22.12.18

la buona creanza da scandalo in un periodo di maleducazione imperante . il caso di cuffaro che alza la mano per chiedere di parlare e non interrompe




premetto che non mi piace la sua filosofia di stampo sofista o di filosofo da salotto ma in tempi come questi fatti di volgarità e di discorsi e dibattiti urlati gli do ragione .  Una  cpsa  simile  la  dicevo   nel precedente  post  : << se impariamo  l'importanza  delle parole inparemo ad : odiare  di meno    e   le persone  giuste     e  non quelle  che  ci  dice  la propaganda  >>


 da   ilfattoquotidiano


Alzo la mano per chiedere la parola. Sì, sono scandaloso





Società | 22 dicembre 2018



Diego Fusaro
Filosofo

Ho riflettuto lungamente prima di mettere nero su bianco queste poche righe su un tema che può, prima facie, apparire del tutto irrilevante. E tale, in effetti, sarebbe, se non fosse rivelativo di qualcosa di più profondo, che invece marginale non è affatto. Quando mi capita di prendere parte alle trasmissioni televisive e di confrontarmi, per mia consuetudine non mi sovrappongo alle altre voci. Né interrompo. Né, ancora, procedo per ingiurie strillate. Mi limito, invece, a un gesto placido e rispettoso, che – lo so bene – non va più di moda da parecchio tempo. Alludo al vetusto garbo del dito alzato, con il quale pacatamente chiedo la parola al moderatore o alla moderatrice di turno.Lo ammetto e lo svelo: se alzo con inflessibile tenacia il dito, è anche per rovesciare gli schemi più collaudati. Il pensare altrimenti non parte, forse, anche da piccoli gesti quotidiani, da semplici posture e da immediati contegni che rovesciano quelli, particolarmente sgarbati e violenti, della prosaica società omologata di cui siamo abitatori? È ad effetto – ne converrete – assistere al triste spettacolo di schiamazzi e urla, ma poi anche di interruzioni fastidiose e repentine prima che un discorso e un concetto siano stati svolti compiutamente, e poi, inatteso, vedere qualcuno che alza con olimpica compostezza e atarassica quiete il dito per chiedere la parola. È un’inversione completa rispetto ai moduli imperanti.Nell’odierna epoca del “cogito interrotto” è già, nel suo piccolo, un gesto di rivolta. Una vibrante protesta contro la società della maleducazione e dello sgarbo, la società cioè che, ove non appaia insoddisfatta di sé, è sempre e solo volgare. La cosa più esilarante è la reazione degli interlocutori. I quali, sempre intenti a sovrapporsi e a togliersi la parola, si rivelano palesemente infastiditi da quel gesto d’altri tempi, da quel garbo non richiesto, che – ancor prima che si dica alcunché – già smaschera la falsità completa della società a forma di merce e del suo spettacolo elogiativo permanente, fintamente pluralistico.Le urla e le interruzioni passano per fisiologiche. Ma il dito alzato no. Esso è inaccettabile e scandaloso, fuori posto e, di più, già in contrasto con la struttura dominante. Rivela un importuno non allineamento, una mancata omologazione con il disordinato ordine dominante.


 finamente  qualcuno    sra iniziando  a protestare  contro tale  forma  di televisione   soprattutto  nelle  erasmissioni  d'attualità  e  di politica   dove  non si capisce niente     o  non  riesce  a seguire  un dibattito perchè  tutti urlano  e    si parlano  sopra  e  fanno  a  gara  a  chi   alza  di  più la  voce   .  Ecco  perchè il  gesto  di  un filosofo da  salotto     da  scandalo

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