15.5.17

"Cammini diversi possono anche incrociarsi" Lindo Ferretti in Gucci sulla copertina di Dust

Giovanni Lindo Ferretti, persona pubblica e uomo privato, negli anni disorienta fan e opinione pubblica manifestando un pensiero libero e forte, senza sottrarsi a critiche e fraintendimenti  . (...) Pensiero politico-intellettuale e attitudine punk, cristianesimo e comunismo, musica popolare e letture salmodianti, palcoscenico e stalla: questioni esistenziali e storie famigliari che tratteggiano un percorso anticonformista, coerentemente controcorrente.  da  http://www.fedeleallalinea.it/wordpress/film/sinossi/
Infatti  Giovanni Lindo  Ferreti    stupisce  ancora  ,  dopo la  svolta  spirituale  (   veddere  il   film      citato nelle righer  precedenti  )  o leggere il suo libro   il reduce    qui  sotto alcune presentazioni

la  prima  

8 Novembre 2010 'Otto e Mezzo' Il nome, non è un caso ma la scelta di segnare una svolta interiore e culturale nel proprio percorso di artista. Artisticamente Ferretti si può considerare uno dei padri del punk italiano ("punk filo-sovietico e musica melodica emiliana"), e con i CCCP punto di riferimento per il mondo della musica alternativa in Italia. La storia dei CCCP-CSI segna una tappa decisiva nel rock italiano.








la seconda 



Venerdi 3 maggio 2013 Lorenzo Fazzini intervista Giovanni Lindo Ferretti in un incontro pubblico presso la Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri di Roma.
Cantautore, scrittore, fondatore e leader dei CCCP- Fedeli alla linea, poi dei CSI e dei PGR. E'stato ed è una delle voci e dei volti più importanti del punk italiano.


ecco il suo  ultimo gesto  , provocatore   a  tal punto da  non capite  se    ha  mandato  alle  ortiche     il suo passato  



REGGIO EMILIA. 
Giovanni Lindo Ferretti e Gucci. Un abbinamento che per molti è l'esatta traduzione di ossimoro, diventa realtà in uno scatto che sta girando mezza Europa e – come di consueto con un personaggio tanto amato quanto detestato come l'ex voce di Csi e Cccp – generando un fiume di discussioni, battute e polemiche. Pochi giorni fa è stata annunciata la nuova copertina di Dust, una rivista realizzata fra l'Italia e Berlino da un gruppo di autori italiani che lo definiscono «a european magazine about fashion and its opposites».
È uno scatto di Ferretti, inginocchiato nella sua casa di Cerreto Alpi e vestito con abiti Gucci: difficile capirlo al primo sguardo, a parte forse per i super esperti di moda, ma la prestigiosissima e costosissima marca è confermata da Dust. Gucci è partner della rivista per i suoi approfondimenti, e ha fornito il corredo anche in questa occasione. Giacche e pantaloni da migliaia di euro, lontani dagli scarponi da montagna e dagli abbinamenti – sempre originalissimi – molto “rurali” e “monacali” dell'ultimo Ferretti.
Eppure, è tutto vero. E il cantante e scrittore, oggi impegnato soprattutto con l'allevamento di cavalli di Collagna e il collegato circo equestre, ha apprezzato: «Luigi Vitali, Luca Guarini ed Emanuela Amato. Alessio Boni e Silvia Calderoni. Cico Filotico, Benjamin Kirchoff, uno staff tecnico efficiente, rispettoso e rispettabile.
Una esperienza imprevista, accettata con un margine di dubbio che solo a posteriori poteva essere risolto», ha scritto sulla propria pagina Facerbook. All'inizio pure lui era dubbioso, a quanto pare: «Mi sono fidato ed affidato, ne sono felice. Cammini diversi tra spazi diversi possono incrociarsi con piacere reciproco. Un piacere che nulla chiede ma gioisce nello sguardo di una vicinanza. L'enigma del percorso, il mistero del vivere. Un grazie per grazia manifesta», ha raccontato omaggiando il lavoro dei ragazzi della rivista.
Oltre alle immagini Gucci-style, il servizio comprende ovviamente una lunga chiacchierata avanti e indietro nella ricchissima esperienza di vita di Ferretti. Nato a Cerreto Alpi in una classica famiglia contadina, rimasto orfano giovanissimo, finito in collegio e poi tornato a casa, immerso nella politica della caldissima Reggio degli anni ’70 in Lotta Continua. E poi gli anni ’80, iniziati come operatore sanitario e decollati con gli indimenticabili Cccp-Fedeli alla linea creati assieme a Massimo Zamboni, reggiano conosciuto proprio a Berlino.
Inevitabili – e inevitabilmente divise fra plausi e acidità
– le reazioni. E inevitabile anche la citazione, «Produci, consuma, crepa», storico e indimenticabile ritornello del vecchissimo classico dei Cccp “Morire”, “Ode a Mishima e a Majakovskij”, un giapponese e un russo maestri di poesia. Gucci, all’epoca, sembrava davvero lontano


 qindi  concordo con

per me è inspiegabile e fortissimo il sentimento che provo pensando al suo cambiamento: dolore e lacerazione, ma amore e stima e comprensione....non offendetelo...provata ad ascoltarlo e capire... vi ricordate "non fare di me un idolo , lo brucerò. Trasformani in megafono e m'incepperò. Come fare e non fare non lo so" se lo amiamo davvero capiremo.




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