Er firme drènto 'na stanza



Francesco lavoro


Una stanza al centro di Roma anno 2038, squilla il telefono, una radio accesa è appena giorno. Francesco solleva il telefono e all'altro capo la voce del suo amico Claudio. "Non mi dire che anche tu sei già sveglio?" Francesco risponde: "Non da molto, Claudio dimmi!" Il suo amico aveva ancora la voce un po' rauca per la nottata e precisa: "Ho fatto mattina e ho letto il manoscritto". Dimmi Claudio, si può fare? Una piccola pausa di silenzio. "Si, il copione di tua madre, mi  è piaciuto molto, ho solo  bisogno di chiarimenti, devo capire tante cose di tua madre, prima di sviluppare la sceneggiatura, la devo conoscere e tu mi devi parlare di lei, per fare un bel lavoro  devo entrare dentro la sua anima". Claudio, vediamoci domani a casa mia. A quale casa Francesco? Adesso mi si confondono le idee, in questi ultimi tempi non ricordo, ma  dove abiti, ma  tu sai quanti indirizzi hai cambiato? Francesco ridendo, per adesso sono a p.zza Margana, una piccola piazzetta vicino al Campidoglio. Quando finirai di girare?  Ti sei fatto tutte le piazze e i vicoli di Roma.
Sai Claudio, a forza di girare film, cambiare alberghi, città, mi viene di cambiare anche la casa, non so perché, ma è così. Mi sembri una trottola Francesco fermati! una buona volta.
La telefonata durò ancora un bel po', i due amici si scambiarono delle opinioni e idee sul manoscritto. Senti Francesco, visto che in questi giorni non giriamo possiamo lavorarci ti sta bene? Allora Claudio, stasera ci vediamo da mia madre tu conosci dov'è, qualche volta sei stato da lei, e domani vieni alla mia nuova casa. Desidero prendere e darti altro materiale che si trova allo studio di mia madre, e poi sul PC, c'è molto di lei, sai che io nella ripresa sono bravo, ma, non mi parlare di PC, non ci capisco
nulla, preferisco che lo apri  te e controlli, non vorrei cancellare i suoi scritti.
Francesco il primo pomeriggio dello stesso giorno arriva al quartiere Salario, parcheggia la sua moto, apre lo studio, accende la luce, la stanza dal buio pesto, entra in penombra, illuminata da una vecchia lampada "Liberty".
Le altre stanze sono chiuse, un profumo di erbe secche, (sua madre aveva l'abitudine di riempire ogni vaso, ogni ciotola le poneva un po' in giro), odore di alloro, di finocchio, d'incenso, le pareti e i vecchi mobili di noce ormai  erano impregnati come una vecchia fumeria di erbe! Si sentiva ancora la sua presenza, sembrava che lei fosse ancora lì. Francesco si siede su una poltrona sotto la finestra, e lì poteva vedere, ancora dove sua madre era sempre seduta. Francesco non sentiva la sua mancanza, non era abituato a vederla spesso, era sempre fuori per lavoro, ogni volta che Francesco partiva era lei che con la sua fantasia partiva per andare a girare il suo film. Nessuno aveva compreso questa sua grande passione, le bastava vedere un panorama e lei ci costruiva una storia, erano i suoi film e sempre fino alla fine ha continuato a fantasticare il mondo della celluloide. Anche sua madre, non lo cercava mai! sapeva che quando era libero lui la chiamava, aveva sempre paura di disturbare sul set.
Appena Claudio arriva si mette al PC e per diverse ore la stampante macina pagine, copia, poi  su una penna le immagini, che scorrono veloci sullo schermo, Francesco chiede all'amico cosa stesse facendo? Tua madre ha tanto di quel materiale da poter girare cento film, immagini, racconti, poesie, tua madre era un vulcano, conosceva la sua città e altre con l'occhio segreto della macchina da presa. Guarda! guarda Francesco, queste immagini stupende, la sua città, l'ha immortalata in ogni angolo, guarda le ha tutte classificate, era molto precisa e ordinata qui c'è il lavoro di regia, di fotografo di scena, di  costumista, di scenografo, sono sceneggiature complete. Francesco, mi chiedo dove trovava il tempo tua madre! Tutto classificato, sembra che abbia sempre fatto questi mestieri.
Francesco resta ammutolito e le iniziano a venire in mente frasi che sua madre le diceva: "prima o poi, io farò il mio film". Guarda  queste immagini, sono stupende, sono classificate:  "Il Principe dei gabbiani" le ha riprese di nascosto, guarda...guarda questi gabbiani! Lui è un barbone, ma guarda i particolare delle riprese, guarda le sue mani curate, un gabbiano sul cappello e uno che si fa imbeccare quanto amore in queste immagini stupende! Quanto materiale,  quante idee, guarda questo vicolo di "piazza Navona",  questa immagine su "Campo di Fiori" e questi scritti in vernacolo, bella questa sua semplice ironia. Simpatica questa poesia, fa parlare le fontane di Roma, ma era romana tua madre? Si Claudio, era nata al centro di Roma, ma le sue origini erano Umbre, la mia bisnonna e la mia nonna materna erano di Orvieto. Ricordo che  mi raccontava, che suo padre la portava sempre a "Borgo Pio", al cinema 'Castello' e quando la lasciava lei per ore s'incantava a guardare il telo bianco. Mi ricordo una  frase che il direttore del cinema disse  a mio nonno Emilio: "Amico mio 'sta regazzina invece de giocà, sta sempre drénto er cinema, prima o poi farà quarche firme!".
Adesso capisco Francesco la tua bravura nel tuo lavoro, sicuro che l'hai ereditata da tua madre. Franca Bassi
  Alloro                                               Immagini di franca bassi "Alloro" vero e di ferro battuto
         



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