come promesso ecco il seguito della storia di Giacomo Calvia raccontata nel post del 2 luglio DNA never lies (Il DNA non mente mai )
dal foglio parrocchiale cittadino http://www.quiberchidda.it/pdf/21popol4.pdf
La storia di Francesca iniziata
Francesca Darima cerca la madre
Edizione:1999/2000
Data messa in onda:30/11/1999
La storia di Francesca Darima comincia nel vecchio ospedale San Giovanni di Roma dove è nata l'11 novembre del 1934. Molti anni fa all'interno dell'ospedale c'era un reparto, chiamato 'le Celate', riservato alle donne che volevano restare nell'anonimato, a volte partorendo anche con il volto coperto. Molti dei neonati venivano poi lasciati nello stesso ospedale, come è accaduto a Francesca. Le 'celate' erano soprattutto donne che appartenevano alla borghesia romana. Le loro gravidanze erano talvolta il frutto di relazioni con gerarchi fascisti o comunque con persone di ceti altolocati.
La signora Darima non ha mai accettato alcuna proposta di adozione, non abbandonando mai la speranza di poter ritrovare la vera madre. Dopo aver trascorso i primi giorni di vita al brefotrofio di Roma, fu affidata ad una balia di Ripi, un paese in provincia di Frosinone. E' qui che andavano spesso a trovarla due signori, uno anziano e l'altro un po' più giovane, portandole molti regali. Finché un giorno queste stesse persone la condussero in una villa per farle conoscere finalmente la donna che l'aveva messa al mondo. Francesca Darima ricorda però di aver aspettato invano in una stanza con la volta circolare e con degli affreschi raffiguranti due angeli e delle rose.
In seguito, mentre frequentava il collegio San Filippo Neri di Roma, la donna ricorda un altro strano episodio accaduto durante una messa celebrata a Sant'Andrea della Valle: una donna dal volto coperto le si avvicinò chiedendole se avesse fatto la comunione, e poi le regalò una banconota rossa.
Denaro e lavoro alla signora Francesca non sono mai mancati. Qualcuno l'ha sempre protetta segretamente, facendo in modo che non avesse mai bisogno di nulla. La donna, infatti, dopo aver preso il diploma di infermiera, ha spesso lavorato in ambienti importanti, come assistente e dama di compagnia, e a volte sul suo conto corrente bancario ha trovato accrediti di somme considerevoli.
Ma, per tutta la vita, il suo pensiero costante è sempre rimasto quello di potere svelare un giorno il segreto che sta dietro alla sua nascita e conoscere la persona che l'11 novembre del '34 decise per qualche motivo di separarsi da lei.
Presso il brefotrofio di Roma esiste una lettera scritta dalla vera madre di Francesca, ma in Italia nessuna legge le consente di venirne in possesso. Tutti i tentativi e le ricerche condotte fino ad ora sono sempre state bloccate proprio quando si era vicini alla verità. L'unica notizia su questa misteriosa lettera è che sulla busta ci sono due iniziali: 'C. P.'
Francesca Darima ha preparato un appello, rivolgendosi alla madre con queste parole:
"Signora C. P. che l'11 novembre, alle ore 3,23 minuti deste alla luce una bambina all'ospedale San Giovanni vi prego, non andatevene, non negatemi il diritto di sapere la mia identità. Non andate avanti al giudizio di Dio senza aver dato giustizia a vostra figlia, perché lì non si concedono attenuanti. Ho visto morire tante persone, anche i più duri si sono ravveduti e ora prego Dio di non farvi morire, di ravvedervi..."
le cui ultime notizie prima della svolta di Giugno \ Luglio risalivano al
11 ottobre 2004
Alla ricerca di Francesca Darima manca l'ultimo tassello: incontrare la madre. Il segreto della sua identità è tuttora nascosto in una lettera sigillata con sopra le iniziali "C. P.", conservata nel brefotrofio in cui Francesca Darima è vissuta a Roma. Nessuna legge, però, le consente di conoscerne il contenuto. I progressi recenti delle sue ricerche le hanno consentito una ricostruzione della vita della madre. Sarebbe originaria di un paese della bassa Ciociaria e, nel 1934, sarebbe stata una novizia in attesa di prendere i voti. Francesca sarebbe nata da una sua relazione con un principe romano, ormai deceduto. Dopo aver partorito senza riconoscere la bambina, la donna sarebbe entrata in un convento di clausura col nome di suor Marianna. Dalle informazioni in possesso di di Francesca Darima oggi si troverebbe in un convento della Valle d'Aosta le cui suore, però, smentiscono.
E quindi la battaglia che lei ha condotto non prima di contattare Giacomo non sarebbero vere o si sono rilevate un buco nell'acqua ed i libri da lei scritti fallaci