ogni tanto tra un'infinità di notizie
infauste, di corrotti e corruttori, di evasori fiscali,di truffatori,di
ladri,rapinatori,incendiari, vandali, gossip vario ,etc.etc., una divertente,simpatica
notizia non guasta.Evidentemente le signore di quel paese hanno più
timore di perdere l'osso che della crisi economica,giusto per stare in
tema.
Il twma non è una novita visto che De Andre' davanti a storie come questa che mi accingo a riportare diceva
....si sa che la gente da buoni consigli sentendosi come gesu' nel tempio
si sa' che la gente da buoni consigli se non puo' piu' dare il cattivo esempio ....
e quelle andarono dal commissario e dissero senza parafrasare quella schifosa ha gia' troppi clienti piu' di un consorzio alimentare.....
Ma dimostra come , nonostante i cmbiamenti epocali rispetto a 60 fa , desta scandalo quando si scopromo gli altarini .
Il
corvo veste panni femminili in un paese della Marmilla. Destinataria di
una lettera al veleno una donna del paese accusata di sedurre gli uomini
sposati del paese. Una riedizione, in salsa sarda, della celebre storia
di Bocca di Rosa raccontata da Fabrizio De André nell'omonima canzone.
Una
lettera anonima, concentrato di insulti finiti nelle cassette della
posta di un paio di centri della Marmilla. Nel mirino una giovane donna,
che avrebbe attentato alle virtù degli uomini della zona. Nomi e
cognomi, veleno sparso in una comunità che rivive la storia di Bocca di
Rosa, la mitica canzone di De André.
Purtroppo Per conoscere la storia in maniera integrale e i contenuti della lettera bisogna leggere l'articolo completo di Giulio Zasso sull'Unione Sarda in edicola. Medno amle che il commento di Ceslestino tabasso è disponibile nella versione free
Ecco i suggerimenti di Celestino Tabasso per disarmare la mano del Corvo del paese della Marmilla.
La
storia di una famiglia uccisa con l'arsenico non piacerebbe a nessuno.
La storia di un uomo decapitato con uno spadone medievale non ci
divertirebbe.
Perché per quanto siano tecniche di omicidio
antiche e antiquate, tutti resteremmo impressionati soprattutto dal
risultato finale. Cioè la morte.
E allora non è
davvero il caso di sprecare nemmeno un sorrisetto per quanto è vintage,
per quanto è roba da modernariato questo delitto contro la personalità
consumato attraverso una lettera anonima e non, come i tempi
suggerirebbero, tramite un social network o attraverso un sito internet.
Certo, l'idea di distruggere a mano una reputazione, facendo
all'imbrunire il giro delle cassette postali, ha un certo sapore anni
Cinquanta. Ma il punto non è questo.
Questo aspetto sarà casomai più utile alle indagini,
che difficilmente si indirizzeranno su un nativo digitale, un
giovanotto o una giovanotta sotto i 35 anni, di quelli che per decidere
come vestirsi controllano un sito di previsioni meteo anziché dare
un'occhiata alla finestra e controllare se il cielo promette bene.
Ma
da un punto sostanziale tutto questo conta poco, tutto questo è solo
dettaglio narrativo. Quindi non scomodiamo De André, non rispolveriamo i
cantori della eterna provincia italiana come Piero Chiara o
l'ingiustamente dimenticato Gino Pugnetti.
Su questo
genere di storie ha già detto tutto - e lo ha fatto una volta per tutte
- Agatha Christie, quando delitto dopo delitto ha spiegato che il Male
può annidarsi in tutta la sua potenza anche nel più piccolo dei
villaggi.
Quella lettera insultante, diffamatoria
nel senso più pieno e offensivo, è l'innesco di un rogo, sul quale
adesso arde una persona messa lì a bruciare per vendetta, per astio,
forse per noia o frustrazione. Ma perché qualcosa o qualcuno bruci non
basta il combustibile, serve il comburente. Esattamente come per
scaldare un camino non basta la legna, ma occorre anche l'ossigeno che
alimenta la fiamma. E il comburente in questo caso è la comunità, il
paese, la cittadinanza.
Senza la cassa di risonanza
delle chiacchiere da bar, delle telefonate, delle allusioni e degli
ammiccamenti la fiamma non divampa e sul rogo nessuno può bruciare. Per
questo oggi tutti i compaesani del Corvo sono chiamati a scegliere da
che parte stare, sono chiamati - più o meno consapevolmente - a decidere
se far scoppiettare e divampare quel rogo o buttarci sopra una
secchiata di civile, gelida indifferenza. È difficile resistere alla
tentazione del chiacchiericcio, è difficile sottrarsi al gusto pettegolo
del "tutta la città ne parla". Eppure questa strada impervia è l'unica
che porta lontano dal linciaggio, dal sacrificio umano.
In
molti centri della nostra provincia ci sono storie infamanti e
stuzzicanti, irresistibili racconti da dopocena che circolano di casa in
casa, di generazione in generazione. C'è tanta gente che ne ha
ridacchiato e c'è qualcuno che ci ha sofferto molto, ritrovandosi dal
giorno alla notte sotto un cono di luce cruda e ingiusta.
Rifiutare
questo piacere volgare, ignorare la maldicenza e imporsi di non farle
cassa di risonanza è l'unico modo per essere comunità e non provincia.
Chi
non ci riuscirà, chi non saprà privarsi di questa voluttà da gossip
tribale farà da comburente, sarà ossigeno per il rogo acceso una notte
d'inverno da una mano vigliacca. E allora De André potrà tornare utile.
Non quello di Bocca di Rosa, che con questa storia non c'entra poi
tanto, ma quello della Canzone del Maggio: "Per quanto voi vi crediate
assolti / siete per sempre coinvolti".
Quindi Care mogli,compagne , fidanzate l prendetevela con i
vostri mariti ( oltre che con voi stesse ) se vi cornificano..se non rifiutano le avance e vanno a cercare altrove quell che non riescono a trovare nel letto familiare . IL il problema , non solo questa donna che non fate altro che giudicare in maniera
impropria !!!
Nessun commento:
Posta un commento