Veni l’autunnu- Franco battiato
pare decisa a chiudere i conti con l’estate e le sue eventuali code. C’è più di un segno per credere che l’autunno sia arrivato infine. Accumincia ’a scola infatti, molti turisti, stanziali o occasionali, hanno preso la via del ritorno, l’aria si è rinfrescata, non ci sono i riuturi provenienti dal mare ma in essa si coglie unatrama di muffa, lieve ma precisa, di felpe e golfini precipitosamente lasciati da parte e altrettanto precipitosamente ripescati dal fondo di borsoni o d’armadi.
Pure gli alberi della piazza perdono i fogghi ,e non solo: essendo ippocastani lasciano cadere i loro non edibili frutti, le castagne matte o d’india, indispensabili antidoti da tenere in tasca contro i raffreddori che verranno. Vero è che ancora qualche straniero girella per viuzze e piazzette ma non più esibendosi in canottiere talvolta audaci, ventri, non solo maschili, dall’ombelico vagabondo, fondoschiena memorabili benché da ascrivere in opposte categorie. Veni l’autunnu quindi e scura cchiù prestu: non sarà magari oggi ma non manca molto al ritorno dell’ora solare, quando il pomeriggio dovrà lentamente ma inesorabilmente cedere terreno al crepuscolo, alla sera, alla notte. Sarà il momento in cui forse dimenticheremo di esserci tanto lamentati per le file nei negozi, per l’impossibilità di trovare un parcheggio, per il dardeggiare di un basso elettrico oltre la soglia della mezzanotte. E allora, chissà, troveremo magari di che mormorare attorno a questo luogo che l’autunno svuota e addormenta per non dover correre il rischio di guardarci in viso senza niente da dire.
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