Siccità nel Lazio, viaggio ad Albano dove i piatti si lavano con l'acqua della pasta: "Qui il lago è ormai asciutto"

 

repubblica 25\8\2022

"Da giugno ci facciamo solo una doccia al giorno e laviamo i piatti di sera con l'acqua di cottura della pasta: è difficile ma dobbiamo adattarci". Amadio Malizia, presidente dell'associazione Salute Ambiente Albano, cammina sul bordo del lago di Albano a Castel Gandolfo, di fronte ai piloni di cemento alti più di 5 metri: erano la base di partenza per le gare di cannottaggio, venti anni fa erano sommersi dall'acqua, ora sono a secco. Il lago di Albano - e quelli dei Castelli - si stanno prosciugando a causa di urbanizzazione selvaggia e dei pozzi privati spesso abusivi che drenano acqua dal bacino idrico dell'area: la siccità di questa estate è solo il colpo finale, negli ultimi venti anni il livello del lago di Albano è sceso di oltre 7 metri e cala ancora, almeno un metro nell'ultimo anno.

"Il Comune ha limitato l'uso di acqua corrente, ha disposto di lavare le stoviglie con l'acqua di cottura della pasta, non possiamo lavare verdure o frutta con l'acqua del rubinetto", continua Francesca Gnani che di Salute Ambiente Albano è vicepresidente. Gli effetti di siccità e urbanizzazione selvaggia si sentono sui residenti dei Castelli, fino a Pomezia. Ad Albano il Comune ha vietato l'uso di acqua corrente per qualsiasi scopo non domestico: non si possono lavare oggetti, lavatrici solo a pieno carico e, recita l'ordinanza, si devono "installare dispositivi frangigetto che mescolando l'acqua con l'aria consentono di risparmiare risorse idriche" L'acqua del rubinetto non è ancora razionata ma si può bere e basta: non migliora la situazione negli altri comuni dei Castelli, Castel Gandolfo in testa. "Io come singola utente devo ingegnarmi a mettere in atto queste buone prassi mentre a livello più ampio gli sprechi non si contano: per riparare una perdita su strada ci vogliono settimane", spiega Francesca Gnani.

(franceschi)
Ai Castelli l'acqua potabile è fornita da Acea dalle sorgenti del Simbrivio ma per usi non potabili l'acqua si prende dai laghi, eccome. Dalla rocca di Castel Gandolfo partono due tubature che finiscono in un prefabbricato coperto dalla vegetazione da cui si sente il rumore di una pompa idrica, e lungo il lago ci sono almeno 200 locali fra bar, ristoranti, stabilimenti. E spesso l'acqua non potabile arriva da pozzi privati che attingono al lago di Albano, secondo Roberto Salustri direttore dell'Ecoistituto Reseda: "I pozzi servono per irrigare e captano l'acqua del bacino idrico dei Castelli: in media vanno a una profondità di 300 metri, alcuni persino 600 e prendono acqua fossile ricca di metalli pesanti". Il lago di Albano dovrebbe avere una capacità di centinaia di milioni di metri cubi di acqua ma, stima Salustri, ne mancano 45 milioni: il livello dell'acqua cala in media di 30 cm all'anno ma questa estate, a causa della siccità, è sceso di almeno un metro.

L'istituto ha firmato un accordo con le Autorità di bacino e da tempo chiede un censimento dei pozzi in tutta l'area dei Castelli. "Si stima che siano diecimila ma nessuno sa quanti sono i pozzi di aziende, locali o privati". Una barca si avvicina al molo di Castel Gandolfo. "L'anno scorso era almeno un metro più a riva, l'ho dovuto rifare", spiega il proprietario dell'imbarcazione. Amadio Malizia e Francesca Gnani allargano le braccia: "Cosa succederebbe con il termovalorizzatore a Santa Palomba? Consumerebbe centinaia di migliaia di metri cubi di acqua all'anno... E dove la prenderebbe?". Ma l'emergenza riguarda tutti i laghi del Lazio, compreso Bracciano che non si è più ripreso dalla crisi del 2017 quando Acea ancora poteva prelevare acqua destinata a Roma. "Oggi la situazione è simile - spiega Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - in base alle ultime misurazioni al molo di Anguillara il calo del livello dell'acqua è di 121 cm e da febbraio è costante".

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