regalate a natale l breve saggio dal titolo “Sulle tracce dell’altrove”, il prof Cristian A. Porcino Ferrara, conosciuto come Il filosofo impertinente se volete siegare la filosofia ai vostri figli \e

  tra le  tante  recensioni  che  ho letto sul breve saggio dal titolo “Sulle tracce dell’altrove”, il prof


Cristian A. Porcino Ferrara, conosciuto come Il filosofo impertinente  questa mi sembra  una delle più interessanti  


“Alle medie fu l’incontro con Platone e di conseguenza con Socrate a lenire le mie giovani ferite.I libri mi hanno salvato da una voglia costante di sparire nel nulla. Forse come sostiene Andrè Aciman: “Chi legge lo fa per nascondersi. Per nascondere chi è realmente. E chi si nasconde non sempre si piace”.Con questo breve saggio dal titolo “Sulle tracce dell’altrove”, il prof Cristian A. Porcino Ferrara, conosciutocome Il filosofo impertinente, ci accompagna nei meandri della sua mente e delle sue riflessioni, a partire dall’incontro con l’Antica Sapienza che è la protagonista del primo capitolo e apre il libro.   Come coetanea dell’autore, classe 1981, non ho faticato a riconoscermi  nella descrizione della nostra generazione, cresciuta sicuramente in modo sereno, a pane e Bim Bum Bam, ma dove certi tipi di discorsi inerenti all’educazione sessuale e all’affettività, non si affrontavano in modo specifico o erano del tutto assenti.Ognuno di noi si faceva una propria personale idea su tutta la sfera delle relazioni interpersonali, attingendo a giornalini ben pochi attendibili come il settimanale “Cioè”.C’era molta remore a parlare di certi argomenti in famiglia, meno che mai a scuola. La nostra adolescenza è stata un po’ nebulosa, molti di noi avevano concezioni ingenue e infantili che si sono portati dietro fino all’età adulta; mentre oggi basta un click per farsi un’idea scientifica su qualsiasi argomento, noi che non avevamo né Internet, né i social, vivevamo in una bolla e le nostre amicizie non sconfinano oltre i nostri ristretti ambienti di vita.Non so dire col senno di poi, se questa ristrettezza ci possa aver salvato da tanti pericoli che vedo negli adolescenti di oggi, certamente posso affermare di essere stata felice fino ad un certo momento nella mia bolla, ma di aver poi realizzato di aver vissuto in modo molto limitato.Non era facile per noi capire di avere un problema o semplicemente una diversità e condividerle con gli altri. In un capitolo del saggio l’autore esprime molto bene questa difficoltà, quella che veniva considerata come “devianza dalla norma” non si poteva manifestare, pena la condanna ad una vita da emarginato.In questa solitudine e impossibilità di comunicare con l’altro, l’incontro con la filosofia e la letteratura ha teso una mano al Prof Cristian A. Porcino nel suo cammino di vita e di consapevolezza; autori come Wilde, Rimbaud, Proust, Verlaine, Forster, Pasolini,  gli permisero di accendere un faro  nel fitto e intricato caos dei sentimenti.Il prof. Porcino ci parla inoltre del suo illuminante incontro con il filosofo Manlio Sgalambro, che ha collaborato con Franco Battiato (altro suo idolo insieme a Renato Zero) alla scrittura dei testi di un suo disco, e che ha probabilmente contribuito ad accendere in lui il fuoco per la filosofia.Devo dire che la filosofia è stata anche per me una disciplina piuttosto ammaliante; ricordo di aver letto L’apologia di Socrate a 16 anni e di averla trovata affascinante, così come tutta la teoria Platonica della conoscenza. Inutile dire che anche Renato Zero è stato la colonna sonora di gran parte della mia adolescenza, con canzoni come Marciapiedi, Periferia, Inventi, Sogni di latta o La favola mia.Ma sono molti gli artisti citati nel saggio che non conoscevo e che andrò sicuramente ad approfondire, ad esempio Calum Scott, autore di una canzone dal titolo “No Matter What” che mi ha profondamente commosso.Nel saggio il Professor Cristian A. Porcino ci accompagna sulle tracce dell’altrove trattando anche una serie di altre tematiche sensibili come il corpo esposto, le religiosità tossica, la sessualità, la violenza di genere, e la lotta all’omofobia.Io ringrazio sentitamente il filosofo-impertinente per la fiducia che mi ha accordato affidando proprio a me il suo prezioso saggio.Non è facile parlare di tematiche così personali ed aprirsi ai propri lettori con sincerità, mostrando le proprie fragilità e prendendosi  anche le responsabilità per l’assunzione di prese di posizione forti e coraggiose. Ho letto nella biografia che questo saggio è solo l’ultimo di tanti altri testi pubblicati in passato dall’autore, ad esempio “I cantautori e la filosofia da Battiato a Zero” o “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne”e che credo valga la pena di scoprire.Credo che sia un ottimo libro da regalare e da auto-regalarsi se ci concediamo il lusso di lasciarci prendere per mano e guidare dalle profonde riflessioni filosofiche ed esistenziali disseminate nel saggio dal Professor Cristian A. Porcino Ferrara.

(Serena Bufano)

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