoscono esecutori, mandanti e moventi. C’è chi dubita ancora che non sia stato Mussolini volere la morte del deputato socialista, ma non vi è dubbio che lo stesso Mussolini in questa aula il 3 gennaio 1925 si dichiarò orgogliosamente reo confesso per tutti i crimini e delitti commessi dal fascismo”. Molti, a destra, per anni hanno escluso una responsabilità del Duce. “Fu il delitto, con le sue conseguenze, a spingere il fascismo sulla via del totalitarismo o il delitto fu una conseguenza dello Stato asservito al partito fascista come lui lo definì?”. Gentile cita un articolo del Popolo d’Italia, il giornale di Mussolini, in cui il 3 maggio 1923 Matteotti venne definito “spregevole” e si minacciava di spaccargli la testa. Gentile quindi dà la risposta: il fascismo era già violenza vile con Matteotti in vita.Quindi tocca a Luciano Violante, che dice: “Proprio la storia di Matteotti ci insegna che le democrazie incapaci di decidere aprono i cancelli all’autoritarismo”. Le dittature non tollerano i Parlamenti. A un certo punto cita Pinuccia Tatarella che un giorno gli disse che “un conflitto in Parlamento ne evita uno nel Paese”. Meloni e La Russa sembrano rianimarsi. Si scambiano un’impressione. Finalmente si risentono a casa.


Quando l’attore Alessandro Preziosi, che legge l’ultimo discorso, ricorda che Matteotti chiedeva ai fascisti che lo contestavano di parlare “parlamentarmente”, l’aula scoppia in un applauso. La Russa non si accoda. E così finisce la giornata per Matteotti alla Camera. Martedì Mattarella deporrà una corona di fiori ai piedi del monumento sul Lungotevere dove venne assassinato. Dal fascismo.

15.5.21

“Io sono Giorgia” regalato agli studenti: l’indottrinamento di Fdi, in questo caso

Io non ho  niente    contro  la meloni  e che diffonda la pubblicità del suo libro  e  quindi lo promuova      (  se  cosi   lo  si vuole  chiamare   )   . Ma   che  ...... sono i  primi a lamentarsi   che :  i  prof   fanno politica ,  i libri   sono di  sinistra  ,   che  la politica   va   fuori    dalle scuole     e  poi  loro che fanno usano   la  scuola  per  diffonderlo    


  da  https://www.tpi.it/opinioni/


Immagine di copertina



Nel 1933 esistevano le cosiddette Bücherverbrennungen, che tradotto in italiano significa “roghi di libri”, ed erano appunto dei simpatici falò organizzati dalle autorità della Germania nazista per bruciare i libri non corrispondenti alla loro ideologia. Insomma, se qualche concetto a loro non piaceva, gli davano semplicemente fuoco carbonizzando parole e valori.
Fa sorridere come la situazione si sia praticamente rovesciata a proprio comodo. Oggi, infatti, un partito che si sta avvicinando proprio a coloro che si rifanno a una certa storia buia e triste (ricordiamo tutti la foto di esponenti di Casa Pound distribuire volantini di FdI a Cesena qualche mese fa), sta difendendo un libro con grande ostinazione, al punto da farne quasi una crociata.
Allo stesso tempo, è assai grave che lo faccia davanti a una scuola superiore, regalando copie a quei ragazzi che fino a ieri hanno sempre voluto preservare dalla politica quando si trattava di tematiche lontane dalla loro concezione intollerante. Non si chiama forse, questo, indottrinamento? Ma poi, mi piacerebbe sapere: con quali soldi sono state acquistate tutte queste copie? Con quelle del partito, e quindi dei cittadini ?
E allora voglio ricordare le parole della libraia che, poco distante da quel liceo romano “E. Amaldi”, ha semplicemente scelto di non vendere il libro di Giorgia Meloni: “Ho esercitato un diritto commerciale ma anche etico e morale di quello che rappresenta la vendita del libro. Un libro non è un oggetto commerciale qualunque, quindi si sceglie cosa vendere anche in virtù di quello che si vuole raccontare, soprattutto alle nuove generazioni. Ecco perché regalarlo ad una scuola è un gesto veramente che qualifica la destra e non solo.”
Perché se strumentalizzi un tema delicato come quello dell’aborto, raccontando tra le tue pagine che tua madre avrebbe voluto abortirti ma poi non l’ha fatto per scelta, quando invece nel 1976 l’aborto era permesso soltanto per fini terapeutici (diventando ufficialmente legale due anni dopo), non si chiama più libro ma propaganda ingannevole.
Ecco perché noi non possiamo che essere d’accordo con Alessandra Laterza, unica libraia di Tor Bella Monaca, che dalla sua libreria “Booklet” ha detto “mejo pane e cipolla che alimentare questo tipo di editoria”. E no, questa qui non si chiama censura, ma resistenza civile, educata e libera. Viva le librerie che fanno scelte coraggiose, e viva i libri che fanno cultura !

21.2.21

paese sempre più alo sbando fra razzismo e sessismo . il caso degli insulti alla meloni e il caso di razzismo con la partecipazione del controllore verso una ragazza i colore su un treno



Premetto  che     non provo  simpatia  politica  e  culturale per  Giorgia Meloni  ma tali definizioni  sono  vergognose   soprattutto  quando vengono    da   un uomo  di  cultura  come   Giovanni Gozzini   che  


insegna Storia contemporanea, Storia del giornalismo e History ofglobalization al Dipartimento di scienze sociali, politiche e cognitive dell’Università di Siena. Ha insegnato presso la Mount Scopus University di Gerusalemme ed è stato visiting professor presso il Center for European Studies della Harvard University. E autore di studi su Firenze
nell’Ottocento (Firenze francese, Ponte alle Grazie, Firenze 1989; Il segreto dell’elemosina, Olschki, Firenze 1994) sulla storia dello sterminio nazista (La strada per Auschwitz, Bruno Mondadori, Milano 1996), sulla storia del Pci (Storia del Partito comunista italiano, v.7, Dall’attentato a Togliatti all’VIII congresso, Einaudi, Torino 1998), sulla storia del giornalismo (Storia del giornalismo, Bruno Mondadori, Milano 20112) sulla storia delle migrazioni internazioni (Migrazioni di ieri e di oggi. Una storia comparata, Bruno Mondadori, Milano 2006) sulla storia della globalizzazione (Un’idea di giustizia, Bollati Boringhieri, Torino 2010; insieme a Tommaso Detti L’età del disordine. Storia del mondo attuale 1968-2017, Laterza, Roma 2018; insieme a Marcello Flores 1968. Un anno spartiacque, il Mulino, Bologna 2018) e sulla storia della televisione (La mutazione individualista, Laterza, Roma 2011). E membro della direzione della rivista "Passato e presente" e del comitato cientifico di "Comparativ. Zeitschrifte fürGlobalgeschichte und vergleichendeGesellschaftforschung" è peer reviewer per il«Journal of Global History». Dal 2000 al 2007 è stato direttore del Gabinetto Vieusseux di Firenze e dal 2007 al 2008 assessore alla cultura del Comune di Firenze.
Giovanni Gozzini è figlio di Mario Gozzini, l’ex senatore della Sinistra indipendente che ha legato il suo nome alla legge che concede benefici ai detenuti, e della teologa Wilma Occhipinti.

da    https://www.adnkronos.com/ 20 febbraio 2021 | 22.33 

  ed  come  tale  è giusto   che  si prendono provvedimenti  le  scuse   per  altre  forzate  :  « Chiedo scusa per aver usato delle parole sbagliate. Sono a porgere le mie scuse a tutti quanti, a Giorgia Meloni per prima e a tutte le persone che si sono sentite offese ».
 Infatti  [...] 
«Siamo increduli che nel 2021 ci si possa esprimere ancora così pubblicamente --- attacca Giovanni Donzelli, deputato e dirigente nazionale di Fratelli d’Italia  sul il  corriere  della sera  qui l'articolo completo   ---  Ancora di più che a farlo sia un professore come Gozzini, ha insultato e denigrato pesantemente Meloni». E poi: «Come al solito gli intellettuali di sinistra predicano bene e razzolano male, dimostrandosi buoni a cavalcare le battaglie in difesa delle donne solo a corrente alternata.»[...] 
Ciò dimostra  come  dal     sessismo  ,  la  volgarità  gratuita , ecc :   nessuno  sia immune  a prescindere  dalla sua  appartenenza  politico culturale      da  tale   fenomeno  .,  e che   a livello etico  e  culturale  c'è ancora molto  da fare .  concordo  con 


 ed     quanto dichiara la leader di Più Europa, Emma Bonino.

"Le mie idee politiche non potrebbero essere più diverse da quelle di Giorgia Meloni e proprio per questo oggi trovo doveroso esprimerle la mia vicinanza per le offese indegne e volgari ricevute da un professore universitario. L'odio e la volgarità non sono la soluzione, nè la strada, mai". 

veniamo   ora  al secondo  caso 

 Ancora più grave delle affermazioni della signora, è il fatto che il capo treno o controllore l'abbia fatta scendere dal treno, nonostante il biglietto regolare


    da  https://www.fanpage.it/attualita  18 FEBBRAIO 2021  17:41

Prato, razzismo contro una 19enne: “Hai starnutito e sei nera, scendi dal treno”

 

Una studentessa di 19 anni è stata vittima di un episodio di razzismo mentre andava a scuola su un treno che da Prato doveva arrivare a Firenze. La ragazza di origini brasiliane avrebbe starnutito due volte e
una donna l’avrebbe accusata di diffondere il Covid, collegando la sua affermazione al colore della pelle della giovane. Successivamente avrebbe chiamato un dipendente in divisa che, dopo aver controllato il regolare biglietto in possesso della studentessa, le avrebbe chiesto di scendere alla prima fermata.

                               di Gabriella Mazzeo


"I neri come te portano il virus in Itali". Questo avrebbe detto una donna a studentessa di 19 anni di origini brasiliane che viaggiava in treno con lei. La ragazza si stava dirigendo a scuola e per due volte avrebbe starnutito due volte mentre era seduta al suo posto. La donna, a quel punto, è andata a cercare il capotreno: dopo pochi secondi, un uomo in divisa (che non era il capotreno) avrebbe fatto scendere la ragazza alla prima fermata, quella di Sesto Fiorentino.La ragazza ha raccontato quanto avvenuto al padre adottivo, che ha poi inoltrato una lettera a Trenitalia e agli organi di stampa locale per raccontare quanto successo. La 19enne è salita su un treno regionale partito alle 7.12 dalla stazione di Prato centrale diretto a Firenze. Con sé aveva mascherina e biglietto regolare e prima di accomodarsi ha anche misurato la temperatura come da prassi, non riscontrando alcun problema. I due starnuti, però, avrebbero scatenato la reazione dell'altra passeggera che l'avrebbe accusata di "portare il Covid", relazionando la cosa al colore della sua pelle. Secondo quanto riferito dal padre nella sua denuncia, si sarebbe avvicinato a lei un dipendente di Trenitalia con divisa e trolley che dopo aver controllato il regolare biglietto della 19enne, le avrebbe chiesto di scendere alla prima fermata.La studentessa, che in quel momento si stava recando a scuola, ha pensato che si trattasse del capotreno e ha dunque eseguito quanto le era stato detto per poi attendere il treno regionale successivo per Firenze. L'episodio le ha anche causato un ritardo di più di mezzora a scuola. "Il comportamento del capotreno è inaccettabile, in quanto ha implicitamente cavalcato l'onda xenofoba e discriminatoria della passeggera che sarà oggetto di denuncia penale se individuata. Ha deciso di allontanare una studentessa in base a una mera discrezionalità senza neppure misurarle la temperatura al momento del controllo al posto. In un paese democratico non possono accadere fatti del genere" ha scritto l'uomo nella sua lettera.
La posizione di Trenitalia
Trenitalia ha fatto sapere di essere all'opera per individuare il dipendente che avrebbe detto alla ragazza di scendere. Ha fatto inoltre sapere che nel convoglio il capotreno in servizio era una donna e che quindi si sta lavorando per capire la posizione del secondo dipendente in divisa, indicato dalla giovane come un uomo. Il padre della ragazza è stato contattato personalmente dal direttore regionale della divisione passeggeri per chiarire questo passaggio.

  colonna  sonora  

Battiato- Povera  patria  Patti Smith – People Have The Power
Willie Peyote – Io Non Sono Razzista Ma…
Black Eyed Peas – Where Is The Love ?
Caparezza – Vengo Dalla Luna
Ghali – Cara Italia
Michael Jackson – Black Or White
Mirkoeilcane – Stiamotuttibene
 Jarabe De Palo – Depende
Manu Chao – Clandestino
Ivano Fossati – Mio Fratello Che Guardi Il Mondo







2.11.18

le solite becere strumentalizzazioni ad uso ideologico della storia della storia rovinano ed influiscono sul centenario ( 4 \11-1918-4\11\2018 ) del 4 novembre



Cerco   una risposta   a  qiuesta mia domanda   a  quando celebrazioni   senza  la nauseante   e  stucchevole  retorica  nazionalistica  ?  Credo   d'  ver  trovato  una risposta   negli articoli ed  i link   sopra    al post   che  riporto  oggi  ,  su  cui   vorrei  impostare   la  discussione  \  dibattito   ,  dimostrano  su  come   la  data  (  di cui  quest'anno ricorre  il centenario  )   del  4  novembre   dimostrano     dicome sia ancora  vivo  l'evento della  fine della  grande  guerra  .
Esso   fa  parte   nolenti   e  non della  nostra  storia  nazionale   su  cui ancora  non abbiamo   saputo  fare  i conti   .  Infatti nonostante    siano passati  100  anni   è   come testimonia  l'uso    strumentale  ed  ideologico     che  la  Meloni  , in questo  caso ,   si  vuole  fare  ovveroil tentativo   illussorio  ed forzato   visto che   si   vuole  fare      ciioè farne    forzatamente     una menoria      condivisa . Tentativo    che   rimane  solo utopistico ed evanescente      fin quando   si ricorda  solo  parte  della  storia  ,  
Dopo questo  pistolone     veniamo  agli articoli  

il  primo  è  una lettera      pubblicata     su  http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/  d'oggi 4.11.2018   


Carlo Montini in una foto inviata dal fronte
Carlo Montini in una foto inviata dal fronte

Grazie a Orlando Astuti e a Carlo Montini
"Cara Concita, il 2 novembre mio papà, Carlo Astuti, compie 97 anni (e rimane vostro fedele lettore). Il 4 novembre ricorre poi il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. I due anniversari sono, per la nostra famiglia, legati, perché mio papà si chiama Carlo in memoria dello zio, Carlo Montini, anche lui nato il 2 novembre, nel 1896"."Zio Carlo, proveniente da una famiglia molto patriottica (il padre, mio bisnonno Gino, era colonnello della Territoriale), scoppiata la guerra, partì volontario poco più che diciottenne. Fu promosso sotto-tenente, mandato al fronte e morì, colpito da una granata sul Veliki-Kribak (fronte del Carso), il 4 ottobre del 1916, quando non aveva ancora compiuto vent’anni. Fu insignito della medaglia di bronzo ed è ora sepolto nel Sacrario vicino a Sant’Ambrogio a Milano"."In famiglia si sono conservate le sue lettere dal fronte, prima entusiastiche, per la convinzione di stare servendo la patria, e poi sempre più drammaticamente consapevoli del massacro a cui stava partecipando. In memoria di quei giovani che in guerra morirono, e a dimostrazione che anche cent’anni fa si poteva morire da eroi ed odiare la guerra, ho pensato di condividere con i lettori della tua rubrica una lettera scritta da Zio Carlo alla famiglia il 30 marzo del 1916, durante una breve licenza nelle retrovie, lontano dalle trincee:
'Carissimi tutti,
Pace e tranquillità! Una quiete, una calma di tempo e di spirito semplicemente stupefacente! Che beatitudine mai provata, non sentire più quelle pallottole fischianti passare rasenti al buco che ci salva, non aver più quella dolorosa tensione dei nervi, non vivere più come esseri primordiali, come cani, badare a non sporgere il capo per non essere colpito e chinare la testa sulla spallina con gli occhi chiusi... fulminato! Trattenere tutto per non essere ucciso!Nulla più di tutto questo! Che bellezza! Figuratevi che ho una cameretta, s’intende di contadini, ma a me sembra una reggia e ci sono sempre dentro guardandola e ammirandola per rimanere a bocca aperta alla vista di … un … letto … lenzuola … comodini, parole che io pronuncio a scatti per l’emozione di fronte a tanta grazia di Dio! Comincio a persuadermi che questo personaggio esiste!Figuratevi, almeno figuratevelo non potendo aver un’ombra d’idea della realtà, pensate che di questo lungo periodo di prima linea il mio battaglione era nel punto più avanzato e la mia compagnia d’avamposto era ancora nel punto più avanzato di tutta la linea.Eravamo a 150 metri dalla trincea nemica e le vedette a circa 90. Si vedevano … e si parlavano! Una sera durante una mia ispezione alle vedette del mio plotone scivolai sul ghiaccio ed andai a finire nei reticolati austriaci. La vedetta nemica a dieci passi non sentì o forse intirizzito mi lasciò tranquillo e tornai… facendomi il segno della croce al ritorno alla mia trincea! Ho dunque ragione d’essere felice del nostro soggiorno attuale. Tanto più pensando… che non sono morto.
Baci. Carlo

Il secondo    un articolo  sul  fattoquotidiano  del  2\11\2018   di  

Ventotto volumi, pomposamente chiamati “albo d’oro”, contengono i nomi degli oltre 600mila morti per cause belliche. A questi vanno aggiunti, e non c’è neppure una statistica ufficiale, centinaia di migliaia di civili morti per “avversità belliche”, che tradotto significa fame e malattia. Intere generazioni spazzate vie sulle trincee e sugli altopiani, migliaia di uomini fucilati per mantenere la disciplina su ordine di tribunali militari speciali. Interi reggimenti sottoposti alla pratica della decimazione. Questa è statala guerra italiana ’15-’18. Questa e non l’eroico racconto di chi la guerra l’ha raccontata, dopo, da comode e calde case. O dai “letti di lana” come recita un verso della vera cantata della guerra, che non è la “canzone del Piave”, ma “Gorizia tu sei maledetta”.Per questo il 4 novembre non è tanto la data della vittoria, quanto la data che segna la fine dell’inutile strage. Non un trionfo ma una data che ricorda la follia della guerra e l’orrore del militarismo frutto esasperato del nazionalismo.La proposta di Giorgia Meloni 


100 anni fa vincemmo la Prima Guerra Mondiale. I nostri Eroi ci fecero liberi e sovrani. 100 anni dopo ricordiamo il loro sacrificio combattendo la stessa battaglia contro i nuovi invasori. Questo è il nostro omaggio, questa è la nostra sfida. #NonPassaLoStraniero


di fare del 4 novembre la data della festa nazionale è, quindi, non solo un modo per occupare qualche spazietto sui giornali ma, ed è peggio, un affronto al senso stesso che quella data ha occupato nella memoria del paese.
E non casualmente la proposta è infarcita di richiami alla vittoria, al Sacro Piave, all’eroismo. Le stesse parole e la stessa narrazione di chi mandava, in folli strategie, i soldati a crepare davanti le mitragliatrici e fucilava chi riusciva a tornare indietro.  Se il 4 novembre ha un significato è esattamente il contrario, a 100 anni dalla fine di quel massacro dovrebbe ricordarci altro. Dovrebbe essere un monito, terribile. Un monumento alla follia umana. Ma questo significherebbe abbandonare il terreno della propaganda, che per ironia della sorte proprio nella prima guerra mondiale diventa arma al pari di cannoni e gas tossici, e incamminarsi su un terreno più accidentato, quello della Nessun testo alternativo automatico disponibile.

riflessione e della comprensione. Terreni ostici di questi tempi.Sulle trincee e sui luoghi delle carneficine e delle fucilazioni di massa bisognerebbe tornare, per vedere per capire. Un esercizio di memoria utile non per celebrazioni di confini ma per evitare che un domani un paese senza memoria, un mondo senza memoria, possa pensare di ripiombare in quell’orrore chiamato guerra. Sarebbe il modo giusto per celebrare il 4 novembre e, magari, chiedere scusa.

Allora   si  aggiungo  io  a questo articolo  che    si potra  parlare  di memoria  condivisa      per  il momento   è  solo  fuffa  .  Quindi  spettabile  Giorgia  Meloni    si occupi se  proprio   vuole onorare    (  io  preferisco il termnine  ricordare  )   e i  caduti  in guerra   si preoccupi   (  vedere   primo url  sopra )   di   curarne  i monumenti  ed  il patrimonio  ad esso dedicato  . 

25.12.17

presepe simbolo di fede ma anche di laicità usato in maniera strumentale e farisea ( la mussolini e i teocon ) e da una parte male per una politica buonista e politicamente corretta a tutti i costi ( oresidi che lo vietano per non offendere gli immigrati o di religione diversa )



 per  chi  mi leggesse  da poco o per la prima  volta (  gli alri  posso  saltare    questo spiegone  ) . Sappia   che   non sono   contro  chi  fa il presepe  a scuola  .

Un presepe Infatti   io   sono  cresciuto  ed   hofatto i primi studi   ( elementari  ed  medie  )   nel periodo  intermedio  tra :   il concordato    del  1929 (  i  patti Lateranensi di   Benito Mussolini e il segretario  vaticani   Pietro Gasparri )  e  il   concordato   1984  (  Villa Madama, a Roma,dall'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi, per lo Stato italiano e dal cardinale Agostino Casaroli Segretario di Stato Vaticano )   .  Inoltre   i  nonni  , speciamente  qelli  paterni  ultra  cattolici   ho conosciuto  il presepe sia  a casa  che  a scuola  (  elementari e  medie )    non   me la sento di  proibirlo o  d'imporlo    forzatamente   .   E vero     che  il presepe    sia  in  forma  clasicca  e povera  sia  in forma  ricca  ed opulenta     fa parte  della  nostra  tradizione    ed  usanza     e  dovrebbe   come suggerisce   Il vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi  come  riportato   da  

dall'agregatore    news  mobile    http://www.newsrepublic.net/ 


«Carissimi fratelli e sorelle, come i pastori anche noi dobbiamo portarci alla grotta di Betlemme per incontrare Maria e Giuseppe e il Bambino adagiato nella mangiatoia. Come? Sono certo che molti di voi hanno allestito il presepio dentro la propria casa. È anche questo un modo, semplice e diretto, per testimoniare la fede cristiana di fronte a quelli che, in nome di un laicismo insipiente e arrogante [  buonismo  d'accato come preferisco  chiamarlo io  ], pretendono che oggi il presepio non s'ha da fare. A questo proposito il nostro Consiglio Comunale, con il voto unanime dei suoi 34 componenti, ha deliberato che il presepio venga allestito anche nei luoghi pubblici come le scuole. È un fatto che onora il Consiglio e la nostra Città di Trieste».Il vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi incentra sul presepe il suo messaggio di Natale ai fedeli: «Il presepio è come un libro aperto, pieno di insegnamenti necessari per condurre una vita buona. Ci insegna la sacralità della vita umana nascente, della maternità della donna e della famiglia fondata sul matrimonio. Ci insegna che le persone umili, i pastori, sono privilegiate perché chiamate per prime ad incontrare Gesù. Ci insegna la pace (“Pace in terra agli uomini di buona volontà”) e l'accoglienza di altri popoli (i Magi venuti dall'Oriente). Ci insegna il rispetto per la natura e per gli animali creati da Dio: per rendere viva la rappresentazione della Natività, nel presepio, in genere, non mancano mai le stelle, le campagne, i monti, i corsi d'acqua e il bue, l'asinello e le pecorelle. Ci insegna, soprattutto, quanto sia bello incontrare Gesù».«Papa Francesco ci incoraggia a seguire questa direzione - aggiunge Crepaldi -: "...fermiamoci a guardare il presepe... Entriamo nel vero Natale con i pastori, portiamo a Gesù quello che siamo, le nostre emarginazioni, le nostre ferite non guarite, i nostri peccati. Così, in Gesù, assaporeremo lo spirito vero del Natale: la bellezza di essere amati da Dio. Con Maria e Giuseppe stiamo davanti alla mangiatoia, a Gesù che nasce come pane per la mia vita. Contemplando il suo amore umile e infinito, diciamogli semplicemente grazie: grazie, perché hai fatto tutto questo per me". Buon Natale a tutti! ».
Come capisco    chi  come  i  neo  teocon    (  vedi il video   al lato    )  ,   reagiscono  in maniera   chiusa e  propogandistica  : <<  Da quest'anno da alberista divento presepista". Giorgia Meloni invita tutti gli italiani a seguirla: "Ho deciso di farlo da quando nessuno nelle scuole lo fa più. Come fa ad offenderti Gesù bambino? Come può offendere la nostra cultura ? Quello che io sono è in questo simbolo", conclude la leader di Fratelli d'Italia, "e voglio che Ginevra, mia figlia, lo sappia. A Natale noi celebriamo questi valori. Quest'anno prendiamo il pastorello e facciamo la rivoluzione del presepe  >>
Infatti la vera laicità è quella di lasciare libertà di farlo o di non farlo , di dire a me non piace a me si , ecc o di farlo perchè lo si sente davero o in maniera ipocrita e conformista come affermava il poeta trilussa ( 1871-1950 )

.

A me   non importa  e lo  fai  per omologazione   e  ipocrisia ( vedere i primi minuti  del    video  sopra  )  o perchè ci credi  ,mi  da  fastidio       che   lo si  imponga  :   con  la  scusa della pseudo   laicità ( uno  stato  o  dittatura    che  impongono e  rendono  obbligatorio  una  fede  , qualunque  essa    sia   non  è laicità  )    sia  ce lo  si  proibisca perchè  sei ateo   o   specialmente  per  il  laicismo insipiente  \  buonismo d'accato dettato da : ignorannza , disinformazine , luoghi comuni , mancanza di dialogo e confrontoi fra culture diverse . Infatti fa più notizia quei lupi travestiti d'agnello cioè dirigente scolastico che proibisce o non fa celebrare il natae nel senso religios: non c'è un musulmano( o almeno sono pochisssimi e fondamentalisti quelli contro ) che sia uno che abbia mai detto beh contro il presepe; ci sono invece decine o forse centinaia di casi di persone di fede islamica che hanno collaborato ad allestirlo. Per essi Gesù è un grande profeta, e la sua mamma è degna di venerazione. Ma tant'è -  come dice questo articolo  preso da   http://www.ilsussidiario.net/  ---   con l'ignoranza e il pregiudizio le fake news vanno a nozze e diventano mentalità diffusa.

 qualunque  posizione   abbiate ancora    buon     natale 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...