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il più forte ciclista al mondo in attività, Tadej Pogacar non sarà alle Olimpiadi a rappresentare la sua Nazione, la Slovenia. Colpa del ct Penko che non ha convocato per i Giochi Urska Zingart, la compagnadi Pogacar ma ancor prima la campionessa nazionale a cronometro in carica. Una scelta senza senso che ha infastidito oltremodo il vincitore di Giro e Tour: “E’ l’unica ciclista donna slovena ad aver mai raggiunto la top 10 in gare del World Tour di una settimana…”
A cura di Alessio Pediglieri
Tadej Pogacar, il più forte ciclista al mondo in circolazione non sarà alle Olimpiadi. Un forfeit che il campione sloveno aveva annunciato nell'immediato post Tour de France, dichiarando di "sentirsi troppo stanco". Una motivazione che celava ben altre spiegazioni, in primis la mancata convocazione ai Giochi di Urska Zigart, la sua fidanzata. Ma ancor prima, la più forte ciclista slovena a cronometro, gara in cui si è laureata per due volte campionessa nazionale. Alla fine, dopo aver fatto gli auguri al suo sostituto, Domen Novak, Pogacar ha ammesso il proprio fastidio per le scelte fatte: "Sono senza parole e disgustato" La decisione di Pogacar: rabbia e fastidio per l'esclusione alle Olimpiadi di Urska Tadej Pogacar aveva detto che la decisione della federazione slovena di non selezionare Zigart per i Giochi fosse a suo modo inspiegabile, al di là del legame sentimentale che lega i due atleti, proprio per meriti sportivi: "È l’unica ciclista donna in Slovenia ad aver mai raggiunto la top 10 in gare del World Tour della durata di una settimana. Ha fatto grandi cose negli ultimi due anni" ha continuato il fenomeno sloveno vincitore di Giro e Tour. "Da sola ha ottenuto punti per la Slovenia che, senza di lei, non avrebbe avuto due posti nella corsa su strada olimpica".
Così si spiega la scelta finale, quella di non partecipare a sua volta ai Giochi, precedentemente nascosta da altre non plausibili motivazioni: "Non è stata la ragione principale del mio no ai Giochi" ha spiegato ancora Pogacar. "Ma di sicuro non mi ha aiutato a scegliere diversamente. Penso che lei meritasse un posto, semplicemente perché è la doppia campionessa nazionale di corsa su strada e cronometri non ché la ciclista più quotata della Slovenia: sono disgustato e senza parole" ha concluso il proprio pensiero, prima della chiosa finale: "Ora andremo in vacanza insieme"
Le motivazioni iniziali di Pogacar per il no olimpico: troppa stanchezza
Subito dopo il trionfo in giallo Pogacar aveva fulminato tutti dicendo no alle Olimpiadi di Parigi. Un appuntamento che appariva naturale dopo i trionfi a Giro e Tour e prima dei Mondiali, che invece non ci sarà. Il campione sloveno aveva celato il motivo centrale dietro una eccessiva stanchezza. Anche il suo agente, Alex Carera, aveva rimarcato il concetto: "Pensiamo che il percorso dei Giochi sia poco adatto alle sue caratteristiche. Il vero obiettivo è il Mondiale a Zurigo. Fare la doppietta come Pantani è stato qualcosa di leggendario. Ora si deve riposare per cullare il suo grande sogno, quello di vincere tutte le più importanti corse al mondo. Gli mancano Mondiale, Vuelta e Parigi-Roubaix".
Chi è Urska Zigart, la campionessa slovena esclusa dalle Olimpiadi
Urska Zigart è da anni una delle più quotate e vincenti cicliste slovene in attività. Professionista dal 2015 ha partecipato a 5 edizioni del Giro d'Italia Donne, oltre ad aver corso sia al Tour sia alla Vuelta. Nel 2020 si impone per la prima volta nella prova a cronometro nazionale prendendosi la maglia di campionessa slovena. Obiettivo poi ripetuto sia nel 2022 sia nel 2023. Eppure, non è stata scelta per rappresentare il suo Paese a Parigi. La stessa Zigart aveva commentato così la sua esclusione a sorpresa: "Prima del Tour della Svizzera, ho ricevuto un messaggio dall’allenatore della nazionale Gorazd Penko che spiegava la sua decisione e le sue ragioni. Mi ha detto che aveva già deciso l’anno scorso".Chi rappresenta la Slovenia nel ciclismo a ParigiLa squadra maschile di ciclismo della Slovenia a Parigi 2024 sarà rappresentata da Domen Novak, gregario in UAE proprio di Pogacar di cui ha preso il posto ai Giochi, e completerà la squadra insieme a Mohoric, Tratnik e Mezgec. Al posto di Zingart, invece, per la crono femminile, il ct Penko ha selezionato Urksa Pintar, che si era classificata seconda al campionato nazionale sloveno di quest’anno, 11 minuti proprio dietro Zigart.
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Beatrice Colli spiega i segreti dell’arrampicata speed: “Se non sali come vorresti impazzisci” Lo sprintscalando una parete di 15 metri è la disciplina che Beatrice Colli porterà alle Olimpiadi di Parigi 2024: abbiamo incontrato la 19enne durante un allenamento per capire cosa si prova a correre verso l’alto per provare a conquistare una medaglia.
A cura di Simone Giancristofaro
Quindici metri di parete da scalare in pochi secondi – 6"88 è il record italiano che ha ottenuto a maggio – e in 20 movimenti: in questi numeri c'è tutto il sacrificio, la forza e la passione di Beatrice Colli, 19enne di Colico (Lecco), che gareggerà a Parigi 2024 nell'arrampicata speed.Entrata nella squadra della polizia di Stato a soli 17 anni, Colli vive per la velocità in verticale e la incontriamo nella palestra Big Walls di Brugherio, fuori Milano, al termine di un allenamento. Si riposa per qualche minuto davanti alla parete dell'arrampicata speed, che osserva quasi con riverenza."Mi sono avvicinata a questa disciplina da piccola perché mi arrampicavo ovunque, sui muretti di casa, sugli alberi poi mia mamma mi ha portato in una palestra di boulder" e da lì non ha più smesso. Poi il cambio palestra e l'ingresso nella squadra di arrampicata dei Ragni di Lecco. "Mi piaceva veramente tanto, andavo più di una volta a settimana, avevo i calli distrutti alle mani, ne ero orgogliosa", racconta a Fanpage.it Colli.
Road to Paris 2024
Ma cosa si prova a stare sospesi a più di dieci metri di altezza? "Scalo non per essere sospesa – ci risponde – ma perché amo il gesto di portare il mio corpo verso l'alto e vedere come reagisco sotto pressione". E questo le darà un'ulteriore spinta a Parigi 2024: "È la mia prima Olimpiade, sono emozionata e super contenta di essere riuscita a guadagnarmi la qualificazione per cui ho combattuto per un anno e mezzo, sognata giorno e notte".Colli ha staccato il pass per le Olimpiadi all'ultimo giro di qualificazione e, con in testa sempre l'ossessione per la parete e per i movimenti da ripetere all'infinito, dice:
"Il mio obiettivo è dare il mio meglio, non voglio dire che voglio divertirmi, ma nelle gare di qualifica ero talmente agitata che non sono riuscita a fare una salita fatta bene e questo mi dà davvero fastidio, voglio fare vedere cosa ho coltivato durante tutti questi mesi di preparazione, se faccio il mio meglio posso andare lontana, qualificarmi nelle finali".
"Noi speed climbers siamo veramente perfezionisti – spiega Colli – lavoriamo sul millesimo di secondo, sul posizionamento dei piedi, tutto deve essere perfetto, se non riesci a salire come vorresti impazzisci, arrivare al top del percorso, sentirti forte, quel plus che ti regala l'adrenalina è qualcosa di magico".
Arrivano le ragazze
"Vincere è un sogno" confessa Beatrice Colli e un risultato a Parigi darebbe ulteriore lustro al mondo dell'arrampicata, che già vede in Italia un vero e proprio boom di iscritti alle palestre della disciplina, pur se non ancora nella versione sprint che è l'eccellenza di Colli: "Ho notato che sto dando molta speranza alle ragazze, prima che portassi risultati nello speed a livello italiano, le gare femminili erano veramente ridotte. Adesso ci sono un sacco di giovincelle che vanno veloci, forse non diventerà uno sport nazionale ma stanno aumentando i numeri dei tesserati della Federazione arrampicata".
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