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analizziamo il primo caso e la prima parte del titolo
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analizziamo il primo caso e la prima parte del titolo
Essi --- come dice l'amica di blog e di facebook Tina Galante sulla sua bacheca di facebook
no condivise foto di ragazze di età che varia. E che potrebbero essere le loro madri, le loro sorelle, le loro figlie, le loro nipoti, le loro compagne. Foto rubate e che divengono fonte di indicibili ed orribili dichiarazioni.
Infatti [ per il momento solo verbale e scritta , ma si sa come spesso accade c'è il forte rischio che si possa passare alle vie di fatto ] La violenza più perversa che diventa divertimento e modalità di incontro tra uomini che probabilmente non si conoscono ma che sono accomunati da un sentimento aggressivo e misogino e maschista da far rabbrividire. Cattiverie suggerite ed aggiudicate alle quali chi più ne ha più ne metta: come una gara a chi pensa ed esprime il più valido oltraggio alla Persona presa di mira. E fa paura, e fa rabbia.
E davanti a quelle spaventose conversazioni, vien da chiedersi dov'è il rispetto. Il rispetto, dov'è? E chi siete voi? Chi pensate di essere o chi volete sembrare quando inveite contro Volti e contro Corpi come se fosse l’atto più ovvio da compiere? E se fosse vostra sorella? Se fosse vostra madre o vostra figlia? Se fosse vostra nipote o la vostra compagna? Pensereste le stesse abominevoli cose? Le guardereste dall'alto del vostro sesso con la patologica presunzione di possederle e di utilizzarne ogni parte come se non fosse Persona? Suggerireste gli stessi trattamenti da riservare a Donne simili, molto simili alla Donna che vi ha messo al mondo?Anche i nomi che attribuite ai vostri gruppi sono impronunciabili, sono sporchi e sono volgari come lo sono le vostre intenzioni e le vostre mani e i vostri occhi. E mi chiedo se c’è qualcosa che vi emoziona, mi chiedo se vi fermate ogni tanto a guardare la luna, se correte mai contro il vento, se vi accade di sentirvi piccoli. Finiti. Umani. Semplicemente umani. Come lo sono le vostre vittime attraverso le quali cercate di elevarvi a chissà quale natura, a chissà quale realtà, a chissà quale possibilità.Come se la vita fosse di chi va distruggendola ad altre: a quelle altre che non hanno colpa e che devono essere libere di vestirsi come vogliono, di sorridere come vogliono senza rischiare di diventare vostri bersagli, vostre vittime e vostri tappeti su cui pulirsi bene le scarpe, prima di rientrare a casa e baciare la vostra madre, la vostra sorella, la vostra figlia, la vostra nipote, la vostra compagna.Gruppi facebook che tante Donne e numerose associazioni femminili [ e non ] stanno segnalando affinché si estinguano. Così come dovrebbe estinguersi tutto ciò che motiva, alimenta ed incoraggia atteggiamenti violenti ed oppressivi contro le Donne, contro la Donna.E la chiamavano parità. Ma non sarà parità fin quando una Donna non sarà libera di sorridere davanti ad una macchina fotografica senza essere definita nei modi peggiori e senza rischiare di subire e di soffrire quello di cui l’uomo è capace. E che crede gli spetta di diritto in quanto uomo, dimenticando di essere padre, fratello, figlio, nipote, compagno. Dimenticando di essere umano. Prima di tutto, umano.
da http://www.ultimavoce.it/la-misoginia-diventa-gruppo-facebook-e-la-chiamavano/ eccetto le frasi in corsivo tra parentesi quadra che sono mie
In un commento "non firmato" all'articolo questa vicenda mi ha colpito molto, voglio postare anche qui un commento che ho già postato ovunque si parlasse di questa storia.
se fossero ragazze a fare cose del genere non ci sarebbe alcuna sollevazione maschile, forse molti si sentirebbero onorati nel sapere che le ragazze pensano a loro mentre si masturbano, ma forse non sarebbero onorati nell’essere offesi e umiliati, ecco è questo che mi disgusta: non il fatto che questi si masturbino sulle loro conoscenti, la masturbazione è cosa normale (ma rubare immagini all’interessata, immagini che non erano per i tuoi occhi è infame, è violazione della privacy) ma l’umiliare, perchè “umiliamole”? Perchè le minacce di stupro? perchè disprezzi una bella ragazza che legittimamente ti suscita desiderio? Perchè preferisce sessualmente altri e non te? Solo questo? Allora sei uno sfigato, sei un perdente, sei tu da disprezzare non perchè “non scopi” o “non hai fortuna con le donne” ma perchè non accetti il fatto che una donna possa legittimamente desiderare sentimentalmente e sessualmente altri e non te.
Io sono maschio, sono eterosessuale, adoro il sesso, mi piacciono le belle ragazze, mi masturbo (ma non penso tanto alle mie conoscenti bensì alle scene di sesso in film e telefilm), e proprio perchè adoro il sesso detesto queste cose, questa non è lussuria, la lussuria è qualcosa di bello quando è consensuale , ricevere lo sperma, il sudore, gli umori della persona amata durante la passione sessuale è una cosa bella; qui non c’è nulla di bello, qui non c’è lussuria qui c’è solo volontà di umiliare le donne solo perchè non accetti i tuoi desideri sessuali e non sopporti che una ragazza ti dica no per un qualsiasi motivo
al secondo caso quello degli psichiatri \ psicologi accademici che non hanno il contatto con la realtà e sono come questi di questa famosissima ( talmente famosa e nota che mi vergogno di dire qual'è , e \o din mettere il video a voi l'onore di riconoscerla ) canzone
( ....)Ma riporto questa versione alternativa altrettanto valida
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate ! (..... )
davanti a gente che fa solo da scaricabarile e parla generalizzando e facendo di tutt'un erba un fascio
menomale c'è chi gli risponde come si dive
dal corriere della sera del 17\1\2017
LA LETTERA
«Non siamo tutti narcisi
Tanti ragazzi ci mettono
la voglia e il sudore»
Andrea, 20 anni, replica all’intervento di Antonio Polito: «C’è chi studia, lavora e aiuta in famiglia. Una gioventù che si è inventata nuove occupazioni; grazie a Internet, grazie alle start-up, grazie alla voglia di fare e alla fantasia»
di Andrea Chimenti
L’articolo di Antonio Polito
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Buongiorno,
sono Andrea Chimenti, studente dell’università di Firenze e figlio di questa cultura narcisista come l’ha definita lei. Sarà l’ultima volta che estrapolo un concetto dal contesto del suo articolo; odio quando viene fatto da giornalisti e politici, sarei incoerente a farlo anch’io. Per questo vorrei focalizzarmi con lei sul totale. Mi dispiace ma lei di questa società moderna, di questi giovani, di questi ragazzi del nuovo millennio ha analizzato soltanto quello che risalta di più, e quello che risalta di più, in televisione, sui giornali e molto spesso sui media «tradizionali» è quello che ha descritto lei. Si è perso più di metà del mondo dei giovani italiani. Si è perso chi studia, chi lavora, chi aiuta in famiglia. Si è perso tutte quelle storie che non fanno numeri in televisione e sui giornali. Si è perso tutta quella gioventù che non trovando più le possibilità e i lavori che facevano i padri, si è inventata nuove occupazioni; grazie a Internet, grazie alle start-up, grazie alla voglia di fare e alla fantasia. Youtubers innovativi, sviluppatori di app, giovani agricoltori e giovani imprenditori nati grazie ai fondi Ue, ragazzi che affrontano studi innovativi, tutte queste persone, uomini e donne, sono dimenticate dai suoi discorsi.Quello che le voglio dire è che il mondo narcisista che ha analizzato lei è solo una parte, e nemmeno così vasta, che ha creato questo mondo. Questo mondo ha creato anche molti che del narcisismo se ne fregano, e se ne fregano perché cresciuti da genitori capaci di fare i genitori, insegnanti che fanno gli insegnanti; e non da genitori che si permettono di fare gli insegnanti. Fare il genitore di un ragazzo di questo millennio è più difficile, perché come ha scritto lei il benessere si è abbassato, ma anche perché il mondo si evolve velocemente, il linguaggio, i media, la tecnologia. Infine, però, i principi sono gli stessi e se un genitore è capace di farli vedere e di trasmetterli, non importa del linguaggio, della tecnologia e di tutto il resto.Si ricordi di vedere anche chi non viene mai raccontato e prenda le loro storie così da poter far vedere a quelli che ha descritto lei che in questo mondo l’unica cosa che conta è la voglia e il sudore, soprattutto il secondo. Non mi è piaciuto il suo articolo, troppo negativismo e nessuna propensione verso una soluzione o un riferimento da seguire. Un consiglio spassionato da un ragazzo di vent’anni: giornalisti e media in generale, raccontateci storie da cui poter imparare, raccontateci anche quello che secondo voi non va ma dateci sempre la parte positiva. Cercatela, c’ è sempre.
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