Un coraggioso 13 enne che fa della legalità e della lotta alla mafia un suo valore ma i coetanei lo considerano infame

da  un mio vecchio  post  su  http://cdv.splinder.com (  il mio  vecchio   blog  che  alcuni  di voi  conoscono   , e di cui ho recuperato , tranne gli ultimi  due  anni   ,  tutto il resto  )  ora  non più  esistente  ( infatti non  lo  metto come url cliccabile  )   ho ritrovato cazzeggiando    questo post  tramite  http://www.archive.org/  che risale al maggio del  2011
Esso è la storia  di  un ragazzo  vittima di bullismo  \ nonnismo   a cui  si    che  si è ribellato  denunciando pubblicamente  in un  tema  che  il sogno di diventare magistrato e per questo a scuola è tra i migliori. Quel suo sogno, però, è diventata una colpa   e ... il resto  lo leggerete nel post    e lo sentirete e nel video trattato da  repubblica 






"Falcone e Borsellino, sono i miei emblemi. Sono emblemi di giustizia ormai spenta che dobbiamo iniziare a far riaccendere, perché così non si può andare avanti". Giuseppe, 13 anni, nato e vissuto nel rione Paolo VI, profonda periferia di Taranto, è diventato un simbolo di legalità. Tra le palazzine dove vive in cui la mala spadroneggia, coltiva il sogno di diventare magistrato e per questo a scuola è tra i migliori. Quel suo sogno, però, è diventata una colpa. 
I coetanei lo chiamano "infame" o "testa storta", perché Giuseppe ha subito quattro operazioni. E porta addosso le cicatrici degli interventi, anche quelle sono motivo di sberleffo. L' ultima volta i compagni lo hanno scaraventato a terra per filmarlo e piazzare le immagini su Youtube. Lui si è ribellato. Il professore lo ha difeso. Ma Giuseppe ha fatto di più. Ha scritto una poesia per raccontare le angherie subite e descrivere la vita del suo quartiere. Ha spedito quei versi, intitolati "lo Stato a parte", alla redazione tarantina del nuovo quotidiano di Puglia. Così il suo calvario è diventato pubblico, e lui si è trasformato in un esempio di coraggio e resistenza.
Dopo essere stato ospite delle fiamme gialle e aver trascorso una giornata da finanziere, ha incontrato il procuratore di Lecce e anche quello di Bari, Antonio Laudati, nel suo tour a difesa della legalità
"Falcone e Borsellino, sono i miei emblemi. Sono emblemi di giustizia ormai spenta che dobbiamo iniziare a far riaccendere, perché così non si può andare avanti". Giuseppe, 13 anni, nato e vissuto nel rione Paolo VI, profonda periferia di Taranto, è diventato un simbolo di legalità. Tra le palazzine dove vive in cui la mala spadroneggia, coltiva il sogno di diventare magistrato e per questo a scuola è tra i migliori. Quel suo sogno, però, è diventata una colpa. 
I coetanei lo chiamano "infame" o "testa storta", perché Giuseppe ha subito quattro operazioni. E porta addosso le cicatrici degli interventi, anche quelle sono motivo di sberleffo. L' ultima volta i compagni lo hanno scaraventato a terra per filmarlo e piazzare le immagini su Youtube. Lui si è ribellato. Il professore lo ha difeso. Ma Giuseppe ha fatto di più. Ha scritto una poesia per raccontare le angherie subite e descrivere la vita del suo quartiere. Ha spedito quei versi, intitolati "lo Stato a parte", alla redazione tarantina del nuovo quotidiano di Puglia. Così il suo calvario è diventato pubblico, e lui si è trasformato in un esempio di coraggio e resistenza.
Dopo essere stato ospite delle fiamme gialle e aver trascorso una giornata da finanziere, ha incontrato il procuratore di Lecce e anche quello di Bari, Antonio Laudati, nel suo tour a difesa della legalità


Spero solo   che se realizzerà il suo sogno  , mantenga  quanto dichiarato  qui  è non faccia come   un famoso  giudice  





Commenti

Censorina ha detto…
Grazie per aver visitato il mio Blog, Provengo anch'io da Splinder. Concordo pienamente sul fatto che la memoria dovrebbe essere rivolta a tutti quelli che sono stati vittime dell'odio, da una parte e dall'altra, ma per ora è ancora difficile, nonostante siano passati molti anni.
Qui da me ci sono molti cippi che ricordano i partigiani trucidati, ma nessun segno per gli altri delitti che pure ci sono stati.
Dobbiamo combattere l'odio, da qualunque parte provenga.

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