Devi fare la fine di quella di Vigonovo". Quella di Vigonovo è, ovviamente, la povera Giulia Cecchettin, ossia la vittima di un recente fatto di cronaca che avrebbe dovuto smuovere le coscienze di tutti ma evidentemente non è stato così.


ecco perchè il caso di Giulia C è un caso particolare . infatti ha ragione il mio     contatto  Guido Esposito  che     ha commebntato : << In questo caso tocca al figlio educare il padre, cominciando col dirgli: "Papà, sei una merd@!">>


Maria Patanè  10 h  · 



Devi fare la fine di quella di Vigonovo". Quella di Vigonovo è, ovviamente, la povera Giulia Cecchettin, ossia la vittima di un recente fatto di cronaca che avrebbe dovuto smuovere le coscienze di tutti ma evidentemente non è stato così. E la cosa, purtroppo, non sorprende assolutamente. Ne parliamo perchè questa frase, assieme ad altre offese che l'hanno preceduta, sono state pronunciate ad una partita di basket.Ad una partita di basket di ragazzi di 17 anni, arbitrati da una coetanea.La frase è stata pronunciata dal padre di uno dei giocatori durante una partita giocata lo scorso week end in provincia di Padova, proprio a pochi km da Vigonovo.Ad intervenire per cercare di arginare la violenza verbale dell'uomo, è stato il padre dell'arbitra. La Federazione ha offerto tutela e vicinanza all'arbitra e a breve prenderà provvedimenti in merito. Ma non è questo il punto.Di fronte ad un fatto del genere, non dobbiamo indignarci perchè sia avvenuto ad una partita di basket, sport che ci sta tanto a cuore.Dobbiamo indignarci perchè questo orribile episodio sia avvenuto.E perchè, quotidianamente, in ogni ambito sociale, accadono episodi di violenza come questi.Dobbiamo indignarci perchè prima di questa frase, nessuno è intervenuto quando l'uomo aveva già iniziato da diversi minuti ad offendere l'arbitra. Come se fosse normale. Come se fosse una consuetudine radicata nello sport offendere un arbitro.Dobbiamo indignarci perchè, probabilmente, tutto ciò che viene fatto per cercare non solo di migliorare la cultura sportiva, ma soprattutto di arginare l'enorme problema della violenza contro le donne, è gravemente insufficiente.Dobbiamo indignarci perchè questo episodio è lo specchio di una parte della società in cui viviamo. Una società che si auto-assolve al grido di "non siamo tutti così", dimenticandosi del focus del problema: risolverlo.Anche questo episodio, come tutti, creerà scalpore per alcune ore, salvo poi riporlo nel cassetto in attesa del prossimo. Su un campo da basket, in un ufficio, sull'autobus, in discoteca, tra le mura domestiche.Mandiamo un grande abbraccio a questa ragazza sperando possa superare quello che le è accaduto, sperando che non perda la voglia di arbitrare e l'amore per il basket, sperando di garantirle in futuro di vivere le sue passioni in un ambiente migliore grazie all'impegno concreto di tutti.

Da @Parallelecinico su X



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