LEGGE SALVASUICIDI
Fa i debiti per curare la madre, il giudice glieli dimezza
In aumento i casi di persone che rimangono schiacciate dalle rate dei prestiti. L'intervento del Movimento difesa del cittadino
PISTOIA. La crisi da una parte, e dall’altra la tendenza a voler seguire uno stile di vita che non ci si può permettere. Sono sempre di più i pistoiesi che per far fronte alle spese di ogni giorno ricorrono a forme di finanziamento. Che, usate inconsapevolmente, oppure di fronte a imprevisti economici, possono generare situazioni a volte tragiche. Per far fronte alle quali, nel 2012, è stata varata la cosidetta “legge salvasuicidi”. Studiata per aiutare famiglie e piccoli imprenditori ad uscire dal sovraindebitamento: proponendo al Tribunale un piano per la ristrutturazione dei debiti che, se approvato dal giudice, sarà obbligatorio per tutti i creditori.
Ed è proprio di questo che si occupa il Movimento difesa del cittadino di Pistoia, a suo tempo sportello pilota per la Regione Toscana su questo fronte e oggi punto di riferimento per altri sportelli nati negli anni in tutta Italia. Nel 2017 sono state 236 le pratiche portate avanti dall’Mdc di via Puccini (la sede è al numero 85), guidato dalla responsabile per la Toscana Desirée Diddi in sinergia con l’avvocato Simone Silvestrini. Non tutti casi di sovraindebitamento, ma anche pratiche per le controversie che i cittadini si trovano ad affrontare con i grandi gestori telefonici e di altre utenze, spesso per servizi o contratti non richiesti: spesso risolte agli appositi tavoli di conciliazione con rimborsi e risarcimenti. Sempre però, solo i casi (l’Mdc è fermo su tale presupposto) che, al termine di un colloquio preliminare gratuito, vengono giudicati idonei per essere portati in fondo.
Sovraindebitamento, dicevamo. Due i casi eclatanti risolti ultimamente in via Puccini. Quello di un dipendente pubblico indebitato con una finanziaria per oltre 50.000 euro, per far curare la madre anziana e malata sempre più gravemente; e che poi quando la madre era morta non aveva potuto più rientrare essendo venuta a mancare la pensione della donna. Riconosciuta la sua meritevolezza, il giudice ha ridotto il suo debito a 20.000 euro accogliendo la proposta di rateizzazione.
Secondo caso, quello di una coppia di coniugi, il cui debito di circa 77.000 euro (gravidanza andata male, conseguente malattia della donna, seguita dal suo licenziamento) è stato ridotto del 40% dal tribunale, ristrutturandolo poi con un piano di rateizzazione a lunghissimo termine.
Ed è proprio di questo che si occupa il Movimento difesa del cittadino di Pistoia, a suo tempo sportello pilota per la Regione Toscana su questo fronte e oggi punto di riferimento per altri sportelli nati negli anni in tutta Italia. Nel 2017 sono state 236 le pratiche portate avanti dall’Mdc di via Puccini (la sede è al numero 85), guidato dalla responsabile per la Toscana Desirée Diddi in sinergia con l’avvocato Simone Silvestrini. Non tutti casi di sovraindebitamento, ma anche pratiche per le controversie che i cittadini si trovano ad affrontare con i grandi gestori telefonici e di altre utenze, spesso per servizi o contratti non richiesti: spesso risolte agli appositi tavoli di conciliazione con rimborsi e risarcimenti. Sempre però, solo i casi (l’Mdc è fermo su tale presupposto) che, al termine di un colloquio preliminare gratuito, vengono giudicati idonei per essere portati in fondo.
Sovraindebitamento, dicevamo. Due i casi eclatanti risolti ultimamente in via Puccini. Quello di un dipendente pubblico indebitato con una finanziaria per oltre 50.000 euro, per far curare la madre anziana e malata sempre più gravemente; e che poi quando la madre era morta non aveva potuto più rientrare essendo venuta a mancare la pensione della donna. Riconosciuta la sua meritevolezza, il giudice ha ridotto il suo debito a 20.000 euro accogliendo la proposta di rateizzazione.
Secondo caso, quello di una coppia di coniugi, il cui debito di circa 77.000 euro (gravidanza andata male, conseguente malattia della donna, seguita dal suo licenziamento) è stato ridotto del 40% dal tribunale, ristrutturandolo poi con un piano di rateizzazione a lunghissimo termine.