chi li capisce i destrosi e gli islamofobici una ragazza islamica condanna il terrorismo e loro la reiempono d'odio ? polemica sulle celbrazioni del 43 anniversario di della strage di piazza dela loggia

nell'attimo breve  - Milvia

per  saperne  di più    sulla  triste   e  d'amarezza  della  strage    di  piazza  della  loggia
Fin quando  succederanno    poleniche  e strumentalizzazioni \  uso   politico -ideologico \  propagandistico  dell storia   non ci sarà mai  , almeno non completamente memoria  condivisa  . quando i  fascisti e  i destrosi  ,  in questo caso ,  non potendoi nè  riscriverla   nè  negasrte  l'inegabile   usano     che  è peggio   la  storia  del   secolo scorso    come  un  arma  ideologica  e  cazz  boh parlano  di pacificazione  e  di menoria  condivisa    cazz  boh 


Brescia ricorda la strage di piazza della Loggia e le sue vittime. Lo fa a 43 anni di distanza. E per la prima volta, sul palco delle celebrazioni oltre a sindaco, istituzioni locali e rappresentanti sindacali è salita anche una donna musulmana, una studentessa 21enne musulmana di origini siriane







http://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/17_maggio_28/



che con la sua testimonianza - in una società divenuta multietnica nel corso dei decenni che separano dalla ferita del 28 maggio - ha ribadito che non c'è differenza tra attentato e attentato. Un chiaro rimando alla situazione internazionale, segnata dai numerosi fatti di sangue rivendicati dall'Isis.

«Non importa se una bomba viene fatta esplodere nel nome di un ideale religioso o politico. È sempre terrorismo» ha detto Batul Alsabagh, studentessa iscritta all'Università Cattolica di Brescia e rappresentante del centro islamico locale.
«Siamo musulmani ma siamo bresciani. Apparteniamo ad una città che ci ha accolto e il 28 maggio è anche il nostro 28 maggio» ha detto la giovane.
«Siamo qui in punta di piedi e non vogliamo fare un'invasione, ma tendere la mano» è il pensiero espresso in piazza da Batul Alsabagh che ha poi concluso: «Chi fa esplodere una bomba lo fa per dividere e distruggere il futuro».



L'intervento della comunità islamica dal palco (Foto @AnpiBrescia)
il suo  intervento   ha  -- sempre  quanto  riporta   http://www.giornaledibrescia.it/  del  28 mag 2017, 11:05  --- L'annuncio del suo intervento - sollecitato in particolare dai sindacati - aveva già fatto discutere nei giorni scorsi, in particolare esponenti del centrodestra. "Cosa c'entra con la strage bresciana?" si sono chiesti l'assessore regionale Simona Bordonali e il consigliere Fabio Rolfi, entrambi della Lega.
Paola Vilardi, ex assessore comunale, esponente di Forza Italia ha annunciato che non parteciperà alla manifestazione.
"La storia di bombe ed attentati (destra e sinistra), la strategia della tensione degli anni ’70  [  vedere  link  sopra    su  la  strage di piazza  dela loggia   e   varti articoli  del  blog  ) che, guarda caso, stiamo rivivendo in questa storia, negli anni 2000, anni armati da estremisti islamici. E nel cuore di Brescia, nel centro di quella piazza, il Comune permette ai nostri “nemici” di venirci ad insegnare qualcosa???? Sono indignata" ha scritto sul suo profilo Facebook.




Purtroppo  non  è  la  sola  infatti  

Da più parti nel centrodestra si sono levate voci critiche nei riguardi della decisione di far parlare un rappresentante della comunità islamica bresciana, Raisa Lamarai, domenica alla celebrazione del 28 maggio ’74. Il consigliere comunale di Forza Italia, Paola Vilardi, ha perfino detto che per via di questa presenza in piazza lei non ci andrà. Contrari a dare la parola a un maomettano in un giorno che a loro parere dovrebbe essere intimo della storia più dolorosa della città, sono anche il consigliere regionale di Forza Italia Fabio Rolfi e l’assessore sempre al Pirellone, Simona Bordonali entrambi della Lega Nord.
I fatti di Manchester hanno forse inasprito i toni della reazione alla scelta sindacale - la manifestazione di domenica come sempre è gestita da Cgil, Cisl e Uil. Ma forse no, almeno per Rolfi il quale le sue critiche le affida a domande all’amministrazione comunale, compartecipe alla organizzazione. «Quello che mi chiedo è cosa c’entrano gli islamici, a Brescia quando ci fu la strage non c’erano neppure, non hanno niente a che vedere con quegli anni». Il fatto che siano rappresentati e in veste ufficiale sembra anche a Vilardi una forzatura: «La cerimonia si è ideologizzata in mano ai sindacati. Al contrario il percorso della Casa della Memoria era stato in un’altra direzione, quella di spogliare dell’ideologia il ricordo dei morti».
BORDONALI è sulla falsariga di Rolfi, non comprendendo neppure lei che ci azzecchi «un islamico con la memoria della strage»: «Rispetto la persona che verrà a parlare, ma l’iniziativa e la memoria della Strage sono un’altra cosa. E’ la religione in quanto tale che non c’entra, a meno che l’obiettivo sia parlare di altro, far passare altri messaggi che non sono quello del ricordo».
Rolfi si chiede «perché allora non chiamare a parlare i valdesi, i sikh, i buddisti». E ammonisce a non accontentarsi delle prese di posizioni spot, dell’autocritica formale nelle occasioni formali, «dalla comunità islamica vorrei una presa di distanza concreta, forte e non occasionale». Per il consigliere regionale la discriminate è data dalla ufficialità, «una testimonianza attraverso una partecipazione in piazza va benissimo, ma sul palco è diverso». Diversissimo per Vilardi, che alza i toni quando forse sull’onda emotiva di Manchester si riferisce all’Islam come ad «un nemico a cui sindacati e amministrazione, dado voce ad un suo rappresentante, chiedono di impartirci insegnamenti».
Il tema è finito al centro anche dell’incontro del centrodestra di ieri sera al salone Piamarta, tema che invece non scuote Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria. «La scelta è dei sindacati, ma noi non l’abbiamo assolutamente contrastata. Da anni la comunità islamica partecipa , con omaggi floreali ad esempio. E conviene a tutti che questa partecipazione ci sia come conviene a noi valorizzare le posizioni critiche, le prese di distanza dal terrorismo che provengono da quel mondo. Confondere il dibattito delle idee e il terrore è un errore, anche allora, negli anni Settanta tenemmo ferma la differenza».

cosi  come  molti   commenti  di  " webeti  " \   salvinisti   \ malpancisti ed  islamofobici su   questo articolo   http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/05/28/news/piazza_della_loggia_mattarella-166615779/

Lo  so che   dovrei esprimere  un pensiero  mio originale   , ma  a volte  è  questo  ilbelo della vita  qualcuino\a  ti  brucia  le  tale  e  t'anticipa    opure   si  arrivi  alle stesse  conclusioni in cui  arriovano  gli altri\e  , ma  la penso   :  
  sia  come     l'ultino commento di questa  diascussione  ( sempre  da  repubblica  ) 
Revoker Robot
sono tutto meno che leghista ma sinceramente non capisco il perché di questa provocazione. Cosa c'entra con Piazza della Loggia, che senso ha una musulmana sul palco in quanto tale.
lafcadio43
Forse la signora ha voluto partecipare con i cittadini italiani alla commemorazione dei morti e dei  feriti provocati da terroristi italiani e nel contempo sottolineare la sua disapprovazione per ogni forma di terrorismo.
Ha fatto male?
Tamen
e quindi sale sul palco, tra il pubblico nessuno evidentemente, a me risulta che l'islam sia storicamente alleato con i fascisti, i quali, moltissimi si sono convertiti all'Islam. Mi piacerebbe vedere quando e se faranno una manifestazione contro Isis, quanti sono.
tamen
zeropa91
Poteva farlo in occasione delle stragi di Parigi,di Nizza,di Berlino,di Manchester,di Bruxelles...Mi pare che i cittadini ITALIANI abbiano partecipato.La signora?!
ahren19
E dove sarebbe la provocazione? Una comunità che porta un suo segno di solidarietà alla città che li ospita è una provocazione? O forse per lei è una provocazione ricordare che non è solo dal radicalismo islamico che bisogna difendersi? Cos'era provocatorio, lo spieghi bene, il fazzoletto sulla testa? il tentativo di integrazione? Forse è questo il motivo, una comunità che esprime solidarietà ad un'altra dopo non la si può accusare di non integrazione, non la si può accusare di volersi ghettizzare, non la si può accusare di essere insensibile al terrorismo. Eccola qua la provocazione, la presenza di una ragazza di 21 anni vi ha messo paura, paura che vi manchino le scuse per puntare il dito verso il diverso, giacché essendo noti per la vostra scarsità di coraggio, per giustificare l'intolleranza avete ancora necessità di una qualche giustificazione.
sia come Damiano Galletti, segretario della Cgil di Brescia si stupisce di questa polemica «mi pare una pura strumentalizzazione». Non dice che male c’è che parli un islamico, va oltre, dice che è un bene che la comunità islamica «condivida il nostro No al terrorismo, a maggior ragione in queste ore». «È importante dare voce a quegli islamici che condannano lo jihadismo; come abbiamo visto a Manchester a denunciare la radicalizzazione dell’attentatore erano state le moschee». Il No ai terrorismi, ecco per Galletti spiegata la presenza di Raisa Lamarai sul palco e cosa la lega al 28 maggio.
























































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