Giorni fa lo scrittore e blogger Shady Hamadi ha indirizzato una lettera aperta “a un occidentale, in particolare italiano” http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/18/isis-lettera-a-un-occidentale-scegli-di-sostenere-la-societa-araba-contro-fanatismo-e-dittature/1435194/ ( se nel caso , come spesso succede dopo unpo' gliurl vengono per probelemi di spazio rimossi dai portali , lo trovate nel mio predente post ) Qui sotto la mia risposta e la controreplica dello stesso Hamadi.
Caro Shady,
o forse dovrei scrivere "caro orientale, in particolare caro siriano"?
Il tuo post, come altri che scrivi, l'ho pubblicato sulla mia pagina. Affermi molte cose buone e condivisibili, altre discutibili e altre ancora un po' sommarie e sbrigative. È normale sia così, ed è normale esser contestati, perché la democrazia si basa su questo.
Ecco, proprio il tuo incipit mi lascia perplessa. A te infastidiscono le generalizzazioni, anzi ne sei giustamente arcistufo: però io non sono da meno. Ti rivolgi a un interlocutore c.d. “neutro maschile”; e, da donna, non lo tollero più. Tu e i tuoi congeneri, orientali o occidentali non fa differenza, la riterrete senza dubbio un'inezia e invece no: si tratta d'una faccenda molto seria, forse addirittura la radice prima di tutto, come cercherò di spiegare più sotto.
Secondo: l'Italia è senza dubbio un paese occidentale ma, appunto, è principalmente Italia, con una sua specificità e sua storia ben diverse, talvolta anche opposte, rispetto ad altre nazioni europee come la Danimarca o la Germania o la stessa Francia ecc.
L'Italia è anzitutto un paese mediterraneo che peraltro, nel Sud, non è poi tanto diverso da certe zone del Nordafrica, sia come clima paesaggio lasciti culturali arte ecc. ecc. È “occidentale” il Duomo di Monreale? Sono “occidentali” i costumi tradizionali delle donne? Sempre in Sicilia, i nostri illustri connazionali Falcone e Borsellino provenivano dal quartiere della Kalsa, che anche come nome conserva chiarissime le sue origini, e mi limito a questo esempio fra i mille che potrei farti.
Caro orientale e siriano, qui abbiamo avuto le dominazioni arabo-musulmane (non sono sinonimi): siamo un paese "meticcio", per usare un termine caro all’arcivescovo Scola. Lo sottolineai, inascoltata, oltre 25 anni fa, quando preparavo la tesi sulla decolonizzazione dell'Algeria vista da "Le Monde". Scrissi: l'Italia dovrebbe riscoprire la sua vocazione mediterranea, almeno per ragioni d'opportunità, dato che il Medio Oriente non è lontano e l'Africa del Nord si trova ai nostri piedi (letteralmente parlando).
Dall'Italia son passati tutti: e questo è in potenza un grande vantaggio. Non sempre noi sappiamo sfruttarlo ma è un altro paio di maniche.
Caro orientale e siriano, devi sapere che molti "occidentali e in particolare italiani" le obliate "primavere arabe" le hanno sostenute e applaudite; non tifavano affatto per Gadafi e Assad; hanno sfilato in piazza coi vostri uomini e - non dimenticarlo mai - le vostre donne; li hanno voluti incontrare, li hanno invitati ai loro incontri, gioivano per il loro ritrovato, giovanile entusiasmo. E non è giusto tu ora lo dimentichi, benché umanamente lo capisca.
Caro orientale e siriano, commetti l'errore di tanti "occidentali" contrapponendo una religione, l'Islam, essa stessa "occidentale" ed europea (il 50% degli albanesi sono musulmani, lo sono i bosniaci, per non parlare degli immigrati di seconda generazione, dei convertiti… Perfino nella “Commedia” dantesca esistono influenze islamiche, la Spagna fu musulmana per secoli, conosciamo Aristotele tramite Averroè “che ‘l gran comento feo”: lui, europeo e islamico, uno dei padri del libero pensiero!, e via elencando), contrapponendo una religione, dicevo, a un luogo geografico; definizione insidiosa quant'altre mai (Maghreb significa occidente come sai meglio di me); soprattutto strabica: falsa le prospettive.
Parimenti: il cristianesimo ha informato per millenni le società occidentali (ora non più), questo è poco ma sicuro; ma il cristianesimo NON s'identifica (solo) con l'Occidente, NON è nato in Occidente, le radici dell'insegnamento di Cristo provengono da un contesto NON occidentale; anzi, l’Occidente allora come oggi era il nemico da quelle parti. L'esegesi più avanzata l’ha riscoperto dopo la Seconda Guerra Mondiale e il nostro attuale Papa, originario d'un paese NON europeo (mica un caso, eh: il prossimo sarà con tutta probabilità un asiatico o un africano), lo ripete in continuazione: un Medio Oriente senza cristiani non ha senso.
Caro orientale e siriano, tu sostieni – certamente con molta ragione - che non esistono morti di serie A e di serie B e che l'"Occidente" se ne dimentica troppo spesso. Io stessa ho provato sdegno quando una illustre commentatrice ha affermato che i morti di Charlie (beninteso, solo i vignettisti, non Ahmed Merabet o gli altri arabi che pure a quel giornale lavoravano) "valevano" più dei duemila in Nigeria perché i primi simboli della democrazia, gli “altri” emblemi d’una cultura tribale e comunque “abituati” alle violenze. Io stessa continuo a ripetere che mi va benissimo essere Charlie, ma pure il già nominato Ahmed, i ragazzi delle primavere, l'attivista egiziana uccisa il mese scorso, Meriam Ibrahim, Asia Bibi... In questi giorni, peraltro, "sono" soprattutto quei ventun lavoratori copti sgozzati sulle rive d'un Mediterraneo livido che non riconosco come il mio mare. Lavoratori, capisci? Non ricchi e comodi borghesi. Soprattutto non occidentali. E, certo, cristiani, d'un cristianesimo che mi fa vergognare di me stessa. Sono loro ad aver inaugurato la Quaresima 2015. Tu associ, come dicevo poc'anzi, il cristianesimo all'Occidente (un po’ come Fallaci e le sue insensatezze del tipo “io sono un’atea cristiana”); e invece i cristiani provengono anche da paesi come i tuoi e quei paesi oggi li perseguitano.
Tutto è cominciato da quell'infame "nun" applicato alle porte degli iracheni "nazareni", molto simile alla stella giudaica di nazista memoria (a proposito, non diciamo nulla sull'antisemitismo di ritorno?). Applicato da criminali che si rifanno all'Islam; a una sua visione distorta, blasfema, violenta, come il cristianesimo dei roghi e delle Inquisizioni, certo; ma con tale distorta visione dovete obbligatoriamente fare i conti; essi non mancano di proclamarsi rappresentanti dell’Islam “puro” (pericolosissimo quando qualcuno delira di purezza, lo faceva un certo baffetto ottant'anni fa in "civilissime" contrade). Tu denunci che le prime vittime di questi assassini sono i tuoi correligionari e io ti credo, caro orientale e siriano. Non foss'altro, perché più numerose. Non manco mai di ricordarlo nei miei interventi, per il poco che possano valere. Il punto è questo: ti credo e provo la tua stessa pena. Di fronte a questa degenerazione dell'Islam (perché se la "teologia" dell'Isis/Daesh trionfa e l'Islam non riesce a ritrovare il momento umanista pur ampiamente presente nella sua storia scomparirà, lo sai, vero?) chi ama veramente il dialogo rimane annientato/a.
D’altro canto, se gli "occidentali" adesso si spaventano e mormorano d’intervento non lo fanno in nome del cristianesimo. Gli “occidentali” della persecuzione dei cristiani d’Iraq, Siria, Egitto, Libia ecc. non si curano. Leggi i commenti di questi giorni: scherzano, ridacchiano, si ritengono molto spiritosi e “razionali”, qualcuno invoca persino l’arrivo di Daesh “purché distrugga il Vaticano”. Non sono quattro scemi, sono molto numerosi. A me ricordano i conterranei di Noè che seguitavano a gozzovigliare, ubriacarsi, oziare o preoccuparsi degli interessi di bottega mentre il diluvio incombeva.
Gli “occidentali” tecnocrati e avanzati davanti al martirio di uomini e donne dei vostri paesi (ma è giunta voce, dalla torpida Onu, pure di massacri di bambini a suon di crocifissioni, impiccagioni e roghi) rimangono del tutto indifferenti. E alludo pure a una parte non minuscola dei politicamente corretti, degli stipendiati dei diritti umani. Hai mai visto una femminista mobilitarsi per Asia Bibi? Hai letto parole realmente accorate per i martiri di Sirte? Per quei martiri avrebbero dovuto gridare le pietre, ma si è manifestato in modo imponente solo per Charlie. Tu ti lagni dei morti di serie A e B, ma questi erano di serie C: perché arabi, perché cristiani, perché poveri. Capaci, poi, di sfilare con colorate bandierine antirazziste per le opache vie delle nostre metropoli!
Giorni fa a Copenaghen una Femen scampata all’attentato ha rilasciato una lunga intervista in cui esprimeva l’intenzione di continuare a battersi contro l’oscurantismo. Ma l’oscurantismo cui essa si riferiva era sempre e solo quello religioso (cristiano per lungo tempo, adesso anche islamico, pur se mai in modo così virulento). Rivendicava il diritto di ognuno a manifestare le sue idee, ma né lei né le sue socie hanno mai levato una voce per Asia, per Meriem, per le donne perseguitate a causa della loro fede. Non l’hanno fatto ieri e non lo faranno domani, perché nel loro mondo libero e libertario lo spazio per la religione, identificata automaticamente con oppressione e ignoranza, semplicemente non c’è.
Lo scrittore Houellebecq ribadisce il suo diritto all’irresponsabilità, “perché lo scrittore deve essere irresponsabile, la creatività stessa se ne nutre”.
o forse dovrei scrivere "caro orientale, in particolare caro siriano"?
Il tuo post, come altri che scrivi, l'ho pubblicato sulla mia pagina. Affermi molte cose buone e condivisibili, altre discutibili e altre ancora un po' sommarie e sbrigative. È normale sia così, ed è normale esser contestati, perché la democrazia si basa su questo.
Ecco, proprio il tuo incipit mi lascia perplessa. A te infastidiscono le generalizzazioni, anzi ne sei giustamente arcistufo: però io non sono da meno. Ti rivolgi a un interlocutore c.d. “neutro maschile”; e, da donna, non lo tollero più. Tu e i tuoi congeneri, orientali o occidentali non fa differenza, la riterrete senza dubbio un'inezia e invece no: si tratta d'una faccenda molto seria, forse addirittura la radice prima di tutto, come cercherò di spiegare più sotto.
Secondo: l'Italia è senza dubbio un paese occidentale ma, appunto, è principalmente Italia, con una sua specificità e sua storia ben diverse, talvolta anche opposte, rispetto ad altre nazioni europee come la Danimarca o la Germania o la stessa Francia ecc.
L'Italia è anzitutto un paese mediterraneo che peraltro, nel Sud, non è poi tanto diverso da certe zone del Nordafrica, sia come clima paesaggio lasciti culturali arte ecc. ecc. È “occidentale” il Duomo di Monreale? Sono “occidentali” i costumi tradizionali delle donne? Sempre in Sicilia, i nostri illustri connazionali Falcone e Borsellino provenivano dal quartiere della Kalsa, che anche come nome conserva chiarissime le sue origini, e mi limito a questo esempio fra i mille che potrei farti.
Caro orientale e siriano, qui abbiamo avuto le dominazioni arabo-musulmane (non sono sinonimi): siamo un paese "meticcio", per usare un termine caro all’arcivescovo Scola. Lo sottolineai, inascoltata, oltre 25 anni fa, quando preparavo la tesi sulla decolonizzazione dell'Algeria vista da "Le Monde". Scrissi: l'Italia dovrebbe riscoprire la sua vocazione mediterranea, almeno per ragioni d'opportunità, dato che il Medio Oriente non è lontano e l'Africa del Nord si trova ai nostri piedi (letteralmente parlando).
Dall'Italia son passati tutti: e questo è in potenza un grande vantaggio. Non sempre noi sappiamo sfruttarlo ma è un altro paio di maniche.
Caro orientale e siriano, devi sapere che molti "occidentali e in particolare italiani" le obliate "primavere arabe" le hanno sostenute e applaudite; non tifavano affatto per Gadafi e Assad; hanno sfilato in piazza coi vostri uomini e - non dimenticarlo mai - le vostre donne; li hanno voluti incontrare, li hanno invitati ai loro incontri, gioivano per il loro ritrovato, giovanile entusiasmo. E non è giusto tu ora lo dimentichi, benché umanamente lo capisca.
Caro orientale e siriano, commetti l'errore di tanti "occidentali" contrapponendo una religione, l'Islam, essa stessa "occidentale" ed europea (il 50% degli albanesi sono musulmani, lo sono i bosniaci, per non parlare degli immigrati di seconda generazione, dei convertiti… Perfino nella “Commedia” dantesca esistono influenze islamiche, la Spagna fu musulmana per secoli, conosciamo Aristotele tramite Averroè “che ‘l gran comento feo”: lui, europeo e islamico, uno dei padri del libero pensiero!, e via elencando), contrapponendo una religione, dicevo, a un luogo geografico; definizione insidiosa quant'altre mai (Maghreb significa occidente come sai meglio di me); soprattutto strabica: falsa le prospettive.
Parimenti: il cristianesimo ha informato per millenni le società occidentali (ora non più), questo è poco ma sicuro; ma il cristianesimo NON s'identifica (solo) con l'Occidente, NON è nato in Occidente, le radici dell'insegnamento di Cristo provengono da un contesto NON occidentale; anzi, l’Occidente allora come oggi era il nemico da quelle parti. L'esegesi più avanzata l’ha riscoperto dopo la Seconda Guerra Mondiale e il nostro attuale Papa, originario d'un paese NON europeo (mica un caso, eh: il prossimo sarà con tutta probabilità un asiatico o un africano), lo ripete in continuazione: un Medio Oriente senza cristiani non ha senso.
Caro orientale e siriano, tu sostieni – certamente con molta ragione - che non esistono morti di serie A e di serie B e che l'"Occidente" se ne dimentica troppo spesso. Io stessa ho provato sdegno quando una illustre commentatrice ha affermato che i morti di Charlie (beninteso, solo i vignettisti, non Ahmed Merabet o gli altri arabi che pure a quel giornale lavoravano) "valevano" più dei duemila in Nigeria perché i primi simboli della democrazia, gli “altri” emblemi d’una cultura tribale e comunque “abituati” alle violenze. Io stessa continuo a ripetere che mi va benissimo essere Charlie, ma pure il già nominato Ahmed, i ragazzi delle primavere, l'attivista egiziana uccisa il mese scorso, Meriam Ibrahim, Asia Bibi... In questi giorni, peraltro, "sono" soprattutto quei ventun lavoratori copti sgozzati sulle rive d'un Mediterraneo livido che non riconosco come il mio mare. Lavoratori, capisci? Non ricchi e comodi borghesi. Soprattutto non occidentali. E, certo, cristiani, d'un cristianesimo che mi fa vergognare di me stessa. Sono loro ad aver inaugurato la Quaresima 2015. Tu associ, come dicevo poc'anzi, il cristianesimo all'Occidente (un po’ come Fallaci e le sue insensatezze del tipo “io sono un’atea cristiana”); e invece i cristiani provengono anche da paesi come i tuoi e quei paesi oggi li perseguitano.
Tutto è cominciato da quell'infame "nun" applicato alle porte degli iracheni "nazareni", molto simile alla stella giudaica di nazista memoria (a proposito, non diciamo nulla sull'antisemitismo di ritorno?). Applicato da criminali che si rifanno all'Islam; a una sua visione distorta, blasfema, violenta, come il cristianesimo dei roghi e delle Inquisizioni, certo; ma con tale distorta visione dovete obbligatoriamente fare i conti; essi non mancano di proclamarsi rappresentanti dell’Islam “puro” (pericolosissimo quando qualcuno delira di purezza, lo faceva un certo baffetto ottant'anni fa in "civilissime" contrade). Tu denunci che le prime vittime di questi assassini sono i tuoi correligionari e io ti credo, caro orientale e siriano. Non foss'altro, perché più numerose. Non manco mai di ricordarlo nei miei interventi, per il poco che possano valere. Il punto è questo: ti credo e provo la tua stessa pena. Di fronte a questa degenerazione dell'Islam (perché se la "teologia" dell'Isis/Daesh trionfa e l'Islam non riesce a ritrovare il momento umanista pur ampiamente presente nella sua storia scomparirà, lo sai, vero?) chi ama veramente il dialogo rimane annientato/a.
D’altro canto, se gli "occidentali" adesso si spaventano e mormorano d’intervento non lo fanno in nome del cristianesimo. Gli “occidentali” della persecuzione dei cristiani d’Iraq, Siria, Egitto, Libia ecc. non si curano. Leggi i commenti di questi giorni: scherzano, ridacchiano, si ritengono molto spiritosi e “razionali”, qualcuno invoca persino l’arrivo di Daesh “purché distrugga il Vaticano”. Non sono quattro scemi, sono molto numerosi. A me ricordano i conterranei di Noè che seguitavano a gozzovigliare, ubriacarsi, oziare o preoccuparsi degli interessi di bottega mentre il diluvio incombeva.
Gli “occidentali” tecnocrati e avanzati davanti al martirio di uomini e donne dei vostri paesi (ma è giunta voce, dalla torpida Onu, pure di massacri di bambini a suon di crocifissioni, impiccagioni e roghi) rimangono del tutto indifferenti. E alludo pure a una parte non minuscola dei politicamente corretti, degli stipendiati dei diritti umani. Hai mai visto una femminista mobilitarsi per Asia Bibi? Hai letto parole realmente accorate per i martiri di Sirte? Per quei martiri avrebbero dovuto gridare le pietre, ma si è manifestato in modo imponente solo per Charlie. Tu ti lagni dei morti di serie A e B, ma questi erano di serie C: perché arabi, perché cristiani, perché poveri. Capaci, poi, di sfilare con colorate bandierine antirazziste per le opache vie delle nostre metropoli!
Giorni fa a Copenaghen una Femen scampata all’attentato ha rilasciato una lunga intervista in cui esprimeva l’intenzione di continuare a battersi contro l’oscurantismo. Ma l’oscurantismo cui essa si riferiva era sempre e solo quello religioso (cristiano per lungo tempo, adesso anche islamico, pur se mai in modo così virulento). Rivendicava il diritto di ognuno a manifestare le sue idee, ma né lei né le sue socie hanno mai levato una voce per Asia, per Meriem, per le donne perseguitate a causa della loro fede. Non l’hanno fatto ieri e non lo faranno domani, perché nel loro mondo libero e libertario lo spazio per la religione, identificata automaticamente con oppressione e ignoranza, semplicemente non c’è.
Lo scrittore Houellebecq ribadisce il suo diritto all’irresponsabilità, “perché lo scrittore deve essere irresponsabile, la creatività stessa se ne nutre”.
Diritti, diritti, invoca ognuno/a, senza accorgersi che non si dànno diritti senza doveri, e che “l’autentico pluralismo deve essere cosciente di essere parte, e mai tutto” (J. M. Bergoglio, 1984). E ancora: “…noi siamo soltanto un frammento, sicché l’unità resta spostata dal tutto alla parte, e così cadiamo nelle ideologie proprie dell’uomo unidimensionale […]. L’unità superiore implica si sopportino tensioni e conflitti, i quali […] possono mostrarsi come dissonanze, che tuttavia non vanno mai confuse con la cacofonia del monismo gnostico”.
Se questa luminosa descrizione, redatta dal Papa quand’ancora reggeva il collegio gesuita di San José col nome di padre Mario, taglia le gambe a qualsiasi solipsismo fondamentalista, può ben applicarsi a qualsiasi pretesa intellettuale d’usare la parzialità per spiegare il totalità. È vero, è vero: l’artista può fare l’irresponsabile; lo Stato LAICO (non ateo) e l’articolo 18 della Dichiarazione dei Diritti Umani glielo permettono. I cittadini hanno la facoltà di cambiare religione, deriderla, rinnegarla. Permettono, pure, di non professarne alcuna.
È vero anche il contrario, però: che l’irresponsabilità sia elemento indispensabile all’azione creativa lo sostiene Houellebecq; ma si tratta del pensiero di Houellebecq, e basta. Dante e Manzoni erano convinti assertori del contrario e sfido chiunque a dimostrare che con la penna se la cavavano male.
Per tornare all’assunto iniziale non è pertanto la difesa del cristianesimo e dei cristiani d’Oriente l’interesse primo della preoccupazione occidentale. Anzi, alcuni vorrebbero eliminare qualsiasi religione tout court (e sì che i regimi atei sono pur esistiti; non erano esattamente campioni di diritti umani, la laicità è altra cosa; ma l’ignoranza, si sa, acceca).
Ma un altro aspetto mi preme sottolineare.
Io qui posso esecrare la bestemmia, la sguaiataggine delle finte femministe Femen e contrastarle con le mie argomentazioni. E loro hanno il permesso di continuare a bestemmiare e a essere sguaiate. E penso, caro orientale e siriano, che nei paesi islamici nulla di tutto ciò è possibile; che cambiare religione (non dico bestemmiarla o rinnegarla) è punito con la morte o l’esilio, come Meriam che
peraltro musulmana non è stata mai se non per il fatto d’avere avuto un padre appartenente a quella confessione responsabile del suo abbandono a otto anni; che le donne contano meno di zero; che gli omosessuali vengono perseguiti e uccisi; che ai cristiani di quelle zone è proibita ogni forma di proselitismo; che spesso sono disprezzati anche in modo razzistico.
Persino nel paese un tempo “laico” del mondo musulmano, la Turchia, proprio quella che chiedeva l’ingresso in Europa, i diritti umani e femminili sono duramente coartati da un governo sempre più violento, tracotante e oscurantista; e non credo lo sia solo per questioni di opportunità.
Caro orientale e siriano, il fatto di non avere Papi né un clero è un potenziale elemento positivo dell'Islam; tuttavia la presenza di un'autorità centrale, che pur fa i suoi danni (i Papi ne hanno combinati parecchi nel corso dei secoli), in situazioni calamitose come queste sarebbe d'aiuto. Al giorno d'oggi senza dubbio esistono cattolici fanatici che, se potessero, riaccenderebbero le pire e darebbero fuoco anche al paradiso; ma si tratta di pochi pazzi non realmente pericolosi, perché mai il Papa si sognerebbe di conferir loro un qualche minimo riconoscimento; e ciò li disarma ab origine. E quando Ratzinger tentò di legittimare gli scismatici fascisti lefebvriani all'interno del cattolicesimo si creò una vera e propria rivolta.
Caro orientale e siriano, come afferma il tuo correligionario algerino Khaled Fouad Allam è finora mancata al pensiero musulmano quella mutazione in senso umanistico che in Occidente ha portato talora a soluzioni radicali e anche ripugnanti (in Italia, per inciso, non abbiamo mai conosciuto rivoluzioni come quella francese e per gli standard europei siamo uno Stato semi-laico); ma che in tante altre occasioni ha consentito il passaggio a una democrazia in buona parte matura e solida. L’unico sistema in grado di evolvere: per ricorrere a un paradosso caro a Churchill, “il peggior sistema del mondo, eccezion fatta per gli altri”. Nel caso attuale, porre l’accento sulla responsabilità non comporta una limitazione delle libertà. Significa un di più! Significa ampliare questo concetto, ripensarlo nelle sue variabili non solo “occidentali” cogliendo quanto di buono – ed esiste – nelle culture “altre” che ormai ci vivono in casa. A partire dalla valorizzazione di quell’umanità disprezzata per eccellenza, le donne. Anch’esse hanno una cultura, anch’esse sono portatrici di valori, oserei dire per loro natura inclusivi e non agonici, quindi all’opposto degli esausti e bellicosi ideali maschili. Come accennavo sopra, infatti, la prima cagione d'ogni sopruso e violenza è lo spregio maschile verso un essere umano MAI ha ritenuto pienamente tale; quindi la questione Isis-Islam-cristianesimo-d
La mutazione umanistica dell’Islam non è (ancora) avvenuta per moltissime ragioni e indubitabilmente per tante colpe occidentali, dal colonialismo allo sfruttamento economico all'appoggio delle varie satrapie ecc., ma la responsabilità non è mai totalmente altrui: questo diventa vittimismo. Non mi stancherò di ribadirlo: esistono molti "occidentali e italiani" favorevoli a una vostra rinascita e prosperità. Se non i governi, la società civile, i giovani, uomini e donne di buona volontà. Personalmente vi vorrei liberi, indipendenti, musulmani (ma anche, chi lo è, cristiano, ebreo, ateo, Houellebecq o Manzoni, Femen o Edith Stein); vi vorrei con la vostra cultura, che è ricca, bella e affascinante e tanto ha dato all'umanità. Vi vorrei con la vostra originalità che del resto non dovrebbe configgere, ma integrarsi armoniosamente, con quella (quelle; sono tante) occidentali; vi vorrei, vorrei tutti, con la loro diversità planetaria. La natura è ricca e così la cultura. Perché ciò avvenga si deve però paradossalmente partire da un sentimento di eguaglianza; dalla certezza di essere, prima che musulmani, cristiani, ebrei, buddisti, pagani, occidentali, orientali, PERSONE UMANE; ché questa è l'individualità, ben diversa dall'individualismo che ne è una fosca caricatura. La percezione della comune appartenenza umana è poi un antidoto invincibile contro tutte quelle ideologie perverse e nefande (fascismo, nazismo, stalinismo, fondamentalismi religiosi, primato del profitto sull’umano: “c’est l’argent qui fait la guerre…”) che da sempre minano la pacifica convivenza.
Ne siamo capaci? Domande irrinunciabili per ENTRAMBI. In un clima di confronto anche serrato ma sempre rispettoso. Ebbene, questi "occidentali e italiani", quelli che conosco io, quelli che per i vostri paesi non vagheggiano i ritorni dei Gadafi e dei Mubarak, e sono tanti, lo vogliono. Voi?
© Daniela Tuscano, tratto da "Solo la pace è santa", di prossima pubblicazione.
RISPOSTA DI SHADY HAMADI: Cara Daniela Tuscano la mia lettera è volutamente provocatoria nel contrapporre occidente e islam. Più volte ho sottolineato in articoli precedenti che occidente e oriente non esistono, citando il lavoro di edward said -orientalismo - e che è sbagliato contrapporre islam e occidente. Inoltre, ho tentato più volte di parlare della laicità che è frutto di un percorso storico e culturale endogeno all'europa e non al mondo arabo-islamico e cristiano e che quindi non può essere esportata in un'area del mondo ma è necessario sostenere un processo sociale di critica che porti alla necessità di sviluppare il secolarismo. Sono d'accordo con te che l'Iitalia è differente dalla francia, che la francia è differente dall'inghilterra ecc..proprio perchè ogni paese ha un suo percorso specifico allora, ho sottolineato spesso, lo stesso discorso lo dovremmo riproporre per il medioriente. L'Italia, e qui sfondi una porta aperta, proprio per la sua storia di multiculturalismo -tu citavi la sicilia- dovrebbe essere naturalmente propensa al dialogo ma spesso non è così. E' per questi motivi che ho scelto di scrivere una lettera semplice, diretta, e adoperando degli schemi tanto in voga per sollevare un dibattito e una riflessione che ha stimolato tanti lettori- amici- ma è stata nulla per chi scrive sui giornali. Un caro saluto.
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