Primi regali di Natale 20021 Murder Ballads di Micole Arianna Beltramini e Daniele Serra

lo  so che  non si dovrebbero aprire  i  regali di natale   . Ma  in questo  caso si tratta    di un  desiderata   ovvero uno di quelli che  ,  come    si faceva    da  bambino  si  chiedevano  con le   lettere  a  babbo  natale  \  Gesù bambino  . 
E  poi la  curiosità   che mi ha spinto ad aprirlo e divorarlo subito  è  stata  tanta   visto  che :  1)   avevo    già assistito  (  ne  trovate sotto  delle  foto  da me  scattate     )     a fine  ottobre , il 28 ottobre per essere più precisi ,    alla presentazione con gli autori  a tempio Pausania  organizzata  dalla  libreria  Ubix  ex  Max88  .  2)   avevo letto le  ottimi recensioni     e  visto interessanti servizi  in  tv  in particolare  quello della  trasmissione  letteraria   Petrarca di rai  tre  .



 




In esso si respira la stessa atmosfera di From Hell di Alan Moore. Forse perché la realtà, quando diventa incubo, è la cosa più potente che si possa raccontare. Fa paura, come è giusto che sia. Inquieta, come a volte ne abbiamo bisogno. Bellissimo. IL libro anzi meglio il graphic  novel    in questione  è    Murder Ballads, una antologia di racconti scritti da Micol Arianna Beltramini (  secondo me  Last Goodbye. Un tributo a Jeff Buckley  ) e disegnati da Daniele Serra (Seraphim’s Hellraiser Anthology, Fidati è amore).L'approccio di questo volume italiano è molto interessante per la notevole cura che il progetto rivela sotto ogni aspetto. Infatti   ad  ogni ballad  c'è   un  breve    ma molto  dettagliato testo introduttivo   che  ne  anticipa lo sviluppo .I due autori, con colori intensi e atmosfere suggestive, reinterpretano racconti narrati nelle cosiddette “murder ballad”, brani di un sottogenere della ballata basati su fatti di cronaca particolarmente cruenti, che restano impressi nella memoria collettiva anche grazie al loro adattamento musicale o letterario/cinematografico 

Nella musica contemporanea un esempio del genere sta nell’album Murder Ballads di Nick Cave & The Bad Seeds, noto in particolare per la canzone Where The Wild Roses Grow, interpretata insieme a Kylie Minogue.   Ne  cinema il film  Small  town Murder  song   del 2011  o  Yara  film di Marco Tullio Giordana uscito al cinema il 18 ottobre 2021, prodotto da Taodue e distribuito da Netflix da  novembre  .  Ma  non divaghiamo  , ritorniamo   all'opera  in questione  . Essa  è  un  volume  \    libro  bellissimo    intenso ,  molto onirico e  gotico  . Infatti gli adattamenti a fumetti raccolti in questo volume non si limitano a raccontare gli eventi narrati nelle ballad  scelte  , ma li trasformano in storie intrecciate che giocano tra passato e futuro, caso e destino, azioni malvagie e orribili conseguenze delle stesse. Infatti  concordo con quanto  dice   su  https://www.amazon.it/Murder-ballads-Micol-Arianna-Beltramini/dp/8804742100


Emanuela A. Imineo

5,0 su 5 stelle Dal blog Il mondo di sopra Recensito in Italia il 26 ottobre 2021
[...] cosa si può dire di un qualcosa di così immenso e allo stesso tempo così tagliente come una lama che affonda nella carne?
Murder Ballads è una graphic novel che racconta storie fredde e abissali; storie che sfiorano la leggenda su episodi realmente accaduti dove l'oscurità non aleggia soltanto nell'aria ma nella stessa anima.
Oscar Ink della Mondadori trascina il lettore in un vortice di dolore e sangue dove le storie diventano cicatrici sulla pelle, dove il dolore si vive completamente e dove le immagini rimangono impresse nella mente sia per i colori cupi, sia per quella matita così minuziosamente dettagliata.
Le storie di Murder Ballards si vivono e non si leggono soltanto. Gli autori rendono completamente viva l'opera dove, questa creatura mostruosa, non lascerà andare il lettore se non arrivati alla parola fine.
Ogni storia così ricca di dettagli, incanta con la morte e scaraventa il lettore fuori dalla propria comfort zone lasciando immobili davanti non soltanto alla cruda realtà ma alla stessa delicatezza con cui gli autori riescono ad affrontare il tutto.
Una graphic novel che toglie il fiato; una graphic novel che respira e, allo stesso tempo, non lascia scampo.


Andiamo adesso ad  analizzarlo    sviscerarlo storia   per  storia  


La prima, 
"Babes in the woods",Bambini nel bosco, nasce come filastrocca per bambini e si trasforma in disturbante ninna nanna; è fonte di ispirazione per Hansel e Gretel è il nome di archivio di quattro omicidi che hanno come comun denominatore i bambini e il bosco.



La  meno   sanguinolenta   dal punto di  vista  esplicito ma  non per  questo   essente  da   atmosfere gotiche  e noir    come  si vede anche  nei  disegni     sublimi di  Daniele      che  sembrano uscita  da  una  fiaba   \  racconto   dell'est  Europa  in particolare   della  ex  Urss. Infatti   essa   è un racconto tradizionale per bambini di fine '500, secondo un diffuso archetipo della fiaba che ritorna in numerosissime fiabe: i bambini abbandonati nel bosco da un esecutore che non si decide a ucciderli.
Tale  storia resa particolarmente angosciante dal tema infantile, è resa tramite il disegno a matita, in un bianco e nero sfumato di grande potenza evocativa, perfetto a rendere l'essenza di una foresta immersa in brume inquietanti. La storia procede per grandi splash pages, su cui domina l'intrico degli alberi della foresta, in un groviglio di segni impeccabile, volutamente soffocante, fino alla cupa chiusura che collega la leggenda originaria ad altri casi purtroppo reali, e chiude con l'inserimento a colori di una macchia di sangue rosso che va a sporcare l'ultima tavola.

la seconda storia, Giù al fiume, contiene l’adattamento delle ballad Knoxville Girl e Omie Wise, entrambe basate su femminicidi: giovani donne massacrate e gettate nel fiume dai loro seduttori, che non volendo sposarle decidono di sbarazzarsi dei loro corpi. Un killer che sembra rappresentare hannibal del il silenzio degli innocenti .
Proprio  co essa  ci si sposta   su un campo sempre di tragica attualità, il femminicidio, purtroppo un tema molto diffuso nelle Murder Ballads, narrato a partire dalla rielaborazione dei fatti di Knoxville Girl
da https://www.drcommodore.it/


(e altre ballate), risalenti al 1683.  « La scelta è --  come fa  notare  questa  bellissima   recensione    da  cui  ho preso  le  foto  eccetto la seconda e la  quarta    scattate  da me    di  https://fumettismi.blogspot.com/-- quella di inserire qui il colore, nelle modalità di un acquerello che parte dai toni seppiati delle sequenze iniziali per approdare al blu acquoso delle scene cruciali, dove - anche qui - il rosso del sangue viene a trionfare. L'acquerello qui è assolutamente dominante, non limitato in alcun modo dalla linea di contorno, all'opposto della storia precedente dove spiccava invece segno a matita spiccava per l'assenza dell'usuale ripasso a china e del colore.»
Infatti   ogni storia, di qui in poi, avrà la particolarità di una diversa scelta rispetto alle tecniche di colorazione e disegno, che pare affatto casuale ma invece , ogni volta perfettamente congeniale alla narrazione di quel preciso ambito delittuoso.
E poi non rimase nessuno, la terza storia, è la trasposizione quasi filmica di uno dei massacri più terrificanti dello scorso millennio: Charles Lawson, padre di sei figli, porta la sua famiglia in città a comprare vestiti nuovi e a fare una foto; il giorno di Natale li massacra tutti tranne uno, e poi si spara in testa. 
Bellissima la scelta stilistica e grafica e quindi ancora una differente modalità visiva.
 Qui da quel poco che so , non avendo fatto studi artistici  ma un semplice esame di storia dell'arte , Il disegno m'appare nel più consueto bianco e nero chinato, con un riempimento con un singolo tono di grigio per un risultato che pare rimandare sia alle vecchie fotografie, al vecchio cinema, che funziona nuovamente bene con questa storia con cui ci spostiamo, in modo centrale, verso una narrazione relativamente "più moderna" ( negli altri casi, benché la storia principale fungesse da spunto per inserire poi altre ballad simili, a dimostrare la ricorrenza di questi archetipi nella realtà e nell'immaginario, si partiva da ballad antiche, con radici medioevali, quando questo immaginario si consolida). Infatti La terribile vicenda della famiglia Lawson ci porta invece agli anni '30 del Novecento, in quella disperante campagna statunitense da American Gothic su cui si sta per abbattere la Grande Depressione narrata da Steinbeck



 A questo scorcio di inquietudini note, qui declinate in una chiave particolarmente cupa, si aggiunge qui il tema della spettacolarizzazione dell'orrore, un elemento tipico della modernità novecentesca. Anche qui, permane la scelta dell'inserto rosso su uno sfondo monocromatico
(o su una scelta di campiture di colore uniformi, come nel blu della seconda storia), secondo una tecnica che è frequente nel cinema e nel fumetto (la Sin City di Miller) ma che qui, in modo interessante, viene applicata in modo differente su ogni storia, stante la differente scelta coloristica di partenza. A farne da colonna sonora è la bellissima canzone di cui trovate sotto il video ( in realtà è un salmo ed è davvero la citazione di questo salmo che c'è sulla tomba dei lawson come testimonia la foto che riporto   sopra  a sinistra lasciatami dall'autrice in un commento sulla mia bacheca di Facebook ) nel finale del racconto


                                                        

Un  Racconto   triste  ma allo stesso tempo pieno     di speranza  per tutte le  donne in fuga  ( reale  o immaginaria   ) dai femminicidi o da  un amore   malato 

La quarta storia, "Brigantesse si muore", si  passa a un puro bianco e nero con netti contrasti, ma l'elemento del rosso interviene in un modo ancora diverso, come si vede nella tavola sopra, mescolandosi all'inchiostro nero quando si deve sottolineare, come al solito, l'elemento cruento tipico di questo tipo di opera. Il focus in questo caso è italiano, sul brigantaggio meridionale postunitario, e in particolare, questa volta, sulle figure di brigantesse, spesso anch'esse al centro di ballate popolari di fine sfortunata come i loro omologhi maschili. L'oppressione della repressione dello stato unitario si unisce qui alla marginalità ottocentesca (e ancora attuale, purtroppo😢🙄) della figura femminile, con una maggiore coerenza tematica con l'argomento di fondo del volume, che pur includendo anche vittime maschili si focalizza soprattutto su una femminilità schiacciata e oppressa, di cui le Ballads si fanno voce dolente nel sentire popolare. In essa s'affronta il tema del brigantaggio in Italia dal punto di vista delle compagne dei briganti: libere, indomabili, capaci di atti di amore e di vendetta atroci. Senza dimenticare, poi, tutte quelle donne di modesta estrazione sociale che, per sfuggire ad una vita grama, di stenti e di inenarrabili patimenti fisici e morali, presero la risoluzione di seguire i loro uomini, ma  anche  non  , dandosi alla macchia e mettendosi, di fatto, nel bel mezzo di una strada pericolosa e, il più delle volte, senza ritorno. Inoltre  secondo  https://www.cdsconlus.it/index.php/2016/09/30/le-brigantesse-drude-o-eroine/

Molte di esse, poi, non furono brigantesse ma soltanto mogli, compagne, amanti di uomini che avevano deciso di combattere gli ‘invasori’ nordisti. Un dramma nel dramma, dunque, consumatosi nell’indifferenza, nel silenzio e nel disprezzo. La storia, infatti, come sempre scritta dai vincitori, con un’energica sbianchettata, ha cancellato quasi completamente queste tragiche e dolorose vicende, limitandosi a fare di tutta l’erba un fascio. E così quelle tante donne sono diventate ‘drude’, ossia prostituite, concubine, femmine di malaffare e da bordello, additate al pubblico ludibrio e alla più feroce esecrazione.

Infatti  la narrazione   di  questo  graphic novel   smonta     tale  preconcetto    .  Una delle  mie  preferite  soprattutto  per il finale   e per  il modo     con  cui  Daniele  serra    ritrae  Michelina De Cesare, 



una delle pochissime "brigantesse" uccise in combattimento:  di  cui la  foto   sotto   al centro    presa  da http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/Brigantesse4.htm


da http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Briganti/Brigantesse4.htm


scattatale dopo la morte, mette in evidenza lo scempio fatto sul suo cadavere. Nelle macabre fattezze di Michelina, sconvolte dalla violenza,  rappresentate in maniera  sublime     dal  disegno  di Serra      vedi sopra   si può leggere,  allo stessa  maniera  dell'originale  ,  tutto il dramma e le sofferenze dei contadini del Mezzogiorno .                                    

 La quinta    ed  ultima  (   peccato     mi ci stavo  affezionando 😢🤣 )  storia, Solo un giorno come le rose, reinterpreta la canzone di marinella   di De Andrè    senza la  classica  retorica  della  mitizzazione e santificazione   agiografica   che caratterizza  la stessa  figura    di   de  Andrè  e  i  Cantautori   degli anni 60\70 con preziose illustrazioni che ricordano  le fiabe russe  ma  anche  le  classiche incisioni   miniate   dei monasteri medievali   La canzone di Marinella di De André, affiancandola alla storia della vera Marinella: Mary Pirimpò, giovane prostituta milanese assassinata e gettata nel fiume   forse   perché sapeva troppo o   per   un  rapporto con un cliente  sadico    finito male  .

Il   ritorno     di  Daniele   a un bianco e nero a mezza tinta (che torna a richiamare l'elemento fotografico, o forse di fotogramma filmico  o meglio  da  giornale      rosa     \  da  parrucchieri come  dice    Faber  in una storia sbagliata  ), squarciato però da ampi riquadri in splash page, come miniature medioevali che contrappuntano con la storia del sogno romanzesco la storia prosaica della realtà, quella trasposta da De André in Marinella: Mary Pirimpò, giovane prostituta milanese assassinata e gettata nel fiume. Il rosso non appare questa volta inserito nelle tavole in bianco e nero, perché è presente, in mezzo agli altri colori, nelle grandi tavole colorate di gusto gotico, o forse ancora meglio romanticamente neogotico. Da notare  inoltre  , in modo metanarrativo, la giovane prostituta legge avidamente i fotoromanzi (i fumetti fotografici esplosi negli anni '40 / '50) che offrivano un sogno di evasione in quella dura Italia dell'immediato secondo dopoguerra, leggendo le vicende romanzate dei Promessi Sposi, così lontane dalle sue ben più prosaiche, realistiche e terribili. Alla minaccia di Don Rodrigo - o del Griso, su cui fantastica Mary - non si oppone in questo caso una Divina Provvidenza che la salvi come la purissima, astratta Lucia Mondella.


Concludo  questa  mia recensione  condividendo in pieno quella del già citato https://fumettismi.blogspot.com/



 [...] Ci è parso utile mettere in evidenza soprattutto questa raffinata costruzione simbolica, che usa ottimamente lo specifico del fumetto (in questo caso, le scelte del colore, e l'uso di un colore simbolico come leitmotiv) in modo originale e brillante.
Naturalmente, è giusto rimarcare ulteriormente, come dicevamo all'inizio, la particolare riuscita dell'opera nel suo complesso, grazie a un affiatamento artistico che si intuisce particolarmente riuscito tra i due autori.
I testi di Beltramini sono essenziali, come si confà all'evocazione dell'essenzialità della parola lirica della ballata, ma intagliati con particolare cura e perfettamente inseriti nell'ideazione della narrazione per immagini. Al contempo, lasciano pienamente spazio alla interpretazione visiva di Serra, la cui abilità magistrale viene bene messa in luce dal gioco di variazioni che abbiamo detto (le quali, tuttavia, come abbiamo cercato di evidenziare, non sono un mero esercizio di stile ma ben congegnate per esaltare lo specifico di ogni storia).
In ogni caso, l'autrice rende ulteriormente ragione delle scelte in brevi testi introduttivi di una pagina, in cui offre al lettore possibili chiavi di lettura, una sintetica contestualizzazione storica, rimandi ad altre ballad o a riletture musicali di quella centrale. [...] 


Insomma, un'opera cupa e neo romantica  \  decadentista  , che ci fa gettare uno sguardo a storie dimenticate dal tempo che è però bene continuare a ricordare, per la loro capacità di parlare all'oggi o anche solo, forse, per intrattenerci melanconicamente e offrire a quelle figure sbiadite l'omaggio del ricordo alvandole  dalla polvere  e dall'oblio  del tempo e della storia  . Storie  che per l'italiano  medio   \  l'opinione pubblica  , sono,   quelle che    i media   chiamano  nazional popolare   sfruttano  per riempire i loro spazi vuoti o nascondere fatti importanti   sono   come  

E' una storia da dimenticare
e' una storia da non raccontare
e' una storia un po' complicata

  In fondo, questo è forse lo scopo delle ballate, e l'incarnazione in fumetto come questo   testimonia la testarda longevità di questa forma di narrazione autenticamente popolare  ripresa  dal duo  Micol -Serra  . Speriamo   di rivederli di  nuovo all'opera   in muder ballads   2 o  qualcosa  di simile 







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