quando non sanno chi accusare trovano un capro espiatorio e non il sistema o le leggi contradditorie e farrangiose o pegio l'avidità l'altro lato della tragedia della discoteca Lanterna Azzurra.


   a  scapito    d' eventuali accuse  di  faziosità lascio questo
 N.B      come potete     vedere  dal  commento  di questo post  sul mio   facebook  , non mi piace  per  niente   sfera    e lo considro una  cagata  pazzesca 
Tragedia in discoteca, "class action" dei ragazzi contro Sfera Ebbasta

Come dicevo  dal titolo   è partita  la  caccia   al cap  espiatorio  .Un  artista  (  o   presunto tale  )   non  può occuparsi  , a meno che    non sia  autoprodottto  o  autonomo   cioè    senza  menager   ,  se quel locale  è sicuro  o meno   .Infatti  esso  può  , ma non  in questo caso   visto  che  Sferaebasta    non  vi  è neppure  arrivato   rifiutarsi    di  fare  l'ospitata  o il concerto   .
 Capisco   il desiderio dei familiari dei ragazzi\e   coinvolti    di sapere   la  verità su quello che   è  successo   e      di trovare  il od  il reponsabili  ,  ma    qui  hanno   sbagliato il tiro   dovrebbero  prendersela     con  i proprietari ed i gestori del locale  per la pessima organizzazione     e per  la  bramosia   di fare  cassa   e guadagnare  € . Infatti   la  tragedia    è stata  causata da : <<  (...)  Una incredibile serie di piccoli errori ha portato a una tragedia di portata incredibile, una delle più grandi nella storia della nostra musica leggera. Ma una incredibile serie di piccoli errori che parte da un sistema di approssimazione che, per chi si occupa di musica, non risulta certo una novità  (... ) secondo questo interessantissimo  articolo di  https://www.linkiesta.it//, una delle poche  cose  ben  scritte      e    obbiettive   rispetto  alla  💩   che   stata  detta   e  scritta  su tale  fatto  .   Infatti  sempre  secondo  l'articolo     quello che    è  successom è     << Un modo, va dettosenza con questo voler denunciare anche in questo caso questa pratica,  >>   non  nuova  iene  sempre  fatta  durante  le serate  nei locali      , ma  un contom è,dire     e  segnalare  nei biglietti e  localndine     che  il cantante  o griuppo    sono ospiti e    fano una  comparsata      non spacciarlo  per  concerto     quando  poi non lo è  ><<   per fare nero ai danni della SIAE, andando a usare gli inviti dati dai PR al posto dei normali biglietti. Una pratica, quella di lasciare ambiguamente credere che si tratti di un concerto quando in realtà si tratta di una comparsata a tarda notte, che sicuramente ha indotto genitori e bambini e ragazzini a passare molto, troppo tempo dentro e fuori dal locale, in attesa di un concerto che non ci sarebbe stato.
E troppe ore passate in un locale, non ci vuole certo Truman Capote per capirlo, inducono gli adolescenti non accompagnati da adulti, a consumare alcolici, altro modo per fare cassa, certo, ma anche per creare un clima nervoso e poco sicuro dentro il locale.  >>.  E poi  finitela   di  fare  analisi  sociologiche   ad  minchiam    come questa    del https://www.ilsussidiario.net/news/educazione/2018/12/12/

Tutto chiaro. E invece no, qualcosa d’altro da chiedersi c’è. Perché non è usando il termine “menata” che si può eludere la domanda fondamentale. Che io qui pongo non in termini apocalittici, ma molto semplici: perché così tanti ragazzini e adolescenti vanno a sentire così tanta musica così tanto brutta? (andate a cercare un pezzo di “Sfera Ebbasta” e poi ditemi). Perché la forma dello stare insieme di questi ragazzi è l’ammasso drogante, fatto di ritmi ossessivi, testi arrabbiati e immagini violente? Che poi non si tratta di cantautori, ma di un’industria che sintetizza il prodotto e lo veicola a masse omogeneizzate di ragazzi. Droga, legale, ma pur sempre droga: illudere di protagonismo e libertà, spacciando roba che rende schiavi e arricchisce chi te la procura.Del resto, amara ironia davanti ai morti e ai feriti che pare abbiano pagato anche biglietti che non potevano essere venduti, nel 2017 uno dei più grandi successi dell’estate recitava: “Come il crimine, senza regole / Come le ragazze con il grilletto facile / Entriamo senza pagare come dei calciatori di serie A / Ci guarda tutto il locale ma alla fine nessuno ci toccherà”. Davanti a questo, davvero si può credere che il problema sia solo tecnico? Davvero pensiamo che, dopo aver fatto a pezzi il gusto e la sensibilità dei ragazzi, con la connivenza di un’intera industria, si possano poi rimettere insieme i cocci con qualche tipo di “adesivo” o di meccanismo posticcio (controlli, manutenzione…), magari in nome del Pil che “l’industria dello spettacolo” genera? Ma li avete visti, qualche tempo fa, i mega-manifesti pubblicitari, con i volti di due noti rapper italiani, che recitavano: “Obiettivi per il 2018: Vivere senza regole ma anche senza finire nei guai”? Non saranno i controlli (ovviamente sacrosanti) a salvare i ragazzi da questo endo-genocidio culturale. Invece di chiederci come si fa a uscire vivi da una discoteca, dovremmo domandarci cosa fare per non entrarci proprio. Magari amare la buona musica e la buona compagnia?Scuola media del Giambellino “profondo”, a Milano. Case occupate, immigrazione fuori controllo, disagio sociale. Un’insegnante di inglese fa sentire ai ragazzi “Yesterday”. “Bella questa canzone!”, dicono gli studenti, e poi la domanda di uno di loro: “Ma chi erano i Beatles”? (sì, come nella canzone degli Stadio). Ma come si fa a chiedere chi fossero i Beatles, se nessuno te li fa prima ascoltare? Altra scena. Festa per i 18 anni di un amico, cibo e canti intorno a un falò. Una delle ragazze “posta” le foto sui social e si sparge la voce tra gli amici “indiretti”; quelli meno stretti e non del “giro”. “Che bello!”. “Continuavo a riguardare le foto!”. “Bello! di solito si va in discoteca…”. Davvero ostinato il cuore umano: per cercare di tenerlo a bada ci vuole un’intera industria, ma per scatenarlo basta un pizzico di bellezza.Da cui magari nasce anche della buona musica. Nel 1986 Paul Simon pubblica un album epocale: Graceland. Musiche e ritmi africani riletti e trasformati da un maestro della musica americana. Scoppia un pandemonio, perché sono gli anni dell’apartheid e dell’“embargo” culturale verso il Sudafrica. Ma il disco è un successo planetario, vince il Grammy nel 1987, lo stesso anno del concerto in Zimbabwe, in cui canta anche Miriam Makeba (a cui per molti anni non fu permesso di rientrare in patria per motivi politici). Il mondo viene invaso da quella musica e riscopre le sue radici, sotto i cieli africani. E quando deve spiegare perché questo disco “ha spaccato”, come direbbero oggi gli adolescenti, Paul Simon è disarmante: “Questo non è un album che dice ‘che terribile male c’è qui’; è un album che dice ‘che incredibile bellezza c’è qui’”.Così il piccolo grande musicista del Queens ci ricorda da dove ripartire. “Tutto il resto — come cantava Jannacci — è brutta musica fatta solamente con la batteria”. Esperti e critici se ne rendono conto ?

concludo  con queste   bellissime parole    della responsabile  di questa  pagina  dedicata  alle  vittime  dim questa  tragedia   facebook   
e o peggio ancora sui genitori oltre a non aiutare la causa, denota una grande mancanza di sensibilità. Vi ricordo che qui, è pieno di genitori di ragazzi presenti quella sera alla Lanterna. Per cui la parola d'ordine deve essere RISPETTO. Rispetto per chi ha vissuto e sta vivendo momenti tragici. Se non potete dare un sostegno, anche solo morale, questo non è il posto per voi.[---]


Commenti

Post popolari in questo blog

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise

MA CHE C’ENTRANO QUESTI CODARDI CON NOI?