zio paperone e il decino ddell'infinito è un ibrido non riuscito - è più una storia marvel che disney

Il fumetto   zio paperone   e il decino  ddell'infinito  non scioglie     alciuni   dubbi   : 1)  come mai    pee  deprepedare   paperone di paperoli      ci ha impiegato anni    ?  2)  come mai    no si parla  nemmeno una tavola  d'accenno   alle  rapine  degli altri   paperoni  storici  .  3) Quando   e come archimede   mette in collegamento i paperi  degli altri universi   e  poi  fa intervenire  i suoi colleghi e  i  paperino .  4)  come  ha  fatto a convertire il paperone  cattivo  ed  ariunire  i vasri paperi  dei diversi universi  . Nonostante  il   Soggetto e sceneggiatura sono di Jason Aaron, penna decisamente abile nel padroneggiare personaggi iconici del fumetto popolare, come dimostrano i suoi cicli di Thor, Avengers e Punisher  . E Ai disegni, un   cast  italiano   di prim’ordine, dotati di uno stile fresco e personale: Paolo Mottura (alle matite nel primo atto), Francesco D’Ippolito (secondo atto), Alessandro Pastrovicchio e Vitale Mangiatordi (terzo), e Giada Perissinotto (epilogo).
E'  un esperimentio  che   almeno in italia   non ha ,  almeno per  me ,  funzionato    granchè  perchè   come   dice   anche   fumettologica  (  qui  l'articolo  integrale  ) 

la vicenda è indubbiamente pensata per soddisfare i palati dei lettori di sponda Marvel. Di ritorno dall’ennesimo viaggio, Paperone viene spogliato di tutti i suoi averi da una versione malvagia di se stesso, proveniente da una dimensione parallela dove non ha mai conosciuto i nipoti e ha perso la passione per l’avventura, rimanendo “solo un povero vecchio”. Con l’aiuto di Archimede, Paperino e Qui, Quo, Qua, il Paperone “buono” dovrà sconfiggere il suo malvagio doppelgänger, che nel frattempo è riuscito a impossessarsi della ricchezza di tutti i suoi doppioni, diventando il papero più potente del multiverso.


Infatti nonostante  l'ottimo   e decisamente eterogeneo team creativo, che lega cinque ottimi  disegnatori disneyani di lungo corso a uno scrittore di grande esperienza, ma che finora non si era mai cimentato con Zio Paperone. In effetti sognava di farlo già da tempo (perlomeno dal 2017, quando l’aveva confidato in questa lunga intervista sempre  a fumettologica ), proprio per via del profondo amore che nutre per il personaggio e per le storie di Barks e di Don Rosa, che (a detta dello stesso Aaron in una prefazione) l’hanno reso grande.


Nonostante questo parallelismo, tuttavia, il tentativo di ibridare personaggi Disney e atmosfere supereroistiche è soltanto apparente. I salti spazio-temporali, le scazzottate epiche e le facoltà semidivine interessano ben poco ad Aaron, che se ne serve per intavolare sotto mentite spoglie temi più affini alla sensibilità disneyana, la (dis)unità della famiglia e la smania di possesso di Paperone.Il problema è che,  anche quando questi nuclei tematici emergono con decisione, la scrittura è sguaiata,più  da genere  Manga e  Marvel   i luoghi comuni abbondano, fiumi di melassa scorrono inarrestabili come nelle peggiori fanfiction. Incerto se dare più spazio alle tecnobubbole marvelliane o a una morale edificante da favola della buonanotte, Aaron si incarta in una sceneggiatura fitta di rimandi alla tradizione Disney ma che, al lato pratico, con Barks e Rosa dialoga davvero poco e  quindi  si tratta   di Marvelizzazione  .  Un qualcosa  d'adatto per  il pubblico statunitense digiuno di Disney può sembrare un esperimento interessante, ma chi ha letto (e osservato) i migliori fumetti di Pikappa sa riconoscere la differenza tra una fusione ragionata di influenze e codici visivi e un mischione in cui convivono stili e sensibilità del tutto diversi.Resta  come quindi da chiedersi per che tipo di fruitori sia stata pensata Zio Paperone e il Decino dell’Infinito, se per i lettori abituali di Marvel Comics nel tentativo da avvicinarli alla tradizione fumettistica disneyana (troppo spesso trascurata nella madrepatria), per   attirare    lettori  in  europa  , in italia  in partiolare  ,   pescando   nel mare magnum degli appassionati  di Paperone, da deliziare con un mash-up di citazioni e omaggi alle loro storie preferite. Il collante dell’operazione, in entrambi i casi, è comunque il piglio da nerd di Jason Aaron, che, più che dire qualcosa di nuovo sul personaggio, sembra essersi accontentato di utilizzarlo per poterlo aggiungere alla lunga galleria di eroi (super e non) padroneggiati in carriera.

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