Da qualche settimana è uscito il nuovo libro del filosofo
impertinente dal titolo evocativo “Altro e altrove”. Ho intervistato Cristian
per comprendere alcuni punti da lui affrontati nel testo.
1) Cos’è per te l’altrove? La tua concezione assomiglia più all'altrove
raccontato in Martin Mystère oppure allo Studio degli Stati di Coscienza (http://www.ecn.org/sissc/altrove.html#7s8d6f87) ?
«Il titolo del libro è ben spiegato nell’omonimo capitolo e
non ha alcun rapporto con Martin Mystère o con lo studio degli stati di
coscienza da te citati. Per tale motivo non vorrei bruciare la curiosità del
lettore palesandogli, d'emblée, il significato. L’altrove è un luogo che ci
trasporta in una dimensione, per l’appunto, altra da quella in cui viviamo. Una
realtà esistente che però si scontra con la percezione del reale nel nostro
vivere quotidiano. Chi ha una sensibilità spiccata finisce per alienarsi da
tutto e tutti a causa di un contesto sociale che vuole sempre più foraggiare la
massa ed estromettere l’individuo».
2) La tolleranza
ha solo un lato negativo
oppure ha qualche
aspetto positivo? Mi
sovviene il protagonista del film
“Il vento fa il suo giro” di Giorgio Diritti che dice :
<< Se tu devi tollerare qualcuno non c'è il senso di uguaglianza>>
!
«Non ho visto il film di Diritti ma devo dire che sposo in
pieno quanto espresso dal protagonista della pellicola. Il concetto di
tolleranza ha una storia importante ma col tempo tutto si è trasformato. Trovo aberrante l’idea di un essere umano che
sopporta qualcuno. È il fallimento dell’idea di umanità e di uguaglianza.
Nessuno deve tollerare gli altri ma capirli, o per lo meno sforzarsi di
comprenderli rispettandone le differenze. Io preferisco il termine rispetto
alla parola tolleranza. Come diceva James Hillman: ‘Siamo qui non per capire
tutto, ma per apprezzare quello che c’è”.
3) Tu definisci fantomatiche le teorie gender. A questo
punto la domanda sorge spontanea: il gender
esiste o no?
«Il termine gender deriva dalla lingua inglese e significa
genere. Possiamo parlare di gender gap,
di studi di genere etc., ma non certamente di una ideologia insegnata a
scuola per influenzare i bambini. Agitare lo spauracchio di una ideologia
inesistente serve a confondere l’opinione pubblica sui motivi reali che si
celano dietro il sorgere di certi inquietanti movimenti neofascisti. Chi parla
di teorie gender con tono apocalittico solitamente appartiene a dei gruppi
fondamentalisti di matrice cattolica o a partiti politici di estrema destra.
L’interesse di costoro è proprio quello di delegittimare il riconoscimento dei
diritti civili e contrastare la piena integrazione delle persone omosessuali
nella nostra società. Purtroppo anche il papa ha generato confusione sulla
questione con la sua dichiarazione pubblica dell’aprile 2015. Questa è una
battaglia che la Chiesa porta avanti senza affrontarla nel merito. Esistono
persone confuse e disinformate che si sono scagliate perfino contro il cartone
animato Lady Oscar. Per tale motivo ho deciso di incentrare il capitolo su
Oscar François de Jarjayes».
4) Se la religione è
un inganno allora perché la maggior parte delle persone crede in un Dio anche
se in modo diverso?
«Credere in una o più divinità fa parte dell’essere umano.
La nostra paura di morire ci spinge a ricercare dei significati che non
troviamo nella realtà tangibile. Da non credente non ho mai pensato alla
religione come un problema da risolvere per poi disfarmene. Io personalmente
posso vivere benissimo senza religione, ma non la stragrande maggioranza della
popolazione. Mi preoccupano, invece, le istituzioni religiose che si dichiarano
rappresentanti terreni di un Dio ed elaborano poi apparati finanziari molto
sofisticati e dannosi. Il loro potere si nutre dei diktat morali basati su
libri che non hanno alcun fondamento scientifico e causano, in tal modo,
l’infelicità dei propri fedeli».
5) Rimedio alle fake
news?
«Per affrontare la problematica delle fake news ho
utilizzato la canzone di Francesco Gabbani. Il rimedio non si trova certamente
in una censura avallata dallo Stato, ma certamente in una maggiore
consapevolezza del lettore riguardo la fonte che divulga la notizia-bufala.
Purtroppo anche in campagna elettorale assistiamo costantemente al trionfo
delle notizie farlocche. Si sa già in anticipo che gran parte delle promesse
elettorali non verranno mantenute dopo l’elezione. Inoltre certe promesse
somigliano a vere e proprie minacce a determinati risvolti democratici già
affermati. Il mio invito è quello di documentarsi e di consultare più fonti prima
di credere alla notizia. Un popolo disperato è disposto a credere a tutto, ma
non c’è peggiore affronto nel giocare con la disperazione degli elettori. Vi
invito soprattutto a non credere molto a chi promette mari e monti. Come recita
il detto popolare: Troppo fumo equivale a niente arrosto!».
Giuseppe Scano
Nessun commento:
Posta un commento