“Si dice che la sofferenza educhi gli esseri umani. Ma allora,
visto che soffrono da tanto tempo, perché non sono diventati più
saggi? Nel momento in cui sono travolti dalla tormenta, prendono
la risoluzione di non commettere più determinati errori, e
pregano anche il Signore, proprio loro che non pregavano mai! Ma
non appena le cose si sistemano un po', dimenticano velocemente i
loro buoni propositi. Sì, perché soffrire non basta, e se essi
non comprendono perché soffrono né ciò che bisogna fare per non
soffrire più, ricadono nelle stesse debolezze e negli stessi
errori, e ricominciano a soffrire.
Chi soffre ha bisogno di luce per essere illuminato sulle cause
della sua sofferenza e sui mezzi per porvi rimedio, ed ha anche
bisogno d'amore per essere riconfortato e incoraggiato. Si
possono dunque guarire gli esseri dalle loro sofferenze soltanto
sapendosi manifestare nei loro confronti con saggezza e con
amore”.
visto che soffrono da tanto tempo, perché non sono diventati più
saggi? Nel momento in cui sono travolti dalla tormenta, prendono
la risoluzione di non commettere più determinati errori, e
pregano anche il Signore, proprio loro che non pregavano mai! Ma
non appena le cose si sistemano un po', dimenticano velocemente i
loro buoni propositi. Sì, perché soffrire non basta, e se essi
non comprendono perché soffrono né ciò che bisogna fare per non
soffrire più, ricadono nelle stesse debolezze e negli stessi
errori, e ricominciano a soffrire.
Chi soffre ha bisogno di luce per essere illuminato sulle cause
della sua sofferenza e sui mezzi per porvi rimedio, ed ha anche
bisogno d'amore per essere riconfortato e incoraggiato. Si
possono dunque guarire gli esseri dalle loro sofferenze soltanto
sapendosi manifestare nei loro confronti con saggezza e con
amore”.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
3 commenti:
sapete perché l'uomo di spirito si tiene i normali (e non) dolori, che potrebbe alleviare o eliminare? appunto perché con il richiamo continuo di tale dolorosa spia si tiene in continua vigilanza a non scantonare a destra o a sinistra non appena il dolore cessa; e perché la forza dello spirito aumenta quanto più si accoglie il dolore con una carezza, con l'ahimsa, con il non opporre a quel male nella carne altro male consistente in dura e fiera opposizione a esso. E l'esempio fatto vuole anche simbolicamente avviare all'iniziazione della compassione e del perdono verso coloro che ci fanno del male, discernendo tra il male da cui non lasciarsi coinvolgere, da colui che lo fa (nessuno tocchi Caino).
M. Ivanov sarà sempre un ottimo discreto ma non inefficace testimonio dello spirito. restiamo - senza far riferimento ad alcuna ideologia o ideale religioso politico - in tale superiore piano, evocante il Cristo che invita a non rifiutare il mondo in cui vive, ma essere capace di non sentirsi del mondo.
grazie per questa occasione di riflessione e perché no anche di meditazione e ancor più su
filejah pojeta
Ciao! E' questa riflessione che mi stava frullando per la capa proprio in questi giorni e mi chiedevo perché il genere umano che capisce tanto e perciò ha capito in massa che si vive una volta sola, non cerca di viverla in pace con l'adozione di tutti gli accorgimenti adatti a raggiungere lo scopo?
Si ingegna, invece, per trovare tutti i motivi, anche i più futili (quando non sono crudeli e sanguinari), per costruirsi l'infelicità.
Purtroppo! Un saluto affettuoso, Gabriele.
La sofferenza serve... ma guai a credere di trovare un viatico unicamente in essa. Bisogna capire il perchè della sofferenza, indagarne le sue remote cause, avere consapevolezza insomma.
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