da la nuova sardegna del 1\3\2025
Porto Torres
Si chiama Sara Marcella Occulto, ha 39 anni, è di Porto Torres, è sposata e ha una figlia di 10 anni. Sara Marcella vive nella Nurra, a Palmadula, ed è una delle tante donne e madri che lotta contro il cancro al seno, una delle patologie tumorali più diffuse del pianeta. La malattia la combatte con le cure, la volontà e un'altra arma originale: l'arte. Sara Marcella infatti ha sempre dipinto sin da piccola e partecipato a concorsi, diplomandosi in quella fucina di talenti che è sempre stato il liceo Filippo Figari di Sassari. «Grazie a questa passione ho
Sara Marcella Occulto e il ritratto della figlia
superato i momenti più bui, che in questi anni sono stati tanti - racconta la donna -. Ho quasi sempre disegnato a matita, in bianco e nero, specie i volti di persone. Nella disperazione i colori nella mia mente cambiavano. Ed erano passionali, attaccati alla vita: il giallo, il rosso, il rosa e il fucsia. Pensavo anche ai miei artisti preferiti: Picasso e Caravaggio. Alle loro opere con i miei colori, che mi davano la forza».La malattia per Sara si è svegliata nel luglio 2021, quando aveva appena aperto lo studio di massaggi olistici, in cui con regolare corso si era specializzata: «Dopo i controlli e gli esami il ricovero all'ospedale di Sassari – racconta la donna -. La situazione è grave. Ho un cancro. Non c'è tempo da perdere. Grazie all'amore

e impegno della dottoressa Pinella Serra mi trasferiscono ad Abano Terme. Il 9 novembre mi operano, guidati dal professor Stefano Martella. Mi portano via tutto e mi salvano la vita. Sono contenta fuori, ma piango in silenzio. So che non è finita. Ho paura di lasciare sola la famiglia e di non poter più disegnare».
Il calvario continua. «Inizia la chemioterapia. Da dicembre a luglio 2022. Le cure mi buttano a terra. Cerco di disegnare. Nei momenti di depressione occhi piangenti. Ma non è finita. Dopo la chemio inizio la radioterapia. Che mi brucia la pelle e l'anima. Riesco però a disegnare il murale dello studio di massaggi, anche se nel 2023 non sto bene, è un inizio di depressione». La malattia però sembra sconfitta.
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ritratto d'andrea parodi |
«Gli esami istologici e gli altri vanno bene per tutto il 2024. Il male non si risveglia più. Ma sono certamente più debole di prima. A volte non ho forza per occuparmi delle faccende domestiche più dure, riprendo però il lavoro di massaggiatrice - continua l'artista -. E disegno. Presto farò una mostra delle mie opere. Ho anche costruito una bambola che vorrei esporre. È fatta interamente di carta riciclabile. Il suo viso è bianco e rappresenta la purezza. Che si aggiunge agli altri stati d’animo che ho sempre voluto rappresentare: la forza, la protezione e l'amore».
Per Sara Marcella Occulto arriva anche un piccolo aiuto: una pensione mensile di 300 euro. «Non so però se ridere o piangere per la somma che mi è stata riconosciuta». Sara Marcella da mesi segue la terapia ormonale, e non è semplice. La fa andare in menopausa, per non fare risvegliare cellule pericolose. Ma purtroppo per la donna non è finita. Ha bisogno di un altro intervento, poi un altro ancora, da eseguire all’ospedale Brotzu di Cagliari. «La pelle del seno si è bruciata, la devono ricostruire con altra pelle che mi preleveranno dai fianchi e poi devono mettere i seni stessi in asse». L'ennesima prova di questi anni difficili. «Nel frattempo sto cercando a Porto Torres la sede per esporre i miei quadri e le mie creazioni di queste stagioni - conclude Sara Marcella -. Mi devono dare alcune risposte. Lavoro, dipingo. E non ho più paura».
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Onifai In un mondo in continuo cambiamento, anche i piccoli paesi si trovano a vivere trasformazioni che portano nuova linfa vitale. Due nuclei familiari originari del Pakistan per un totale di 15 persone hanno deciso di trasferirsi definitivamente in paese ottenendo nei giorni scorsi la cittadinanza italiana. Dopo aver vissuto a Roma per 10 anni, Shah Zar Wali ed il suo nucleo familiare, si sono spostati per motivi di lavoro in Sardegna, dapprima ad Olbia e successivamente ad Onifai dove si sono integrati perfettamente con gli altri residenti. Shas vorrebbe aprire un negozio a Orosei ma continuerebbe a risiedere in paese che ritiene un posto adatto ai bambini ormai inseriti sia a scuola che nei servizi socioeducativi. I più piccoli frequentano la scuola dell’infanzia mentre i grandicelli prendono l’autobus per spostarsi nella vicina Irgoli. Nel doposcuola i bambini partecipano anche al punto studio spazio giovani e alle attività della ludoteca e tutti, prendono parte infine ai corsi di italiano per stranieri offerta dai servizi bibliotecari. «Il conferimento della cittadinanza italiana non è solo un evento amministrativo ma un segno del tempo che si rinnova» dice il sindaco Luca Monne. «Un respiro che porta con sé culture, tradizioni e colori diversi. È come se le strade del paese si allargassero, accogliendo non solo nuove persone, ma anche nuovi modi di pensare, nuovi sapori, nuove voci che arricchiscono la melodia quotidiana».«Scegliere Onifai come casa rappresenta sì un riconoscimento giuridico, ma soprattutto un simbolo di integrazione e accoglienza – spiega il sindaco –. I gesti di sempre, il saluto a chiunque si incontri per strada, il lavoro nei campi, la vita della comunità, su cumbitu in su tzilleri, si mescolano con nuove parole, nuove abitudini che lentamente si integrano senza cancellare nulla. Forse è proprio questa la chiave per affrontare il futuro con saggezza: non temere il cambiamento, ma accoglierlo come un arricchimento. Non si perde l’identità aprendosi agli altri, anzi, si rafforza e forse la vera sfida è riscoprire il valore dell’incontro». E conclude con un ringraziamento all’ufficiale di Stato civile del Comune di Nicoletta Pulloni, che «con professionalità e puntualità nella giornata di ieri ha condotto la cerimonia».
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Cabras Dopo sette anni trascorsi in canile, ora vive con il suo amico umano Andrea, 30 anni, e gioca libera in giardino dove, a poca distanza, abita un altro cane con cui la cagnolina ha già fatto amicizia. E’ la nuova vita di Domitilla, ribattezzata Scintilla, manto bianco e macchia nera sul tenero musetto: grazie al progetto Baibau, avviato dall’amministrazione comunale nel 2023 per combattere il randagismo urbano e incentivare le adozioni dal canile, ha trovato finalmente casa a Cabras.

Il percorso di avvicinamento tra il cane e il suo padrone è stato guidato dall’educatore cinofilo che segue il progetto per il Comune e prima dell’adozione l’animale ha ricevuto le adeguate cure veterinarie. Dopo la sua adozione Domitilla è stata ribattezzata Scintilla. Il colpo di fulmine è avvenuto grazie alla pubblicazione delle sue foto, sui canali social dell’ente. Andrea cercava una cagnetta solare e serena e, dopo sole tre ore dal loro primo incontro, ha deciso che Domitilla avrebbe fatto al caso suo. Fra i due l’intesa è stata immediata.
«Siamo soddisfatti di vedere come Baibau stia dando i suoi frutti – ha commentato
Carlo Trincas, l’assessore alla Cultura che ha avviato il progetto – l’adozione di Scintilla dimostra l’efficacia del nostro impegno per migliorare le condizioni degli animali ospitati nel canile e offrire loro la possibilità di una nuova vita. Grazie alla collaborazione con professionisti e associazioni partner e al supporto delle famiglie adottive, stiamo riuscendo a fare un passo importante verso il benessere degli animali e la sensibilizzazione della comunità. Continueremo a lavorare per garantire che altri cani come Scintilla possano trovare una casa». Quando il progetto Baibau è partito nel 2023 i cani presenti nel canile erano una sessantina, mentre oggi sono 40. Con il Comune collaborano le associazioni Effetto Palla Onlus e Hachiko Eroi a 4 zampe.
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