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un avento ricco di emozioni difficile da descrivere . preferisco farlo con
L'amaca del 25 aprile 2017 Michele Serra e la vignetta di Altan
GLI occhi di Irma Bandiera (Mimma) furono spenti dalle torture dei nazisti nell’agosto del 1944. La accecarono perché non voleva rivelare i nomi dei suoi compagni. Poi la uccisero e lasciarono il suo corpo in strada, perché la gente vedesse che fine fanno i partigiani. Aveva 29 anni: rispetto alla media dei partigiani italiani, nemmeno pochi.
Ora gli occhi di Irma brillano intatti, restituiti al suo volto di giovane donna, dipinti di fresco sul muro di una scuola della sua città, Bologna. Un grande murale colorato: bello, vivo, potente. Chi si trovasse oggi da quelle parti passi da via Turati 84, se ne ha il tempo, a salutare Irma. Anche in automobile, basta un attimo, basta uno sguardo di gratitudine e di amicizia. Ovunque voi siate cercate un piccolo segno, un piccolo posto dove celebrare i nostri liberi avi, morti ragazzi. Non è indispensabile — anche se è bello — sfilare in corteo. Nei cortei troppo spesso le beghe di cronaca rubano la scena alla ragione dei vincitori di allora, che fu una ragione larga, una ragione generosa. Per un momento di memoria vera bastano anche il fiore deposto, il gesto grato, lo scorcio di muro, la fotografia, il portone, la lapide, il cippo, la breve sosta silenziosa. Basta un minuto per sentire che oggi è il 25 Aprile.
muro, la fotografia, il portone, la lapide, il cippo, la breve sosta silenziosa. Basta un minuto per sentire che oggi è il 25 Aprile.
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