non sono solo gli effeminati e gli sfigati che lottano per emancipazione femminile, la storia di Salvatore Morelli autore di "La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale "

Leggo la lettera di Fiorella Soldà a Merlo Francesco merlo su repubblica che


 un maturando di Milano al quale è stato chiesto di commentare il testo di John Stuart Mill sull’asservimento delle donne. Il giovane ha evocato le suffragette e Simone Weil. Bene. Ma c’è un giurista italiano che ben otto anni prima pubblicò “La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale”. L’autore, Salvatore Morelli (1824-1880), fu deputato per quattro legislature nel Collegio di Sessa Aurunca e per quattro volte propose il progetto di legge “Abolizione della schiavitù domestica con la reintegrazione giuridica della donna, accordandole i diritti civili e politici”. Non ottenne risultati. Criticato, sbeffeggiato e trattato con sarcasmo, morì in povertà. Poi...damnatio memoriae.
 La  risposta  di Merlo

Morelli è uno di quei geni italiani che arrivano prima degli altri alla civiltà dei diritti e perciò vengono sbeffeggiati. E quando finalmente gli altri si appropriano delle loro ragioni, nessuno ne risarcisce la memoria. Emilia Sarogni gli ha dedicato una bella biografia.


e  questo articolo     di wikipedia  


Salvatore Morelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jump to navigationJump to search
On. Salvatore Morelli
Morelli Salvatore.jpg

Deputato del Regno d'Italia
LegislatureXXIXIIXIII
Gruppo
parlamentare
socialista
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza

Salvatore Morelli (Carovigno1º maggio 1824 – Pozzuoli22 ottobre 1880) è stato uno scrittoregiornalistapatriota e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Salvatore Morelli nacque il 1º maggio 1824 da Aurora Brandi e Casimiro Morelli, a Carovigno. Intraprese i primi studi di indirizzo classico con l'aiuto di don Felice Sacchi, arciprete di Carovigno e dei canonici Del Buono e De Castro nel seminario di Brindisi. Nel 1840 si trasferì a Napoli per seguire gli studi della facoltà di giurisprudenza all'Università di Napoli. Nella città partenopea frequentò ambienti liberali come il salotto di Maria Giuseppa Guacci e Antonio Nobile[1]. Divenne giornalista e si affiliò alla «Giovine Italia» fondata da Mazzini.

Di idee libertarie e mazziniane, nel 1848 a Brindisi entrò nella Guardia Nazionale. Scontò dieci anni di carcere per aver bruciato l'immagine di Ferdinando II nella piazza della città natale. Nel 1851, accusato di cospirazione, venne tradotto nel castello di Ischia, prigione per i detenuti politici, dove subì una falsa fucilazione, venne torturato e vide i suoi libri bruciati. Terminò il primo lungo periodo di prigionia sull'isola di Ventotene. Qui esaltò la sfortunata spedizione di Carlo Pisacane a Sapri. Cadde ancora una volta nelle maglie della giustizia borbonica. A Ventotene salvò tre bambini dall'annegamento e per questo ricevette la grazia, che però rifiutò passandola ad un altro detenuto, padre di numerosi figli. Inviato a Lecce nel 1858 a soggiorno obbligato, si guadagnò da vivere come istitutore dei figli di un farmacista della città. Nel gennaio 1860 fu di nuovo imprigionato per alcuni mesi, avendo rifiutato un incontro con Francesco II.

Uscito dal carcere al crollo del regime borbonico[2], fondò a Lecce, alla fine del 1860, la rivista mazziniana, ispirata alla figura di GaribaldiIl Dittatore. Sul giornale, Morelli evidenziava le colpevoli negligenze del nuovo governo nazionale e illustrava le riforme, a suo avviso, più urgenti: decentramento, snellezza burocratica e istruzione del popolo.

Nel 1861 fu pubblicata la sua opera più importante, seconda edizione nel 1862, terza edizione nel 1869, dal titolo definitivo La donna e la scienza o la soluzione del problema sociale [3], anticipatrice dell'emancipazione femminile, otto anni prima del libro di John Stuart Mill La servitù delle donne. Il libro di Salvatore Morelli venne tradotto in francese a Bruxelles e in inglese a Londra.

Trasferitosi a Napoli, scrisse sul giornale dei razionalisti Il libero pensieroMassone, fu con Federico CampanellaDomenico Angherà ed altri esponenti della corrente massonica democratica, tra i rappresentanti maschili nelle logge di adozione[4].

Fu deputato nel collegio di Sessa Aurunca per quattro legislature, dal 1867 al 1880. Nel 1867 presentò, primo in Europa, un progetto di legge dal titolo "Abolizione della schiavitù domestica con la reintegrazione giuridica della donna, accordando alla donna i diritti civili e politici" per la parità della donna con l'uomo, forte risposta al Codice civile italiano del 1865, che sottometteva la donna all'autorizzazione maritale, facendone una minorenne a vita. Negli anni 1874-1875 propose un nuovo diritto di famiglia, con cento anni di anticipo rispetto a quello approvato solo nel 1975, che prevedeva l'eguaglianza dei coniugi nel matrimonio, ma anche il doppio cognome, i diritti dei figli illegittimi e il divorzio. Nel 1875 presentò, con un apposito disegno di legge, la richiesta del diritto di voto per le donne. Fra le sue proposte, anche l'istituzione della cremazione, l'abolizione dell'insegnamento religioso nelle scuole pubbliche e l'istituzione di una Società delle Nazioni, per preservare la pace nel mondo.

Nessuna di queste leggi venne presa in considerazione, però, nel 1877 il Parlamento italiano approvò il suo progetto di legge, "legge Morelli n. 4176 del 9 dicembre 1877", per riconoscere alle donne il diritto di essere testimoni negli atti normati dal Codice civile, come i testamenti, importante progresso per i risvolti economici e per l'affermazione del principio di capacità giuridica delle donne. Grazie al suo impegno, le ragazze furono ammesse a frequentare i primi due anni del Ginnasio. Propose un'istruzione moderna, gratuita e obbligatoria per tutti, tutelò i deboli, lottò contro la pena di morte. Si batté, inoltre, contro la Legge delle Guarentigie (garanzie concesse al papa pari a quelle previste per un Capo di Stato straniero, con la differenza che il primo è a totale carico del contribuente italiano).

Morì in miseria, non esistendo allora l'indennità parlamentare[5], nella camera di una piccola locanda di Pozzuoli. Le emancipatrici statunitensi scrissero che era morto il più grande difensore dei diritti delle donne nel mondo.

mi hanno  arricchito    culturalmente   non si finisce   mai d'imparare  ed 'apprendere cose  nuove   . Soprattutto    ritengo ancora   valido i suo pensiero  . Infatti egli  era   

da   https://www.treccani.it/enciclopedia/salvatore-morelli_(Dizionario-Biografico)/

[ .... ] Profondamente convinto dell’uguaglianza tra i sessi che trovava fondamento nella comune personalità umana, Morelli pose l’accento sul ruolo pedagogico delle donne, con gli accenti tipici della cultura romantica: le donne parlavano al cuore della famiglia, erano meno logorate dalla corruzione del potere e avrebbero promosso il rinnovamento sociale. Nella sua prospettiva, l’uguaglianza dei diritti non avrebbe certo cancellato le specifiche virtù naturali legate all’esperienza della maternità. [.... ] 


lezione     che noi tutti  dovremo fare  nostra  

Commenti

Post popolari in questo blog

s-come-selen-sposa-s-come-sara-sex due destini che s'incrociano

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise