di cosa stiamo parlando
Cacciata di casa il 4 gennaio 2021 per aver confidato ai suoi genitori di amare una ragazza, Malika Chalhy si è rivolta a Fanpage.it per denunciare l'ingiustizia subita. Dopo il nostro servizio, in cui abbiamo pubblicato in esclusiva i messaggi audio contenenti insulti e minacce di morte da parte della madre, la 22enne di Castelfiorentino ha ricevuto il supporto di migliaia di persone, con una raccolta fondi che ha superato i 130mila euro. Grazie alla somma ricevuta, Malika ha potuto così affittare una casa a Milano dove attualmente vive con la fidanzata Camilla e con Frenk, un cucciolo di bulldog francese.
da https://www.fanpage.it/ 3 GIUGNO 2021 10:45 di Maria Elena Gottarelli
“Per me è come rinascere”: sono le parole di Malika Chalhy, cacciata dai genitori per aver dichiarato la sua omosessualità, a due mesi dall’uscita del nostro servizio. Grazie alla raccolta fondi organizzata in suo sostegno, la 22enne di Castelfiorentino ha potuto affittare un appartamento a Milano, dove ora vive insieme alla fidanzata, Camilla, e al loro cucciolo di bulldog francese, Frenk. Malika e Camilla ci hanno aperto le porte di casa loro e ci hanno parlato della loro nuova vita insieme. Amo ogni angolo di questa casa, che non è certo un attico o una reggia… Ma per me, è enorme!". Così Malika Chalhy, la ventiduenne di Castelfiorentino cacciata di casa lo scorso gennaio dai genitori per aver dichiarato di essere omosessuale, oggi ai microfoni di Fanpage.
in foto: Malika Chalhy e la fidanzata Camilla, Milano, giugno 2021
"Amo ogni angolo di questa casa, che non è certo un attico o una reggia… Ma per me, è enorme!". Così Malika Chalhy, la ventiduenne di Castelfiorentino cacciata di casa lo scorso gennaio dai genitori per aver dichiarato di essere omosessuale, oggi ai microfoni di Fanpage. La nuova vita di Malika inizia a Milano, dove si è trasferita da poco insieme alla fidanzata Camilla e al cucciolo di bulldog francese, Frenk. "La famiglia che mi sono scelta", dice Malika senza esitazioni, a tavola.
in foto: Frenk, il cane di Malika e Camilla
"Io e Camilla siamo finalmente libere di amarci"
La casa, presa in affitto grazie alla raccolta fondi aperta a gennaio dalla cugina di Malika, è luminosa, con un ampio terrazzo che è già stato abbellito con dei fiori. Mentre parla della sua nuova vita con Camilla, la giovane non riesce a smettere di sorridere: "Qui a Milano io e Camilla possiamo finalmente amarci liberamente". La giovane coppia si è conosciuta nell'estate del 2020. E' stata proprio Camilla a far scoprire a Malika la sua omosessualità: "All'inizio non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, cosa provavo quando la vedevo. Poi però mi è stato chiaro: mi ero innamorata". "Il 27 agosto ci siamo messe insieme e non ci siamo più staccate un attimo", continua. Mano nella mano, le due raccontano i giorni difficili del coming out di Malika. "In quel periodo non facevo che rassicurare Malika, le dicevo di stare tranquilla, che i genitori l'avrebbero presa bene, probabilmente molto meglio di quanto si aspettasse. Mi sbagliavo", racconta la fidanzata 25enne.E' stata proprio lei, Camilla, ad aver ascoltato per prima i messaggi vocali pieni di odio inviati dalla mamma di Malika dopo il coming out, molti dei quali contenevano insulti e minacce di morte dirette a lei. "All'inizio mi sono sentita male, ovviamente, anche perché quelle parole provenivano da una persona della stessa età di mia madre, che avrebbe potuto essere la mia. Poi però ho capito che quella donna non sapeva niente di me, di chi ero, né di quello che potevo dare a Malika", continua Camilla.
"Le dicevo: ‘Lasciami non posso darti la vita che meriti'. Per fortuna non lo ha fatto"
Durante il racconto di quei giorni, in cui le due non smettono mai di tenersi per mano, Malika si commuove. "Camilla c'è sempre stata, anche quando le dicevo di lasciarmi perché non avrei potuto darle la vita che si meritava. Mi è sempre rimasta vicino, anche la sera in cui avevo deciso di farla finita e venne a prendermi sull'argine di un fiume". Mentre ricorda quella notte, che era la prima, quella del 4 gennaio, quella in cui era stata cacciata di casa senza vestiti e senza soldi, Malika non trattiene le lacrime. "Tornate a casa di Camilla, lei ha avuto un mancamento. Poi ci siamo sdraiate sul letto insieme al cane, Peppi, entrambe con le mani sulla sua zampa, e Cami mi ha detto: ‘Non sei sola, ci siamo io e Peppi, siamo tutto'. E mi sono sentita meglio". "Paradossalmente, quella è stata al tempo stesso la notte più brutta e la più bella, quella in cui ho rischiato la vita ma anche quella in cui sono stata salvata"."Non potevo fare a meno di sentirmi in colpa – confida Camilla – perché mi sembrava in qualche modo di averle rovinato la vita. Che se non fosse stato per me, per il fatto che si era innamorata di me, non sarebbe stata cacciata di casa". Sia Malika che Camilla si sono reciprocamente sentite in colpa, vittime della paura di fare involontariamente del male all'altra. "Ma per fortuna non mi hai ascoltata quando ti ho detto di lasciarmi", dice Malika con gli occhi ancora lucidi, ma sorridente, abbracciando con lo sguardo la loro nuova casa. Intanto, Frenk sonnecchia nella sua cuccia.
Genitori di Malika: aperta un'inchiesta
Per quanto riguardo riguarda la vita di Malika, attualmente si sta impegnando attivamente nella lotta per i diritti delle persone LGBTQ+ e per l'approvazione del ddl Zan. Mentre Camilla termina gli studi in Economia e si prepara ad affrontare il primo stage, Malika riflette sul suo futuro lavorativo: "Voglio iniziare a lavorare, fare qualcosa di attinente a quello che ho studiato. Per adesso, sono felice anche solo di sapere di avere questa possibilità". Quanto ai genitori, Malika dice di non averli più sentiti. Dopo il nostro servizio del 9 aprile, la Procura di Firenze ha aperto un'inchiesta e i genitori di Malika dovranno rispondere di violenza privata.
Maria Elena Gottarelli
proprio mentre finivo di copiare questa storia mi è arrivata via messanger questa qua da https://www.thesocialpost.it/ del 4.6.2021
Picchia la moglie per una lite sulla spesa: i figli di 4 e 7 anni la convincono a denunciare il “papà cattivo”
04 giugno 2021 15:35
Agg: 04 Giugno 2021 16:26
Cristiano Bolla
Cronaca Italia
Un 33enne di Foggia è stato arrestato dopo una denuncia per maltrattamenti in famiglia. Le vessazioni nei confronti della moglie, pare, sarebbero andate avanti per anni, ma sabato scorso è caduta la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. A risultare decisivi, secondo quanto viene riportato, sarebbero stati i figli della coppia.
Non era la prima volta, ma si spera possa essere l’ultima: dopo 7 anni di presunti maltrattamenti e pestaggi, una giovane donna e madre ha denunciato il marito di 33 anni. Le fonti riportano che tutto è scattato sabato 29 maggio: tra i due sarebbe scattata una lite riguardante la spesa, sembra infatti che la donna avesse annunciato che stava andando a farla assieme alla madre e ai figli.
Questo avrebbe fatto scatenare per qualche motivo l’ira del 33enne, che le avrebbe sferrato un pugno in faccia.
La donna, si apprende, ha riportato una lesione al labbro superiore, forse l’ultima di una serie subita nel corso degli anni di questa relazione descritta come molto violenta. Questa volta, però, ha deciso di dire basta ed ha trovato il coraggio di denunciare il marito, anche grazie al sostegno dei figli.
Foggia, 33enne picchia la moglie: i figli spingono per la denuncia È questo il lato particolarmente emozionante della triste vicenda di Foggia. Le fonti riportano infatti che a infondere coraggio e spingere la madre a denunciare il marito sarebbero stati i figli, di 4 e 7 anni. Il maggiore soprattutto avrebbe provato a difendere la madre dall’ennesima aggressione, per poi incitarla a denunciarla. I due, secondo quanto viene riferito, avrebbero detto una frase come: “Denuncialo, papà fa il cattivo“. A quel punto, la donna si è presentata dai Carabinieri del Comando Stazione di Foggia-Porta San Severo per denunciare il 33enne, poi arrestato su mandato del Gip per maltrattamenti in famiglia.
Ricordiamo che in Italia è attivo il numero 1522, un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. È gratuito, attivo 24 h su 24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. La chiamata è gratuita anche da cellulare o si può parlare direttamente con qualcuno tramite il sito.
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