1.9.23

Uccisa a fucilate l’orsa Amarena: identificato dai Guardiaparco e denunciato un uomo residente al confine con il Parco naturale dell’Abruzzo

premetto che essendo cresciuto , chi legge il blog dal 2004 anno d'esordio sa di cosa sto parlando e troverà facilmente il post nell'archivio , al tramonto della civiltà contadina degli stazzi affermo che la caccia ad alcune specie come esempio il cinghiale aveva la sua funzione di salvaguardia delle colture ed evitare che essi diventino in il soprannumero causando squilibri nell'ecosistema . Ma ora tale abuso è diventato un abuso .  Infatti è  per 

questo  che  ho  firmato per il referendum  sulla   caccia  . Infatti  il  caso dell'Orsa uccisa lo dimostra.
L'animale Non aveva mai attaccato nessuno, non si era mai mostrata aggressiva o pericolosa, mai un problema o un episodio di pericolosità sociale.
Eppure l’orsa Amarena è stata barbaramente ammazzata a fucilate ieri sera da un individuo
che fatico a definire essere umano, in località San Benedetto dei Marsi, appena fuori dal Parco Nazionale dell’Abruzzo di cui l’orsa, insieme ai suoi cuccioli, era diventata simbolo. Come  

6 h 
[...] In un gesto del genere non c’è nessuna ragione, matrice o movente che non sia pura crudeltà e assenza di qualunque traccia di umanità.Eppure non è un caso isolato, piuttosto il frutto avvelenato di un imbarbarimento generale e, più ancora precisamente, di una campagna d’odio che in questi mesi ha messo sistematicamente nel mirino gli orsi, la cui unica soluzione, nella testa di qualche esaltato, è premere il grilletto di un fucile. Posso solo augurarmi che il responsabile risponda di quello che ha fatto almeno di fronte alla legge, visto che dubito possa farlo davanti alla sua coscienza.

dall'Ansa   

L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco –  denuncia lo stesso ente, che posta anche la foto dell’animale morto – . Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”. Il parco fa anche fatto sapere che il suo personale è impegnato nella ricerca dei due cuccioli per valutare il da farsi.E di “atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione” parla anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “Un atto che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile”, afferma il governatore, sottolineando come “in tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini”. “Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione”, aggiunge Marsilio confidando che “la giustizia faccia il suo corso”. “Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente”, conclude.La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago che negli anni è stata modello di accoglienza per l’orsa e i suoi cuccioli come ricorda l’amministrazione comunale. “La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, scrivono dal Comune condannando l’atto.Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. La stessa sorte di Amarena è toccata il 12 settembre 2014 a un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L’autore dell’episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili.Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell’Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro.




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