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7.6.25

e poi dicono che devono denunciare . l'unica l'arma sono la fuga o l'autodifesa il caso di Lucia Regna, pestata a sangue dal suo ex marito. Lei lo denuncia dopo 90 giorni di ospedale, ma lui non si è fatto un giorno di carcere…

 eventuale   replica    (  vedere  post  precedente  )  a  chi mi  dice     che   bisogna essere   esperti     per  parlare  di femminicidio  

  da     Lorenzo Tosa


Questa donna si chiama Lucia Regna, ha 44 anni, è finita così dopo che il suo ex le ha sbattuto la testa contro il marmo e, una volta a terra, l’ha riempita furiosamente di calci.Si è ritrovata per tre mesi in ospedale con 21 placche di titanio sul volto e il nervo oculare distrutto, solo l’ultimo episodio dopo 17 lunghissimi anni di maltrattamenti.Non è bastato denunciarlo più volte. Non è bastata neppure la condanna a un anno e mezzo, perché l’uomo era libero, libero di raggiungerla e ridurla in questo stato.E oggi a “La Stampa” Lucia si sfoga con parole che dovrebbero aprire i telegiornali.“Perché ci dicono di denunciare se poi quello che viene dopo, da parte dello Stato, è uno schiaffo morale che fa più male delle botte? A cosa serve il Codice rosso? A niente. Io mi sono pentita di averlo denunciato. Adesso può continuare a fare del male. A me. O alla prossima”.La possiamo girare come vogliamo.Sentire una donna vittima di violenza che dichiara di essersi pentita di aver denunciato è una sconfitta dello Stato.A Lucia tutta la mia vicinanza e solidarietà, per quel pochissimo che vale.Ma l’unica solidarietà che ha un qualche valore è ascoltare le sue parole. Pretendere che servano.


da https://www.cronachedallasardegna.it/

La donna nelle scorse ore ha raccontato in un’intervista a La Stampa quello che le è accaduto”Mi ha preso la testa e l’ha sbattuta contro il marmo. Quando ero a terra mi ha spaccato la faccia a calci, mi sono risvegliata in ospedale», racconta la donna.



Per ricostruirle il volto i medici hanno usato 21 placche di titanio. Lucia è dovuta restare ricoverata in ospedale per tre mesi ed ha una lesione permanente al bulbo oculare.

Ma soprattutto tanta rabbia visto che ha denunciato il suo aggressore, che non si è fatto neanche un giorno di carcere dopo averla quasi uccisa.
Lucia dopo novanta giorni di ospedale, si reca a formalizzare la denuncia, convinta che così facendo avrebbe salvato se stessa ed i suoi figli da quel bruto. “Suo marito quella sera aveva bevuto? Aveva fatto uso di droghe? Se ha reagito così, avrà avuto i suoi cinque minuti”, le dicono in caserma.
Lucia sentendo quelle frasi, resta senza parole.
«Perché ci dicono di denunciare se poi quello che viene dopo, da parte dello Stato, è uno schiaffo morale che fa male più delle botte? A che cosa serve il codice rosso? Io mi sono pentita di averlo denunciato».
L’uomo è stato condannato ad un anno e mezzo, ma è sempre rimasto a piede libero. Libero di raggiungerla, di pestarla ancora o farle di peggio.
“Adesso può continuare a fare del male. A me. O alla prossima”, aggiunge Lucia.
La donna è rimasta anche senza un lavoro a causa di ciò che le è successo. Ha fatto richiesta di invalidita` alla Asl per essere iscritta nelle liste di collocamento speciale, ma la commisione le ha riconosciuto per solo il 20% e per entrare in quelle liste occorre il 46%.
Lucia si trova dunque con dei figli da mantenere, una vita distrutta, una salute precaria. Solo perché al suo ex marito sono venuti i “cinque minuti”. E sempre da cronache della sardegna e non   di 
Maria Vittoria Dettoto : « denunciare non serve a niente, il Codice rosso non serve a niente se poi i responsabili di queste violenze non vengono puniti come dovrebbero essere.Tanti auguri Lucia. Sei una donna forte che merita solo il meglio dalla vita.»
Foto: Lucia Regna dopo il pestaggio dall’ex marito e come era prima.

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