SE LA VITTIMA DELLO STUPRO E’ ITALIANA VA SULLE PAGINE NAZIONALI (A SALERNO, UNA RAGAZZA DI 16 ANNI E' STATA VIOLENTATA A TURNO DA CINQUE MINORENNI) - SE INVECE LA STUPRATA È UNA 34ENNE SOMALA INCINTA DI 7 MESI, ALLORA NOTIZIA RESTA NELLE PAGINE LOCALI
Il gruppo l'ha trascinata nel box e a turno l'ha costretta a subire due rapporti orali e tre completi. Inutile il tentativo di sottrarsi alla violenza: D. è stata trattenuta e tenuta ferma da alcuni, mentre gli altri abusavano di lei. Salvini ha chiesto ovviamente una pena esemplare: «Per i maggiorenni, castra
1. ORRORE NEL SALERNITANO
Stella Cervasio per ''la Repubblica''
L'
hanno stuprata in gruppo, a turno, in un garage deserto. È l' orrore
che ha colpito un piccolo centro di diecimila abitanti del Salernitano,
San Valentino Torio.
D.
ha solo sedici anni e i sogni di tutte le ragazzine della sua età che
guardano la tv e si sentono già grandi. Ha trovato la forza di
presentarsi dai carabinieri con la madre, domenica notte, e di
denunciare la violenza di gruppo. Sono cinque i fermati, tutti minorenni
con un' età compresa tra i 15 e i 17 anni, quasi coetanei della
ragazzina. Alcuni studiano ancora e altri lavorano dopo aver lasciato la
scuola troppo presto.
All'
alba, grazie alle dichiarazioni della ragazza, sono stati identificati e
rintracciati nelle loro abitazioni dai carabinieri. Solo più tardi,
quando sono stati consegnati a un centro di accoglienza per minori su
disposizione della procurapresso il tribunale per i minori di Salerno,
hanno detto di aver capito le conseguenze di ciò che avevano fatto. Ma
qualcuno avrebbe commentato: «In fondo che abbiamo fatto di male?».
Tutti incensurati, loro e le rispettive famiglie.
STUPRO
D.,
studentessa in un istituto alberghiero del Vesuviano, che abita con la
madre e il patrigno a Sarno, ha detto di non avere rapporti di amicizia
con nessuno dei cinque (ma su Facebook si spinge un po' oltre e dice di
essersi fidata di un "mostro"). Al vaglio degli inquirenti è la
posizione di ognuno dei coinvolti, per accertare appieno le loro
responsabilità.
D. ha dichiarato ai carabinieri di Sarno di frequentare normalmente il paese.
Ci
sarebbe stato un agguato per strada e i ragazzi l' avrebbero costretta a
seguirli in un garage vicino a un supermercato. Intorno alle 22 la zona
era poco frequentata, e per questo nessuno avrebbe sentito. Il gruppo,
secondo quanto ha raccontato la sedicenne, l' ha trascinata nel box e a
turno l' ha costretta a subire due rapporti orali e tre completi.
Inutile
il tentativo di sottrarsi alla violenza: D. è stata trattenuta e tenuta
ferma da alcuni, mentre gli altri abusavano di lei. A un certo punto
sarebbe riuscita a divincolarsi e a scappare. E, tornata a casa, avrebbe
raccontato tutto alla madre, che l' ha accompagnata all' ospedale
Martiri di Villa Malta di Sarno, dove i medici l' hanno sottoposta al
test per accertare la violenza cercando anche tracce di Dna. Una
versione diversa quella dei ragazzi, che però hanno ammesso: «Uno di noi
la conosceva e le abbiamo dato un appuntamento a San Valentino».
L'
aggressione sarebbe avvenuta in due fasi. Prima ad opera di due dei
ragazzi, uno dei quali poi se ne sarebbe andato, lasciando il posto agli
altri tre. La sedicenne gridava e tentava di scappare, ma loro la
tenevano ferma mentre abusavano di lei. I cinque sono a disposizione
dell' autorità giudiziaria, forse già domani l' udienza di convalida
davanti al Gip.
Il leader della Lega Matteo
Salvini chiede una pena esemplare: «Per i maggiorenni, castrazione
chimica. Per i minori almeno dieci anni di galera»
2.
STUPRO DI GRUPPO NEL CORTILE DI SCUOLA DELL’ESQUILINO, DUE ARRESTATI LA
VITTIMA È INCINTA DI 7 MESI "SEMBRAVANO GENTILI, POI..."
Rory Cappelli per ''la Repubblica - edizione Roma''
Violentata
al settimo mese di gravidanza. È una storia di degrado e di orrore
quella accaduta nella serata di sabato in una scuola di via Conte Verde.
Una storia che racconta un' umanità che vive in una zona di confine,
lontana eppure vicina, come un universo parallelo.Piazza Vittorio è luogo di incontro di gruppi di varie etnie.
Molti
di loro vivono in rifugi sotterranei, in pertugi insospettabili, senza
fissa dimora come dicono le forze di polizia, e campano di espedienti.
Sabato
pomeriggio Ayana (tutti i nomi sono di fantasia, ndr), 34enne somala in
Italia da quando aveva dieci anni e residente a Casaprota, in provincia
di Rieti, un piccolo comune di neanche 800 abitanti sulle pendici dei
Monti Sabini, verso le 18.30 arriva all' Esquilino con un gruppo di
amici. Qui le presentano altre persone, tra cui un ragazzo di 29 anni,
Damien, romeno, simpatico, spiritoso. Ridono, scherzano. Poi lui la
invita a "casa" per bicchiere di vino.
La
porta in via Conte Verde, dieci minuti a piedi da piazza Vittorio. Alla
"casa" si arriva attraverso una rampa, che serve per raggiungere il
giardino, da dove però si può scendre in una sorta di corridoio
sotterraneo, per arrivare a un pertugio nascosto e quasi inespugnabile
nel retro dell' Istituto tecnico industriale Galileo Galilei.
Qui
Ayana trova un pagliericcio di fortuna, alcuni oggetti, un arredamento
povero e improvvisato. Si siede e sempre chiacchierando inizia a bere il
vino che le offre il romeno. Dopo un po' arriva un altro amico di
Damien Costinel: il vino è quasi finito e lui si offre di andare a
comprarne un' altra bottiglia. Esce.
E
quel punto Damien le si butta addosso. Le blocca un polso, con l' altra
mano le tappa la bocca, la minaccia e minacciandola prende a svestirla.
Lei urla, urla e urla ancora.
Intanto torna
Costinel: anche lui si spoglia, le salta addosso, a lei, che è incinta
di sette mesi, e aiuta l' amico a finire di toglierle tutti i vestiti.
Ma
le urla sono state sentite da alcune persone. Chiamano polizia e
carabinieri, che arrivano in brevissimo tempo alla scuola. I vicini
indicano il luogo da cui hanno sentito e continuano a sentire provenire
le urla. È la rampa di accesso ai giardini. I carabinieri si avviano con
la torcia giù per il cunicolo e trovano gli uomini nudi sopra la
ragazza che tenta di divincolarsi e continua ad urlare. I due uomini,
invitati a rivestirsi, vengono arrestati. Hanno piccoli precedenti.
Per
Ayana arriva il 118 che la porta al San Giovanni per accertamenti: ma
il feto non ha subito danni e il bambino, per fortuna, sta bene.
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