18.2.18

storie d'altri tempi . le persone di colore rapressentanti ancora come scimmie ., un medico a cavallo ., la candidata senza volto: in corsa Piera Aiello, testimone di giustizia, l'italia terra di deportazione ? il caso di Tony Driver, la storia del tassista condannato a tornare dagli Usa a Bari dopo quarant'anni


storie  tratte  da  repubblica.it 


Nelle Langhe il medico che si sposta a cavallo: "Faccio prima, e a volte la presenza di un animale 
aiuta i malati




Roberto Anfosso lavora in una Asl del Cuneese e monta da quand'era ragazzino. Nelle bisacce c'è tutto quel che serve  di GRETA DI MARIA


Il dottore arriva al galoppo. Roberto Anfosso, medico di base della Asl Cn2, 63 anni, si prende cura del suo cavallo, lo pulisce, prepara la bardatura. Se arriva la chiamata, monta in sella e corre dal paziente attraverso le campagne di Verduno, in provincia di Cuneo. Vino, nocciole, aspettative di vita molto alte rispetto alla media italiana.
Anfosso sembra un medico d'altri tempi, da romanzo dell'Ottocento. Ha sistemato ai lati della sella due bisacce con l’occorrente per le visite: dallo stetoscopio al misuratore di pressione, ai medicinali, ai fogli per le impegnative. Visita persone che hanno in media 70 anni, qualcuno anche over 100. Racconta che il cavallo è il suo mezzo preferito per le visite non urgenti e di routine, tipo il controllo della pressione, un'influenza, il monitoraggio del diabete. "Ogni settimana percorro da ottanta a cento chilometri a cavallo - spiega Anfosso - nei primi tre anni ho fatto circa mille visite, ora ho smesso di contarle. Sono diventate troppe". l dottore monta da quando aveva 14 anni, quando l'asma lo costrinse a rinunciare al calcio. Ma la sua prima visita a cavallo arrivò per caso, in un pomeriggio, mentre era in sella per diletto. "Quando sono arrivato, il paziente mi ha guardato in modo strano, era sorprewso, non mi ha lasciato entrare". Ma Anfosso ritiene che il suo insolito modo di visitare abbia un impatto positivo sui pazienti. "Quando un medico arriva a cavallo, il malato sente che il dottore ha più tempo da dedicargli. Si crea una relazione speciale, molto umana, meno istituzionale".

Un altro aspetto positivo, è che "le persone anziane, in particolare, si concentrano troppo
sui loro problemi e il cavallo riesce a distrarle: se una visita dura venti minuti, ne passano dieci a parlare del cavallo, dei loro ricordi. Molto spesso - continua Anfosso - ti offrono cibo e vino, perché qui quasi tutti sono produttori. Stappano una bottiglia e non puoi dire di no, significherebbe rifiutare l'ospitalità e i frutti del loro lavoro". Una storia fuori dal comune tanto che l'agenzia Agence France Presse ha voluto dedicargli un fotoreportage.
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Il Lunar Gala Show è il varietà più seguito al mondo con centinaia di milioni di spettatori. Quest'anno ha fatto molto discutere una scenetta nella quale un'attrice con viso e braccia colorate di nero e un abbondante di dietro finto è salita sul palco per impersonare la madre di una ragazza africana che vuole studiare in Cina e che afferma: "Voglio essere come il popolo cinese e lavorare sodo". La caricatura, affiancata da un attore vestito da scimmia, ha diviso il pubblico. In molti hanno definito la scena 'imbarazzante' e sui media internazionali lo sketch è stato tacciato di razzismo.



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Sul "santino" elettorale ci sono soltanto il nome e il cognome: Piera Aiello. 
In lizza a Marsala (Trapani) per il collegio uninominale della Camera, per il Movimento 5 stelle, c'è una candidata senza volto. Da quando 26 anni fa denunciò gli affari mafiosi della famiglia di suo marito, vive in una località protetta sotto un'altra identità. Il suo viso non può essere fotografato né ripreso.


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L'incredibile storia di Pasquale Donatone diventa un documentario. Emigrato negli Usa quarant'anni fa è costretto a rientrare a Bari per 10 anni.
 E' la condanna inflitta da un giudice statunitense che lo ha giudicato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Negli States Pasquale diventa un tassista e si fa chiamare Tony: nel 2014 viene scoperto dalla polizia mentre trasporta cittadini messicani oltre il confine Usa. E qui comincia la sua disavventura che lo porterà a vivere in una grotta a Polignano a Mare come un eremita. Fino all'incontro col regista Ascanio Petrini che decide di girare Tony Driver, un deportato al contrario. Un documentario prodotto dalla Rabid film (di Antonella Gaeta e Paolo Russo) 


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