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Manuela Petrangeli uccisa, la prima compagna del killer: «Mi ha telefonato e mi ha detto "spero sia morta", così l'ho convinto a consegnarsi»
di C. Moz. • 45 min • 2 min di lettura
© Ansa
«Non so come ho fatto a convincerlo, sono rimasta al telefono con lui per 40 minuti fino a quando non mi ha passato un carabiniere. Ora non so che dire a mia figlia ma ciò che ho fatto era doveroso». Debora Notari è la prima compagna di Gianluca Molinaro, l’operatore socio sanitario di 52 anni che, oggi, al Portuense ha ucciso a colpi di fucile la madre del suo secondo figlio (Manuela Petrangeli). Debora lo aveva lasciato quando sua figlia, ora ventenne, frequentava le elementari. E lo aveva anche denunciato per maltrattamenti. Ed è stata lei a convincere l’uomo a costruirsi. Debora ha i capelli legati in una treccia, lo sguardo perso. Aspetta di potere entrare nella caserma dell’Arma.
Signora Notari, lei è stata molto coraggiosa. Ma ci racconta cosa è accaduto?
«Avevo preso un giorno dal lavoro, non sentivo più il mio ex compagno da anni, io l’avevo denunciato per maltrattamenti quando mia figlia era ancora piccola. Gianluca era stato anche in carcere per un paio di mesi poi aveva intrapreso un percorso di recupero ma non avevamo più rapporti».
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Eppure l’ha chiamata dopo il femminicidio.
«Sì, e quando ho visto che era lui sono rimasta sorpresa perché mi aveva bloccato su tutto. Ho risposto e biascicava parole confuse. Mi diceva le ho sparato spero sia morta».
E lei cosa ha fatto?
«L’ho tenuto al telefono. Gli ho chiesto Gianluca di che parli? Cosa è successo? E lui mi ha detto che aveva sparato a Manuela, che si voleva uccidere e poi che girava in auto con il fucile. Ho avuto paura».
Non ha però staccato la telefonata.
«No, gli ho detto "Gianluca non fare altro. Vai dai carabinieri". Gli ho chiesto dove si trovasse e lui mi ha risposto a Selva Candida. Conoscendo la zona perché ci abito, gli ho detto di andare dai carabinieri di Casalotti. Lui non voleva ma io ho insistito, gli ho detto che poi lo saremmo andato a trovare con mia figlia ma ovviamente non è vero. E sono rimasta al telefono fino a che non mi ha passato un carabiniere».
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