Da Pavia a Nairobi al fianco dei bambini di strada


IL VIAGGIO
Da Pavia a Nairobi al fianco dei bambini di strada
Guido Bosticco, Guido Mariani e Vince Cammarata in Kenya con il èprogetto Ciak! Kibera e Amani per realizzare un documentario con gli ex ragazzi di strada ospitati
nei centri della ong Amani for Africa: "Negli slum tanti talenti da valorizzare"

di Anna Ghezzi





Guido Bosticco e Vince Cammarata di Epoché Pavia raccontano una giornata sui campi da calcio della baraccopoli di Kibera, a Nairobi, in Kenya. Professore di scrittura all'università di Pavia il primo, fotografo e videomaker il secondo, sono a Nairobi con il progetto Ciak! Kibera, organizzato dall'associazione Cherimus in collaborazione con Amani for Africa. In queste settimane stanno facendo workshop e seminari con un gruppo di ex ragazzi di strada che, alla fine del percorso, realizzeranno un cortometraggio

 professore, un giornalista e un fotografo e videomaker tra gli slum di Nairobi per girare un documentario insieme a un gruppo di ex ragazzi di strada. Sono Guido BosticcoGuido Mariani e Vince Cammarata di Epoché, agenzia giornalistica culturale di Pavia e partecipano in queste settimane a “ Ciak! Kibera ”, un progetto di cooperazione internazionale realizzato dall’associazione di arte contemporanea Cherimus , in collaborazione con Amani for Africa . L'obiettivo? Realizzare con gli ex ragazzi di strada che partecipano ai laboratori un cortometraggio, perché nelle baraccopoli non c'è solo povertà, ma anche talento e potenzialità.
Slum in inglese significa baraccopoli, il suono sbatte in faccia come la visione di queste "città nella città". Selve di lamiera e terra rossa in cui un'umanità varia si accalca, vive, dorme, ama. Da cui gli adulti ogni mattina si incamminano per raggiungere il centro di Nairobi e andare a lavorare. In cui migliaia di bambini vivono in strada, in piccole comunità, vivendo di espedienti, smettendo di studiare e giocare. Cercando di sopravvivere.
Un pezzo di slum visto dall'alto...
Un pezzo di slum visto dall'alto (foto di Vince Cammarata)
Nairobi, capitale del Kenya, è una città di più di tre milioni di abitanti: più di un milione di questi vivono in slum, baraccopoli e bidonville. Kibera, un’area situata a sud della metropoli, è il più grande slum dell’Africa, popolato da circa 700mila persone. Il progetto “Ciak! Kibera” si concretizza in una serie di workshop dedicati all’arte, alla musica, alla comunicazione e alle tecnologie multimediali e si rivolge a un gruppo di giovani residenti nelle periferie della capitale.
Alcuni degli alunni che partecipano al lavoro sono ex bambini di strada che hanno intrapreso un percorso di recupero e di reinserimento. Il lavoro si svolge in gran parte presso il centro di Kivuli, fondato nel 1997 dalle associazioni "gemelle" Koinonia basata in Kenya e l'italiana Amani. Kivuli, che in kiswahili significa "ombra", rifugio, accoglie bambini con un passato di vita sulla strada, cerca di reinserirli nelle famiglie da cui provengono con progettti che aiutano la famiglia a rialzarsi. E' una casa per gli ex bambini di strada, un centro di riferimento sanitario per lo slum di Kabiria, un pozzo di acqua potabile al servizio della comunità e ospita laboratori artigiani in cui lavorano anche alcuni rifugiati rwandesi scampati al genocidio.
Uno scorcio della Kabiria road a...
Uno scorcio della Kabiria road a Nairobi (foto di Vince Cammarata)
"Con questo progetto - spiega Emiliana Sabiu, fondatrice di Cherimus, laureata a Pavia ed ex studentessa del Collegio Universitario Santa Caterina - vogliamo allontanarci il più possibile dai cliché legati alla povertà e all’Africa, attraverso l’arte vogliamo esaltare i talenti ed evidenziare le potenzialità che questa città e i giovani con cui stiamo lavorando sanno esprimere.”
L'arte è il terreno di scambio, di comunicazione. “Stiamo lavorando - racconta Guido Bosticco di Epoché, docente di scrittura all’ Università di Pavia - con un gruppo di giovani di età molto diverse, dai 14 ai 27 anni, molti di essi vengono da esperienze di vita difficili. Alcuni sono studenti, altri hanno già una professione, anche nel mondo dell’arte e della comunicazione. Abbiamo impostato un lavoro differenziato che ha messo in luce il loro impegno e i loro interessi".
I ragazzi al lavoro (foto di Vince...
I ragazzi al lavoro (foto di Vince Cammarata)
"Sono tutti giovani che, nonostante le sfide affrontate, hanno un’eccellente formazione scolastica - prosegue Bosticco - e non hanno bisogno di altri stimoli, ma cercano un modo per incanalare la loro creatività e con il nostro lavoro cerchiamo di dare loro strumenti per farlo. Il nostro gruppo di lavoro è composto da artisti visuali, un regista, un fotografo e un musicista e il cortometraggio che stiamo producendo è un’occasione per trasferire competenze, dalla scrittura, alla realizzazione di un video, fino alla creazione di una colonna sonora. Una cosa è certa sin da ora, la formazione è reciproca poiché il lavoro che stiamo svolgendo è partecipativo ed è fonte per noi di grande ispirazione e di conoscenza sulla realtà di questa città dinamica e vivacissima”.Ieri era la Giornata internazionale dei bambini di strada e Amani e Koinonia hanno organizzato un momento di giochi e gare dedicate ai bambini e alle bambine delle comunità, Kivuli, Ndugu Mdogo e Casa di Anita che ormai la strada l'hanno abbandonata, e quelli che ancora vivono nelle varie "basi" nelle baraccopoli.Tornei di calcio, atletica, sfide e giochi perché ogni bimbo ha diritto a essere bambino, almeno una volta all'anno. Per l'intera giornata il team pavese ha gestito la pagina Facebook di Amani raccontando in diretta la giornata.

Commenti

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