se i fumetti sono per bambini come mi dicono i miei perchè li si usa come propaganda ed strumentale della storia ? il fiumetto vergognoso sul Milite Ignoto che il Ministero della Difesa si prepara a distribuire nelle scuole

canzone  consigliata  
 Dio  è morto  -  di Francesco  Guccini 
in particolare  questo  verso : Mi han detto  \che questa mia generazione ormai non crede\
in ciò che spesso han mascherato con la fede\ nei miti eterni della patria o dell'eroe



I fumetti rappresentano, nella storia dei media, l’ultima espressione che può coerentemente essere inscritta nell’universo iconografico delle stampe popolari (…). Il fumetto non nasce come prodotto rivolto ad un pubblico di bambini e ragazzi, anche se saranno loro a determinarne il successo e forse non a caso i suoi primi personaggi celebri sono dei veri e propri enfants terribles: caricature di bambini in eterna lotta con gli adulti. ” [Roberto Farnè, 2002, pp.224-225] dall'articolo "Eccetto Topolino". Il fumetto in Italia durante il regime fascista di Novecento.org E le dittature ed i regimi lo usano come propaganda e di recente per trasmettere un uso ideologico \ srumentale della storia vedere i fumetto su Norma Cossetto "Foiba rossa".

Infatti è  di qualche  giorno fa questa notizia 

Il 4 Novembre e l’incredibile fumetto bellicista della Difesa
Il governo esalta nelle scuole la vittima di un’inutile strage come “sacra salma” che “trionfalmente” giunge “al suo luogo d’eterno riposo”. Stretti dalle professioni di ortodossia (ultraliberista in economia, ultra-atlantista in politica estera) che hanno dovuto sottoscrivere per entrare a Palazzo, gli attuali eredi del fascismo […]

(DI TOMASO MONTANARI – Il Fatto Quotidiano) – Stretti dalle professioni di ortodossia (ultraliberista in economia, ultra-atlantista in politica estera) che hanno dovuto sottoscrivere per entrare a Palazzo, gli attuali eredi del fascismo si accaniscono sulle nostre comuni libertà e sull’immaginario repubblicano. Così, in occasione della giornata delle Forze Armate, il Ministero della Difesa ha rilanciato con evidenza un fumetto dedicato alla storia del Milite Ignoto della Prima guerra mondiale, che – hanno denunciato Antonio Mazzeo e Giulio Cavalli – viene ora anche distribuito in molte scuole del Regno (come direbbe Ignazio Benito). Il fumetto in questione, realizzato nel 2018, è un’incredibile orgia di retorica militarista e nazionalista che si conclude con la solenne affermazione per cui l’Altare della Patria sarebbe “il luogo più sacro per gli italiani: una struttura imponente in cui sono riportati i simboli più sacri della nostra Nazione”.Ora, il vero modo per onorare lo sconosciuto soldato (che sento vicino: se non altro perché potrebbe essere il mio bisnonno Roberto, disperso sul Carso…) che giace in quell’imbarazzante catafalco, sarebbe spiegare alle ragazze e ai ragazzi di oggi l’insensatezza di quella guerra mostruosa e oscena, che papa Benedetto XV definì un’“inutile strage”. Bisognerebbe fare ascoltare in classe i discorsi interventisti del re, dei generali, di D’Annunzio, e poi leggere la pagina in cui George Orwell dice che non riesce a sentire quella retorica “senza sentire sullo sfondo il coro di pernacchie dei milioni di persone normali su cui questi alti sentimenti non esercitano alcuna presa”. E invece il fumetto della Difesa si apre con una tavola a tutta pagina in cui il generale Giulio Dohuet scandisce: “nel giorno in cui la sacra salma trionfalmente giungerà al suo luogo d’eterno riposo, in quel giorni tutta l’Italia deve vibrare all’unisono, in una concorde armonia d’affetti … tutti i cittadini debbono far ala alla via trionfale, unendosi in un unanime senso di elevazione idea nel comune atto di reverenza, verso il figlio e il fratello di tutti, spentosi nella difesa della madre comune”. Un intollerabile pippone di fronte al quale una diciassettenne o un quattordicenne sani di mente non potrebbero che reagire con una salva di scongiuri e, appunto, pernacchie.Il generale Dohuet era un acceso fautore della “straordinaria efficacia dei bombardamenti aerei con esplosivi e gas, capaci di stroncare ogni possibilità di resistenza nemica, materiale e morale”, e fu autore di una “dottrina della guerra aerea che ebbe successo … fino a essere considerata una delle componenti fondamentali dei grandi bombardamenti alleati sulla Germania nazista … e poi della strategia attualissima della guerra atomica” (così il Dizionario Biografico degli Italiani): forse è questa la celebrazione nelle scuole degli “italiani illustri” promessa dal programma elettorale di Fratelli d’Italia. D’altra parte, nella seconda tavola si affaccia l’altro eroe del fumetto, Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon: quadrumviro della Marcia su Roma, ignobile ministro dell’Educazione nazionale di Mussolini, efferato governatore della Somalia italiana, dove “portò i metodi terroristici dello squadrismo fascista” (L. Goglia). Naturalmente il fumetto non racconta tutto questo, si limita ad esaltare il clima di esasperato nazionalismo in cui, poco dopo, si affermò il fascismo: e lo fa senza un solo accenno al baratro che si aprì per responsabilità anche dei protagonisti di quelle tavole. Del resto, l’Ente Editoriale dell’Esercito Italiano ha appena pubblicato un altro fumetto dello stesso autore – Marco Trecalli – che celebra l’ottantesimo anniversario della Battaglia di El Alamein con un titolo terrificante: “Mancò la fortuna, non il valore”. Ricordiamo che quella battaglia – nella quale gli italiani fascisti e i tedeschi nazisti furono sconfitti dagli Alleati – segna le sorti della Seconda guerra mondiale in Africa: e nelle scuole italiane non dovremmo certo celebrare il valore speso a fianco delle truppe di Hitler!
Antonio Mazzeo segnala il clima che accompagna la diffusione scolastica di questa roba: “Da nord a sud si moltiplicano le parate studenti-militari all’ombra dei pennoni con il tricolore per celebrare l’avvio dell’anno scolastico 2022-23: iniziative [compreso il ripetersi dell’alzabandiera] che per modalità, forme e narrazioni sembrano riproporre sempre più i modelli pedagogico-bellicisti del Ventennio fascista”. Nel 1935 una circolare impose l’alzabandiera in tutte le scuole, precisando che “l’alunno incaricato di alzare la bandiera, il migliore in studio e in condotta (…) innalzata la bandiera, … si volgerà verso i camerati sull’attenti e, ad alta voce, col braccio destro nella posizione del saluto romano, darà il comando: ‘Saluto al Re’, al quale i camerati risponderanno ‘Viva il Re’; e quindi ‘Saluto al Duce’, al quale i camerati risponderanno ‘A Noi’”.Merito, alzabandiera, nazionalismo, guerra: bentornati nell’incubo.

Ora  molti voi   si  chiederano  ma  come    _: ti commuovi  davanti  alla   storia     della vicenda del milite  ignoto .

   tanto da     scrivere  bellissime  recensioni  dei  film  :  


e ti  ricordi tuo prozio materno ragazzo   del 1898\99   che  mori  nelle   la guerra delle mine   più precisamente in quella di Monte Cimone se non ricordo male
Ed opra sputi nel piatto dove mangi  


Vero sono cresciuto con il mito della Brigata Sassari e la mia città è stata sede della fondazione del 152 Ma soprattuto perchè fu oltre ad una grande carneficina il primo processo di sprovincializzazione e
d'identità nazionale oltre a completare l'unità d'italia intrapesa con il Risorgimento . No differenzio Patriotismo e Nazionalismo identificandomi con il Primo . Infatti La differenza tra patriottismo e nazionalismo può sembrare a prima vista sottile. In realtà scava un solco profondo tra l'amore verso il proprio territorio e l'odio per tutto ciò che è straniero. Lo spiegano  benissimo e magistralmente  : il politologo Maurizio Viroli in ( foto a destra ) Nazionalisti e patrioti : il  fumetto  La  cura   testo di Francesco  Artibani e   disegni  di Ivo Milazzo   contenuta    in 150° Storie d'Italia. Vol. 1: lungo cammino. Dalla Roma antica alla prima guerra mondiale  che consiglio vivamente .  E  poi se  si  guarda  il  film   La scelta  di maria   nelle  note  finali   ci si rende  conto  che coloro  che   alcuni di coloro    che   curano  l'istituzione   dell'evento il milite  ignoto   furono antifascisti   e  paerteciparono ad    alla resistenza \  guerra  di liberazione       che porto  alla nostra   costituzione  
E  quindi tale patrimonio  di storie  ,  di scelte ,  di morti mandati  a morire vedi i film citati nelle   righe   precedenti  se i nazionalista  ( ma  anche no )  oppure  se sei a 360 gradi e    senza preconcetti   c'è   il  film Uomini contro del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano,  non dev'essere dimenticato perchè la storia del nostro paese fu fatta anche da loro .
Quindi ben vengano tutte le opere artistiche, i fumetti, in questo caso , istituzionali o non, che ricordano tali eventi /storie fondanti della nostra storia nazionale su cui ancora ad un secolo e più di un distanza non abbiamo ed non riusciamo /vogliamo fare i conti ed andare avanti ed ancora alcune sono ancora aperte per il silenzio ed l'oblio imposto dalla guerra fredda ( Le foibe e l'esodo delle ex terre irredenti \ confine orientale ) oltre per forti contrapposizioni ideologiche ( gli anni di Piombo ed tangentopoli , il berlusconismo ) . Ma purché essi non siano usati strumentalmente ideologicamente per raccontare ed esaltare solo una versione di comodo . Siano   quindi  , raccontati a tutto tondo come per  esempio   il secondo film citato nelle righe precedenti che dice alla fine cosa fecero i protagonisti della commissione del milite ignoto ed il loro rapporto con i successivi eventi storici Cosa che è mancata in questo fumetto promosso dal ministero della difesa

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