http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/05/nei-loro-occhi-daniela-tuscano-ed-altre.html
Anna Salori Ciampi
proprio mentre leggo della econda storia mi ritorna in mente questa cnazone della mia infanzia
BAMBINI - Paola Turci
Anche qui sono morti tanti bambini. clome a Manchester , ma i media solo scarne norizie rispetto ai primi . Ma mi chiedo che importanza ha s'erano egiziani e cristiani? o meglio coti in quanto come afferma l'introduzione del video sotto cuirata da Ugo Leo ? o fosserro atei e non credenti ?
proprio mentre leggo della econda storia mi ritorna in mente questa cnazone della mia infanzia
BAMBINI - Paola Turci
Anche qui sono morti tanti bambini. clome a Manchester , ma i media solo scarne norizie rispetto ai primi . Ma mi chiedo che importanza ha s'erano egiziani e cristiani? o meglio coti in quanto come afferma l'introduzione del video sotto cuirata da Ugo Leo ? o fosserro atei e non credenti ?
La maggior parte dei cristiani in Egitto sono copti.Copto deriva dalla parola greca “aygiptos” che vuol dire egiziano.La chiesa copta risale al 50 d.C. quando si dice che l’apostolo Marco visitò l’Egitto.Le credenze generali sono condivise con quelle della chiesa ortodossa orientale.Parte delle cerimonie sono in copto, una lingua che deriva dagli antichi egizi.La chiesa copta è guidata dal Papa di Alessandria che risiede a Il Cairo.Il numero di copti in Egitto è oggetto di contestazioni: si aggira attorno al 10-15% degli 84 milioni di egiziani.I radicalisti islamici hanno attaccato i copti e le loro chiese.L’ondata di violenza contro la comunità religiosa è aumentata negli ultimi anni dopo la destituzione nel 2013 del presidente islamico Morsi.L’attacco più sanguinoso risale al primo gennaio 2011. Ad Alessandria un’autobomba esplode davanti ad una chiesa alla fine della messa di mezzanotte provocando 21 morti.
Attacco armato a bus di cristiani in Egitto: “Ci sparavano contro e filmavano tutto”Almeno 35 morti, molti bambini. Il pullman era diretto al monastero di Anba Samuel
Pubblicato il 26/05/2017
Ultima modifica il 26/05/2017 alle ore 15:07
ROLLA SCOLARI
Stavano andando a pregare al monastero di Anba Samuel, vicino a Minya, nell’Alto Egitto, 220 chilometri a Sud del Cairo. Uomini armati hanno fermato il loro autobus. Erano otto o dieci, secondo i testimoni. E hanno iniziato a sparare, filmando tutta la scena. Hanno ucciso almeno 35 persone, molti bambini. È l’ennesima strage di cristiani copti in Egitto, in cinque mesi. La comunità, che rappresenta il 10 per cento di una popolazione egiziana di 92 milioni, si era a malapena ripresa dallo choc del doppio attentato che il 9 aprile, nella Domenica della Palme, durante le messe o poco dopo, ha colpito due chiese: una a Tanta, nella regione del Delta del Nilo, e l’altro nella cattedrale di San Marco ad Alessandria, da dove il papa Tawadros, leader della Chiesa copta d’Egitto, era uscito da pochi minuti.
I cristiani copti quel giorni hanno pianto 46 morti, altre 29 persone erano morte nell’attentato alla chiesa di Botroseya, nel complesso della grande cattedrale del Cairo, a dicembre. In entrambi i casi, gli attacchi erano stati rivendicati dallo Stato Islamico, che è sempre più attivo nel Sinai egiziano, da dove almeno 300 famiglie di copti nei mesi passati sono scappati verso le città del Delta per sfuggire alle persecuzioni degli estremisti. L’assalto all’autobus non è ancora stato rivendicato da alcun gruppo. In febbraio, dopo l’attacco alla chiesa del Cairo, e utilizzando le immagini di quella strage, lo Stato Islamico ha pubblicato online un video in cui indicava i cristiani come le sue “prede preferite”.
Il nuovo massacro arriva alla vigilia del mese sacro del digiuno di Ramadan, che si apre domani. In passato, gruppi estremisti hanno indicato questo periodo come il momento ideale per portare a termine le loro azioni di morte. Benché la comunità copta sostenga il presidente AbdelFattah al-Sisi, che ha promesso di arginare i terroristi in Egitto e di proteggere i cristiani, questo ennesimo atto di sangue farà sorgere nuove domande sulla protezione della comunità e in generale la sicurezza nel Paese minacciato dai fondamentalisti. Dopo l’attentato di dicembre, nelle principali città egiziane le chiese hanno ottenuto maggiore protezione da parte delle forze dell’ordine, eppure agli estremisti è stato possibile colpire durante le celebrazioni della Pasqua.
22 maggio alle ore 20:23 ·
Nessun commento:
Posta un commento