11.6.07

Senza titolo 1882

Alcuni , ma sono solo sospetti per  il loro modo di scrivere  e , il cui odio ( non rivolto ala persona , perché con i miei viaggi sono riuscito ad incanalarlo verso i loro atteggiamenti ) è cortesemente ricambiato , paesani hanno preso di mira il mio blog riempendo i commenti con scritte idiote , insulti ( sei un illuso , sei un coglione fra i più benevoli ) , e spam di indirizzi porno , fortunatamente splinder ha deciso di mettere l'opzione moderazione nei commenti . Ed è a loro che dedico la Caduta del poeta  Giuseppe Parini .



La  caduta


Quando Orïon dal cielo
Declinando imperversa;
E pioggia e nevi e gelo
Sopra la terra ottenebrata versa,
Me spinto ne la iniqua
Stagione, infermo il piede,
Tra il fango e tra l'obliqua
Furia de' carri la città gir vede;
E per avverso sasso
Mal fra gli altri sorgente,
O per lubrico passo
Lungo il cammino stramazzar sovente.
Ride il fanciullo; e gli occhi
Tosto gonfia commosso,
Che il cubito o i ginocchi
Me scorge o il mento dal cader percosso.
Altri accorre; e: oh infelice
E di men crudo fato
Degno vate! mi dice;
E seguendo il parlar, cinge il mio lato
Con la pietosa mano;
E di terra mi toglie;
E il cappel lordo e il vano
Baston dispersi ne la via raccoglie:
Te ricca di comune
Censo la patria loda;
Te sublime, te immune
Cigno da tempo che il tuo nome roda
Chiama gridando intorno;
E te molesta incìta
Di poner fine al Giorno,
Per cui cercato a lo stranier ti addita.
Ed ecco il debil fianco
Per anni e per natura
Vai nel suolo pur anco
Fra il danno strascinando e la paura:
Nè il sì lodato verso
Vile cocchio ti appresta,
Che te salvi a traverso
De' trivii dal furor de la tempesta.
Sdegnosa anima! prendi
Prendi novo consiglio,
Se il già canuto intendi
Capo sottrarre a più fatal periglio.
Congiunti tu non hai,
Non amiche, non ville,
Che te far possan mai
Nell'urna del favor preporre a mille.
Dunque per l'erte scale
Arrampica qual puoi;
E fa gli atrj e le sale
Ogni giorno ulular de' pianti tuoi.
O non cessar di porte
Fra lo stuol de' clienti,
Abbracciando le porte
De gl'imi, che comandano ai potenti;
E lor mercè penètra
Ne' recessi de' grandi;
E sopra la lor tetra
Noja le facezie e le novelle spandi.
O, se tu sai, più astuto
I cupi sentier trova
Colà dove nel muto
Aere il destin de' popoli si cova;
E fingendo nova esca
Al pubblico guadagno,
L'onda sommovi, e pesca
Insidioso nel turbato stagno.
Ma chi giammai potrìa
Guarir tua mente illusa,
O trar per altra via
Te ostinato amator de la tua Musa?
Lasciala: o, pari a vile
Mima, il pudore insulti,
Dilettando scurrile
I bassi genj dietro al fasto occulti.
Mia bile, al fin costretta,
Già troppo, dal profondo
Petto rompendo, getta
Impetuosa gli argini; e rispondo:
Chi sei tu, che sostenti
A me questo vetusto
Pondo, e l'animo tenti
Prostrarmi a terra? Umano sei, non giusto.
Buon cittadino, al segno
Dove natura e i primi
Casi ordinàr, lo ingegno
Guida così, che lui la patria estimi.
Quando poi d'età carco
Il bisogno lo stringe,
Chiede opportuno e parco
Con fronte liberal, che l'alma pinge.
E se i duri mortali
A lui voltano il tergo,
Ei si fa, contro ai mali,
Della costanza sua scudo ed usbergo.
Nè si abbassa per duolo,
Nè s'alza per orgoglio.
E ciò dicendo, solo
Lascio il mio appoggio; e bieco indi mi toglio.
Così, grato ai soccorsi,
Ho il consiglio a dispetto;
E privo di rimorsi,
Col dubitante piè torno al mio tetto.



Lo so , è non hanno tutti i torti alcuni cdv e i miei vecchi , che sto dando le perle ai porci ( qui l'origine del detto e qui il significato religioso ) ma a volte da gli escrementi dei porci che si nutrono niente si ha quello che diceva De Andrè : << dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior >> nella famosa canzone via  del campo . Concludo ad alcuni cdv in particolare ad una che sono allo sbando e che ritengono di non poter essere "all'altezza" di poter scrivere qualcosa di tanto interessante. IL loro "odio" verso il mondo e la sua crudeltà e stupidità, li porta purtroppo ad estraniarsi troppo spesso da quelle che sono le notizie quotidiane. dedico questo video dei Modena city ramblers




ovvero la messa in musica del romanzo Cent'anni di solitudine, di Marguez un romanzo che narra le vicende della famiglia Buendía a Macondo. Un'opera che è considerata la massima espressione di quelllo che molti studiosi chiamano realismo magico.Una curiosità: il paese immaginario Macombo deve il suo nome ad zona vicino al suo paese di origine, dove erano presenti molti vigneti, che l'autore poteve vedere in treno durante i suoi viaggi.

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