28.6.16

SE LA VITTIMA DELLO STUPRO E’ ITALIANA VA SULLE PAGINE NAZIONALI (A SALERNO, UNA RAGAZZA DI 16 ANNI E' STATA VIOLENTATA A TURNO DA CINQUE MINORENNI) - SE INVECE LA STUPRATA È UNA 34ENNE SOMALA INCINTA DI 7 MESI, ALLORA NOTIZIA RESTA NELLE PAGINE LOCALI

SE LA VITTIMA DELLO STUPRO E’ ITALIANA VA SULLE PAGINE NAZIONALI (A SALERNO, UNA RAGAZZA DI 16 ANNI E' STATA VIOLENTATA A TURNO DA CINQUE MINORENNI) - SE INVECE LA STUPRATA È UNA 34ENNE SOMALA INCINTA DI 7 MESI, ALLORA NOTIZIA RESTA NELLE PAGINE LOCALI

Il gruppo l'ha trascinata nel box e a turno l'ha costretta a subire due rapporti orali e tre completi. Inutile il tentativo di sottrarsi alla violenza: D. è stata trattenuta e tenuta ferma da alcuni, mentre gli altri abusavano di lei. Salvini ha chiesto ovviamente una pena esemplare: «Per i maggiorenni, castra


1. ORRORE NEL SALERNITANO
Stella Cervasio per ''la Repubblica''

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L' hanno stuprata in gruppo, a turno, in un garage deserto. È l' orrore che ha colpito un piccolo centro di diecimila abitanti del Salernitano, San Valentino Torio.

D. ha solo sedici anni e i sogni di tutte le ragazzine della sua età che guardano la tv e si sentono già grandi. Ha trovato la forza di presentarsi dai carabinieri con la madre, domenica notte, e di denunciare la violenza di gruppo. Sono cinque i fermati, tutti minorenni con un' età compresa tra i 15 e i 17 anni, quasi coetanei della ragazzina. Alcuni studiano ancora e altri lavorano dopo aver lasciato la scuola troppo presto.
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All' alba, grazie alle dichiarazioni della ragazza, sono stati identificati e rintracciati nelle loro abitazioni dai carabinieri. Solo più tardi, quando sono stati consegnati a un centro di accoglienza per minori su disposizione della procurapresso il tribunale per i minori di Salerno, hanno detto di aver capito le conseguenze di ciò che avevano fatto. Ma qualcuno avrebbe commentato: «In fondo che abbiamo fatto di male?». Tutti incensurati, loro e le rispettive famiglie.

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D., studentessa in un istituto alberghiero del Vesuviano, che abita con la madre e il patrigno a Sarno, ha detto di non avere rapporti di amicizia con nessuno dei cinque (ma su Facebook si spinge un po' oltre e dice di essersi fidata di un "mostro"). Al vaglio degli inquirenti è la posizione di ognuno dei coinvolti, per accertare appieno le loro responsabilità.
D. ha dichiarato ai carabinieri di Sarno di frequentare normalmente il paese.
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Ci sarebbe stato un agguato per strada e i ragazzi l' avrebbero costretta a seguirli in un garage vicino a un supermercato. Intorno alle 22 la zona era poco frequentata, e per questo nessuno avrebbe sentito. Il gruppo, secondo quanto ha raccontato la sedicenne, l' ha trascinata nel box e a turno l' ha costretta a subire due rapporti orali e tre completi.

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Inutile il tentativo di sottrarsi alla violenza: D. è stata trattenuta e tenuta ferma da alcuni, mentre gli altri abusavano di lei. A un certo punto sarebbe riuscita a divincolarsi e a scappare. E, tornata a casa, avrebbe raccontato tutto alla madre, che l' ha accompagnata all' ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno, dove i medici l' hanno sottoposta al test per accertare la violenza cercando anche tracce di Dna. Una versione diversa quella dei ragazzi, che però hanno ammesso: «Uno di noi la conosceva e le abbiamo dato un appuntamento a San Valentino».

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L' aggressione sarebbe avvenuta in due fasi. Prima ad opera di due dei ragazzi, uno dei quali poi se ne sarebbe andato, lasciando il posto agli altri tre. La sedicenne gridava e tentava di scappare, ma loro la tenevano ferma mentre abusavano di lei. I cinque sono a disposizione dell' autorità giudiziaria, forse già domani l' udienza di convalida davanti al Gip.
Il leader della Lega Matteo Salvini chiede una pena esemplare: «Per i maggiorenni, castrazione chimica. Per i minori almeno dieci anni di galera»
 
2. STUPRO DI GRUPPO NEL CORTILE DI SCUOLA DELL’ESQUILINO, DUE ARRESTATI LA VITTIMA È INCINTA DI 7 MESI "SEMBRAVANO GENTILI, POI..."
Rory Cappelli per ''la Repubblica - edizione Roma''

Violentata al settimo mese di gravidanza. È una storia di degrado e di orrore quella accaduta nella serata di sabato in una scuola di via Conte Verde. Una storia che racconta un' umanità che vive in una zona di confine, lontana eppure vicina, come un universo parallelo.Piazza Vittorio è luogo di incontro di gruppi di varie etnie.
Molti di loro vivono in rifugi sotterranei, in pertugi insospettabili, senza fissa dimora come dicono le forze di polizia, e campano di espedienti.

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Sabato pomeriggio Ayana (tutti i nomi sono di fantasia, ndr), 34enne somala in Italia da quando aveva dieci anni e residente a Casaprota, in provincia di Rieti, un piccolo comune di neanche 800 abitanti sulle pendici dei Monti Sabini, verso le 18.30 arriva all' Esquilino con un gruppo di amici. Qui le presentano altre persone, tra cui un ragazzo di 29 anni, Damien, romeno, simpatico, spiritoso. Ridono, scherzano. Poi lui la invita a "casa" per bicchiere di vino.
La porta in via Conte Verde, dieci minuti a piedi da piazza Vittorio. Alla "casa" si arriva attraverso una rampa, che serve per raggiungere il giardino, da dove però si può scendre in una sorta di corridoio sotterraneo, per arrivare a un pertugio nascosto e quasi inespugnabile nel retro dell' Istituto tecnico industriale Galileo Galilei.

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Qui Ayana trova un pagliericcio di fortuna, alcuni oggetti, un arredamento povero e improvvisato. Si siede e sempre chiacchierando inizia a bere il vino che le offre il romeno. Dopo un po' arriva un altro amico di Damien Costinel: il vino è quasi finito e lui si offre di andare a comprarne un' altra bottiglia. Esce.
E quel punto Damien le si butta addosso. Le blocca un polso, con l' altra mano le tappa la bocca, la minaccia e minacciandola prende a svestirla. Lei urla, urla e urla ancora.
Intanto torna Costinel: anche lui si spoglia, le salta addosso, a lei, che è incinta di sette mesi, e aiuta l' amico a finire di toglierle tutti i vestiti.

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Ma le urla sono state sentite da alcune persone. Chiamano polizia e carabinieri, che arrivano in brevissimo tempo alla scuola. I vicini indicano il luogo da cui hanno sentito e continuano a sentire provenire le urla. È la rampa di accesso ai giardini. I carabinieri si avviano con la torcia giù per il cunicolo e trovano gli uomini nudi sopra la ragazza che tenta di divincolarsi e continua ad urlare. I due uomini, invitati a rivestirsi, vengono arrestati. Hanno piccoli precedenti.
Per Ayana arriva il 118 che la porta al San Giovanni per accertamenti: ma il feto non ha subito danni e il bambino, per fortuna, sta bene.

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