ci sono , beate loro, ancora persone che vedono le istituzioni come punto di riferimento il caso della signora Francesca Bombarda, morta nel marzo scorso lascia quasi 3 milioni d'euro al comune di Torino

 da  https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/12/20/news/


Se ci fossero tante signore Francesca Bombarda, il Comune di Torino probabilmente risolverebbe i suoi problemi di bilancio. È questo il nome della torinese che, prima di morire, ha lasciato in eredità a Palazzo di città ben 2,3 milioni di euro e un appartamento di sei stanze in via Albenga, in zona Stadio Filadelfia. Di lei si sa davvero poco. Aveva 79 anni, i capelli corti e doveva essere stata una bella donna. È venuta a mancare a marzo scorso. Si sentiva molto sola dopo che, anni prima era rimasta vedova. Non aveva figli, né fratelli. Le tenevano compagnia i suoi due cani e qualche amica che frequentava di tanto in tanto.

 


Chi l’ha conosciuta ha avuto l’impressione che fosse una donna amareggiata dalla vita, come se le fosse successo qualcosa di molto brutto, un evento traumatico. Era comunque sempre gentile, vestiva con giacche con ricami in lana e abiti che ricordavano quelli delle contestazioni degli anni Sessanta e non portava gioielli. Credeva che la sua eredità potesse essere utile alla collettività.
Di lei si sa poco. Cosa faceva nella vita e suo marito? La loro casa era modesta, senza alcun lusso, e chi ha conosciuto la signora non immaginava potesse disporre di tale cifra sul conto corrente. Adesso il Comune, appurata l’inesistenza di debiti, accetterà l’eredità e potrà usarla senza alcun vincolo. Di questo si è parlato oggi in commissione comunale Bilancio.
Una commissione a margine della quale la presidente Anna Borasi ha auspicato che si possa dedicare alla signora Bombarda una targa in modo che il suo nome venga ricordato. La vicesindaca Michela Favaro parla di segnale importante di fiducia alle istituzioni: “Il gesto di questa donna è un segno di attaccamento alla città in cui ha vissuto. E' la prova che esistono ancora persone che vedono le istituzioni come punto di riferimento".

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