DIFFONDERE UNA BUFALA SUL WEB PUÒ SEMBRARE INNOCUO, MA PUÒ’ FARE PIÙ DANNI DI QUELLO CHE PENSI.
E’ capitato a tutti prima o poi di di condividere una bufala sul proprio profilo social, probabilmente perché il titolo ci ha colpito oppure perché l’immagine a corredo ha attirato la nostra attenzione. Sicuramente lo abbiamo fatto in buona fede, perché volevamo che più persone possibili sapessero quello di cui trattava l’articolo in questione, ma spesso non sapevamo quello che quella semplice condivisione avrebbe contribuito a creare sul web.Ogni volta che condividiamo qualcosa sulla nostra bacheca di Facebook o attraverso Twitter o Google Plus contribuiamo a diffondere in maniera esponenziale quella informazione. Quel link infatti arriverà a tutti i nostri “amici”, ai nostri followers (e non solo) a tutti quelli che abbiamo nelle nostre cerchie (e non solo) i quali potranno a loro volta ri condividere e ri twittare i nostri contenuti e questo meccanismo può andare avanti all’infinito.
Questo vuol dire che nel giro di pochissimo tempo una bufala può arrivare a migliaia se non a milioni di utenti. La quasi totalità degli utenti poi, anche dopo aver scoperto che la notizia condivisa è falsa NON RIMUOVE IL LINK dal proprio profilo contribuendo cosi in maniera involontaria al proseguimento della sua diffusione.
Ma quali sono gli effetti della condivisione di una bufala? Eccone alcuni:
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DIFFUSIONE DI DISINFORMAZIONE
- Condividere e diffondere una notizia falsa riguardo ad una legge inesistente, ad un falso reato di cui si sarebbe macchiato un personaggio noto piuttosto che denunciare una situazione fasulla di disagio sociale che alimenti il malcontento generale nei confronti ad esempio degli immigrati o della classe politica, crea una grande disinformazione. Le tante notizie false diffuse da false testate giornalistiche condizionano il modo di pensare ed agire di chi le legge credendole notizie vere.
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AUMENTO DELL’IGNORANZA
- Condividere e diffondere notizie false rende tutti più ignoranti (e controllabili). Chi condivide bufale è convinto di conoscere cose che altri non sanno, ma non è cosi.
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AUMENTO GUADAGNI DI CHI LE DIFFONDE
- La stragrande maggioranza dei siti che diffondono bufale guadagnano attraverso i banner pubblicitarie le nostre condivisioni non fanno altro che aumentare le visite a questi siti e di conseguenza i loro guadagni.
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AUMENTO POPOLARITÀ E CREDIBILITÀ DI CHI LE DIFFONDE
Molti siti diffusori di bufale impongono in maniera scorretta di cliccare “Mi Piace” alle loro pagine Facebook per poter leggere la notizia. Questo meccanismo permette loro di accumulare tantissimi like che aumentano la loro “popolarità” sul web e di conseguenza la loro visibilità sui motori di ricerca.
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AUMENTO DEGLI “HATERS” E DELLA VIOLENZA SUL WEB
Le bufale che hanno come protagonisti particolari “categorie” di persone come ad esempio i rom, gli immigrati, gli omosessuali, i preti o i disabili spesso contribuiscono ad alimentare in modo negativo la fama di queste persone o di chi gli sta intorno alimentando cosi l’ odio ed il malcontento degli “odiatori” (haters) del web che usano queste bufale per riversare in rete tutta la loro violenza verbale (e non solo) verso le categorie che più gli sono sgradite. Diffondere e condividere bufale purtroppo alimenta anche questo terribile fenomeno della rete.
Qui una guida utile che vi aiuterà a scoprire se siete davanti ad una bufala.
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