6.11.24

Annalisa Zirattu Reni e il make-up sui cari estinti «Così li trucco per l’ultimo viaggio» Parla lunica tanatoesteta del nord Sardegna ., il bellissimo gesto di Pecco Bagnaia .,

   Lo  che    le  festività    d   del  31  ottobre    ,  1 e 2  novembre  sono  passati  ,  ma     non (  almeno  per  me   è  cosi  )   ci  si  smette  mai  d'interrogarsi  sul  senso della  vita  e  della morte     anche se    a volte   per  evitare  pensiueri  trisiti  ed  elucubrazioni inutili   :  <<   [...] Voglio trovare un senso a questa vita\Anche se questa vita un senso non ce l'ha\Voglio trovare un senso a questa storia \ Anche se questa storia un senso non ce l'ha  [...]    >>  .  Ma  soprattutto perchè    non si finisce  mai  di  apprendere  e  di conoscere  coise  nuove  o   sotto     un altra  prospettiva   . Infatti    credevo che tale  lavoro fosse   qualcosa     del  mondo  dello spettacolo     e del cinema    come  il     caso  del  film  I cassamortari  un film italiano del 2022 diretto da Claudio Amendola. o    fosse  solo usato    in casi    paticolari  tipo imbalsamazioni  di personaggi storici    antichi  (  i  faraoni  egizi  )  o  contemporanei  (  i leader  sovietici  dell'ex  Urss   o pontefici   ) .  Invece c'è chi lo fa fissso come lavoro come Annalisa Zirattu Reni di Olbia  la  cui  vicenda  è raccontata  da la nuova sardegna del 6\11\2024

Annalisa e il make up dei defunti «Curo l’estetica del caro estinto» «E importante mantenere il distacco, ma non ti abitui mai»

Annalisa Zirattu Reni  ( foto    in alto  a  sinistra  )  di Olbia, è tanatoesteta.Si occupa della cura dei defunti subito dopo il decesso, prima dell' esposizione delle salme Della camera ardente. È l'unica ad avere la qualifica e praticare nel nord Sardegna, ha iniziato în modo casuale. Nessun timore per lei, ma tanta emozione davanti al dolore dei familiari o ai gesti di affetto.È un lavoro particolare, di cui è difficile parlare li beramente conl e altre persone. >>Un mestiere che esiste e ha un'utilità fondamentale ma rimane nell'ombra, coperto da un grande silenzio.«In realtà è così «perché fino ad alcuni anni fai discorsi sulla morte non è rano certamente un tabù . AQuando una persona scompare, una delle prime telefonate la riceve proprio Annalisa, dall’agenzia funebre incaricata o direttamente dai familiari. L'olbiese, unica ad avere la qualifica e praticare nel nord Sardegna, e in generale una delle pochissime nell'isola, ha iniziato .in modo casuale. «Sì ho scoperto questa figura nel 2012 su Google, da lì mi sono interessata e ho conosciuto la scuola di formazione funeraria “centro studi oltre” di Bologna». Conse gue il primo e secondo livello di tanatoestetica, Inoltre, ha la.qualifica nazionale di nécrofora, «dietro ci sono tante nozioni anatomiche ma anche burocratiche». Ci sono tempistiche e procedure medico-legali per l’accertamento della morte da rispettare. E poi tutte le precauzioni: «L'azione è limitata, non è possibile ecludere le vie respiratorie enon si può fare niente che impedisca il manifestarsi della vita»,spiega. Appassionata di tradizioni funerarie antiche e moderne, di cimiteri («Ho visto quelli monumentali di Sassari, Genova, Parigi, Londra»), ma anche di antropologia, Annalisa Zirattu Reni si trova a svolgere questo lavoro da ormai dodici anni. Tanatoesteta, con quest'accezione grecizzante e misteriosa,fa pensare solo al trucco ma non è così. Lei.si occupa anche del resto del visibile, della sistemazione dei capelli e della vestizione, pet restiture il corpo nella migliore condizione possibile in cui verrà visto da’ familiari e cari.
Un'attenzione.che riesce a dare un aspetto molto simile aquello in vita. «Ci sono alcuni casi dove è necessario intervenire in maniera importante — spiega lei — mi riferisco a persone che perdono la vita peri ncidenti, per infarti o gravi malattie». In abitazione o in'ospedale, entra nella stanza, a volte accompagnata da un familiare che le dà indicazioni («e mi chiedono una ciocca di capelli da conservare .»), apre le sue tre valigette: una contiene i kit per il restauro, uno per il parruccco e uno per il caumoflage apunto «Non mi impressiono, cerco di tenere un distacco da ciò che sto facendo anche se non ti abitui mai. Però mi emoziono, questo sì e tanto, quando i familiari mi abbraciano o urlano disperati per il dolore della perdita». Da piccola,il padre portava lei e la sorella a passeggiare per il vecchio cimitero, l'interesse era versol e statue, le decorazioni, non avrebbe mai pensato di lavorare in ambito funerario. Ragionandoci, Annalisa parla di riti ancestrali, basti pensare alle vicine tombe dei giganti, o alle pratiche in cui i morti venivano ricoperti di ocra rossa già dal Neolitico, e parafrasa Epicuro: «Questo lavoro normaliz ala morte.Non ha a che fare con la vita, così come la vita non fa parte della morte». In centinaia di interventi,qualche vicenda è rimasta impressa: «Una moglie mi chiese di usare l'impronta delle dita del marito defunto per sbloccare la password del telefono», infedeltà oltretomba. Alcune storie stringono il cuore: «Ricordo il compagno di un ragazzo scomparso, avevano una relazione ma nessuno lo sapeva. Nessuno sapeva che la persona morta era omosessuale, e mi ha fatto male vedere il fidanzato non potere piangere una perdita così grande come avrebbe davvero voluto. Non poteva fare il vedovo davanti ai familiari e a tutti per mantenere quel loro segreto».

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mettendo  in ordine  il  mio  account  fb   secondario  , leggo    da  Lorenzo Tosa   del bellissimo  gesto  fossero  tutti  cosi   gli artisti  e   gli sportivi      di Pecco Bagnaia

                      Lorenzo Tosa·


Pecco Bagnaia ha detto una cosa che raramente si sente a qualunque livello, figuriamoci quando ti giochi un campionato del mondo.

“Io a Valencia non sono disposto a correre, anche a costo di perdere quello che è il mio massimo obiettivo, vincere il titolo Mondiale. Correre è una festa, e loro stanno vivendo un momento terribile. È giusto fermarsi.”
Questo ha detto Pecco Bagnaia, l’unico dei big che ha preso una posizione nettissima sulla (in)opportunità di correre il Gp di Valencia, mentre in città si contano ancora i morti per la tragica alluvione che l’ha colpita.
Ci sono dei momenti in cui è giusto fermarsi, è rispettoso, è semplicemente umano.
È quello che, per fortuna, alla fine è stato deciso.
E Pecco ha appena dato una dimostrazione di cos’è un uomo, molto prima del campione.


concludo    con questo  post   preso  non ricordo  l'account  \  pagina  fb   ,   ho problemi con   quasi  tutti   i social  di meta ( facebok  , tick  tock  ,  whatsapp  ,  istangram , Threads )   in questi  giorni   




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