Aberrazione
- Io facevo nascere i bambini – rispose come se la frase fosse già nell’aria, come se quel mestiere così importante, così prezioso fosse cosa comune, ed infinitamente naturale. L’altro invece aveva altri pensieri, a dispetto del comune destino. Da una cella all’altra si parlavano, ignorando che entrambi avrebbero smesso di farlo di lì a poco, quando il gelido senso dell’attesa inutile fosse diventato pentimento.
- E tu?
- Io…avrei dovuto essere vicino a Dio... - l’uomo era stato della chiesa e adesso, nudo di paramenti e fede, sembrava avesse un'anima feroce…eppure, fino a qualche mese prima aveva assolto e dato la benedizione.
- Tu che hai fatto? – si chiesero all’unisono.
- Io non ho voluto soccorrere un bambino… la natura deve procedere da sola… era nato storpio… E tu?
L’altro abbassò gli occhi e si passò una mano fra i capelli, senza il coraggio di confessare, senza riuscire a proferir parola. E dalla gola poi un sussurro:"Io stupravo i bambini".
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