Il racconto: «Sono un ex violento Agli uomini dico: chiedete aiuto» I maltrattamenti in famiglia, anticamera del femminicidio , poi il percorso di cambiamento al Cam

  Generalmente     quando  si celebra  il  25  novembre     parla  giustamente  delle  violenze  subite  dalle  donne   sia  che    sia   morte  che  sia   sopravvissute  o  scampate   a  tale   situazione   . M  non si parla mai o  raramente  del problema   degli ex   violenti  .  Secondo  me   , da ex stalker   , posso dire   che   e  da qui   oltre  che  d  una politica  di prevenzione  oltre  che  di repressione   bisogna   partire   per   sradicare  tale  fenomeno  


 da  la nuova  Sardegna del  25\11\2022

Sassari
Quattro anni fa ha iniziato il suo percorso di cambiamento al Cam, il Centro di ascolto uomini maltrattanti del Nord Sardegna. Un viaggio alla riscoperta di se stesso, per acquisire consapevolezza degli errori commessi e fare in modo che non si ripetano. Per rispetto della privacy delle persone coinvolte, di lui diremo solo l’iniziale del nome, L.: è un uomo che ha avuto comportamenti violenti nei confronti della sua ex compagna e oggi si rivolge ad altri uomini, invitandoli a chiedere aiuto «perché
da soli non si va da nessuna parte». Perché sta seguendo questo percorso al Cam? «Ho iniziato perché sentivo qualcosa di sbagliato in ciò che facevo, lo ritenevo giustificato dalle circostanze, ma non mi faceva stare bene. Adesso a distanza di alcuni anni continuo perché ritengo che il percorso sia stato proficuo, ma non mi sento fuori pericolo, ed il confronto con altri uomini e le operatrici del Cam mi rende più facile rimanere focalizzato e lucido. A volte gli incontri periodici sono emotivamente molto difficili ma quando vado via sono sempre felice di averne fatto parte». Parli della sua “vita” precedente, descriva quali erano i suoi comportamenti e nei confronti di chi manifestava violenza fisica, psicologica o di entrambi i tipi. «Ero violento fisicamente con la mia compagna, lo sono stato direttamente in tre occasioni: spingendola, sovrastandola fisicamente ed arrivando ad afferrarla per la gola... molle altre volte, decine di volte, in modo indiretto: spaccando oggetti rovesciando mobili in giro per casa. A distanza di molto tempo dall'inizio del percorso, ho realizzato di aver agito anche con violenza psicologica. Per me è stato molto difficile riconoscerla ed ammetterlo». Perché aveva comportamenti violenti? «Mi sembrava la corretta reazione alle ingiustizie che a mio avviso subivo, era rapido, efficace, l'ho sempre visto fare e l'ho applicato». Ha subito anche lei maltrattamenti nella sua infanzia-adolescenza o durante il percorso scolastico? «Sì ma non paragonabili a quelli che poi ho inflitto». Quando ha capito di avere sbagliato? «La piena consapevolezza l'ho raggiunta solo in uno stadio molto avanzato del percorso. Prima di arrivare al Cam capivo che c'era qualcosa di sbagliato, avrei voluto essere un compagno migliore, ma la volontà di provarci si scontrava con l'abitudine ai comportamenti violenti, con la mancanza di strumenti, con la certezza che il torto che subivo era una cosa inaccettabile a cui ribellarsi». Quando maltrattava, ha mai chiesto aiuto perché voleva smettere? «Sì, ma dopo molti anni. Sentivo che c'era qualcosa di sbagliato ma non riuscivo a trovare alternative. Poi col passare del tempo anche il sentire comune è cambiato, nei media si parlava sempre più spesso di violenza di genere, e a un certo punto capisci che gli uomini violenti di cui parlano non sono solo gli altri ma sei tu». Se potesse tornare indietro che cosa farebbe? «È un'ipotesi a cui non penso più, mi rattrista e mi fa male. Cerco di non sbagliare nel presente». Che cosa si sente di dire a un uomo che usa violenza nei confronti del partner o di qualunque altra persona? «Che dentro di sé probabilmente sa già che il suo comportamento non lo fa star bene se non per pochi attimi. Che da solo non riuscirà a smettere e le cose avranno un'escalation. Che rischia l'incolumità degli altri e la sua libertà. Che sarà difficile e che dovrà vedere cose di sé che lo faranno vergognare. Che potrà tornare ad essere più felice». Che cosa vorrebbe dire a una donna che subisce maltrattamenti o violenze ? «Di essere prudente, di rivolgersi a persone competenti. Lei dovrà seguire un percorso e chi agisce violenza su di lei un altro». Ha potuto chiedere scusa? Se lo ha fatto, è stato perdonato? «Sì, alla mia ex compagna. Ma ripensandoci adesso a distanza di tempo non ero forse pronto a farlo... scusarsi era probabilmente subordinato alla speranza di poter riprendere la relazione. Non so se sono stato perdonato». (si. sa.)

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