Qualcosa non quadra

La Farnesina richiama, con deplorevole ritardo, il console italiano a Osaka Vattani, fascista dichiarato e protagonista di esibizioni musicali inneggianti alla Repubblica di Salò. In Parlamento siede un altro convinto fascista, l'ex-andreottiano ora Pdl Ciarrapico, fervente ammiratore di Berlusconi e nostalgico dei tempi in cui "si mandavano i gay in miniera". Sempre a proposito di omosessuali, Giovanardi paragona il bacio saffico a uno scarico vescicale, mentre l'Annunziata annunzia che difenderebbe Celentano anche se "volesse mandare i gay in campo di sterminio". Gli operai della Fiat di Pomigliano sono obbligati a pronunciare davanti a un microfono "Io song n’omme ‘e mmerda". La penitenza viene inflitta quando l’operaio “non regge le cadenze o sbaglia a montare un pezzo”. Da più parti s'invoca di ripristinare la legge 188/2007 che impediva le dimissioni in bianco, di cui sono vittime soprattutto le donne. Due anni fa il precedente governo l'aveva abolita e la notizia passata sotto silenzio.

Nardò (Lecce): Rossano Paladino vieta l'"accesso" agli omosessuali nel suo bar. Chissà come ha fatto a individuarli.

L'Onu denuncia l'Italia come "paese a rischio femminicidio", mentre la Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo ci ha condannati per aver violato, nel 2009, gli articoli 3 e 4 della Convenzione europea dei diritti umani. Undici somali e tredici eritrei erani stati all'epoca respinti in Libia, senza che il loro caso fosse analizzato e restando quindi esposti a maltrattamenti e torture. Le immagini qui riportate risalgono rispettivamente al 2006 (sopra) e a quest'anno. Tutto quanto avviene da noi, ed è possibile avvenga.

Qualcosa non quadra.


ULTIM'ORA. Lucia Annunziata dichiara alle agenzia stampa:
“La frase che ho pronunciato ieri sera da Santoro sugli omosessuali era a mio parere chiaramente paradossale. Veniva infatti alla fine di un discorso in cui ho preso nettamente le distanze sui contenuti dagli attacchi fatti da Celentano alla intera stampa italiana. Ho difeso la libertà di espressione dell’artista, ma ho usato l’esempio – di proposito estremo - della ferocia antigay per rendere più chiara l’esistenza anche di una contraddizione fra questo diritto e il merito delle opinioni che si esprimono.
La reazione che ne è seguita mi ha pero’ convinta che il tema dell’odio antigay va affontato meglio. Vi dedicherò, dunque, la puntata del 4 marzo di In mezz’ora. Le persone e le organizzazioni contattate hanno accettato l’invito”.

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