Caro Babbo Natale,
sono un povero precario scolastico, ti scrivo per chiederti un piccolo regalo per Natale. Non ti chiedo un ruolo, magari un ruolo nuovo fiammante, con il cambio di classe di concorso incorporato.
Non ti chiedo una scuola vicino casa mia, per svegliarmi tardi e raggiungere a piedi la scuola senza i soldi per il pieno di benzina.
Non ti chiedo di non vedere più la scuola italiana ridotta così, migliaia di miei colleghi messi in mezzo ad una strada, scuole chiuse, disabili che non hanno più il sostegno, il ritorno al grembiule ottocentesco, e tutta la stampa a darci dei cret..i, e i sindacati a pietire dal governo un appuntamento.
Non ti chiedo di non essere picchiato dai ragazzi, di avere più stipendio, di poter pensare a me come a un educatore e non come a un burocrate. Di non dover litigare con il preside perché metto voti troppo bassi e così i ragazzi cambiano scuola (perchè la scuola è diventata un'azienda e ci tiene a non perdere clienti).
Non ti chiedo di avere Marco Lodoli come ministro dell’Istruzione, dopo che un plebiscito popolare abbia spedito Berlusconi, Brunetta e la Gelmini in Isvizzera. Non ti chiedo di ritrovare un po’ di serenità, di poter spegnere il computer, di poter ritornare a giocare con i miei bimbi per le strade a pallone. Non ti chiedo niente di tutto ciò. Ti chiedo solo una piccola cosa: un biglietto per venire a stare a casa tua, a fare la renna... Ti prego, rispondimi. Tuo
Alessandro
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