a Biella un’etichetta indipendente registra solo su analogico ., In Europa c'è un ultimo muro che resiste anche al nuovo millennio, a quasi trent'anni dalla caduta di quello di Berlino. È a Cipro., Lo skate non è un crimine: la storia degli skaters, dalla polizia a Tokyo 2020 ed altre storie .,

 Norec Studio è una sala registrazione per musicisti e gestito da musicisti, completamente analogica. Il tempo, in questo capannone della periferia di Biella trasformato in tempio della musica underground, sembra essersi fermato agli anni ’90: niente computer, la musica viene registrata come una volta su pellicola (e poi trasformata in file), tutto viene gestito con grandi macchinari, "che registrano un suono molto più caldo, di qualità diversa rispetto al digitale", spiegano i ragazzi del collettivo Kono Dischi, etichetta indipendente che ha da poco dato vita allo studio.


Macchinari che hanno una storia da raccontare: tutti di seconda mano, molti arrivano dallo storico Sauna Recording studio di Varese dismesso. Ma il protagonista è il mixer audio, che arriva addirittura dai Nomadi. "Abbiamo visto l'annuncio su internet e quando abbiamo capito che era dei Nomadi è stato bellissimo, è un pezzo di storia italiana - raccontano - Qui diamo nuova vita a macchine di grande qualità, lo facciamo con passione e poesia, e questo suscita molto interesse anche tra i giovani". Perché è vero che oggi tutti in casa possono produrre musica con un computer, "ma farlo con strumenti del genere ha un altro gusto". Un'esperienza, quella di registrare un album facendo un viaggio nel tempo, alla quale per ora partecipano le cinque band dell'etichetta, ma che apriranno a tutti i musicisti interessati


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In questi giorni si ricorda la creazione avvenuta nell'agosto di 60 anni fa del muro di Berlino , ma cisi dimentica che In Europa c'è un ultimo muro che resiste anche al nuovo millennio, a quasi trent'anni dalla caduta di quello di Berlino. È a Cipro, la terza isola del Mediterraneo per grandezza dopo Sicilia e Sardegna e che da 44 anni è divisa in due, con tanto di filo spinato, eserciti contrapposti e check-point militari nei quali è obbligatorio esibire il documento per passare.


Una situazione che dura dal 1974, quando la Turchia invase e occupò un terzo del Paese nella parte settentrionale, costringendo 165mila persone a fuggire dalle loro case e a diventare profughi di guerra. Da quell'anno, l'isola è rimasta divisa lungo la cosiddetta "linea verde", con il governo ufficiale della Repubblica di Cipro a Sud, guidato dai greco-ciprioti, e la sedicente Repubblica turca di Cipro del Nord, guidata dai turco-ciprioti e riconosciuta solo dalla Turchia. In mezzo, l'unica "zona cuscinetto" presidiata dai caschi blu dell'Onu all'interno dell'Unione europea. Una situazione anacronistica che dura ancora oggi, nell'epoca dei social network e in un mondo sempre più interconnesso, e che impedisce alle nuove generazioni di poter finalmente tornare a vivere insieme e in pace nel loro Paese.

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"Skateboarding is not a crime", dicono da sempre gli skaters di tutto il mondo: fare skate non è un crimine. Una frase che riassume decenni di fughe dalla polizia, tavole sequestrate, pomeriggi trascorsi in strada sotto lo sguardo diffidente dei passanti, carenza di strutture e mancata considerazione da parte delle istituzioni.


A sessant'anni dall'apparizione della prima tavola a rotelle lungo le vie della California, lo skateboarding si è emancipato fino a venire ufficialmente riconosciuto come sport olimpico. E anche in Italia, un movimento per molti aspetti clandestino e in qualche momento addirittura proibito, legato a controculture di strada come il punk, il rap, i graffiti e la breakdance, è riuscito col tempo a essere progressivamente accettato dalla società. Un percorso lungo e complicato: dai pionieri che negli anni '80 e '90 skateavano in giro per le città italiane e per questo venivano multati o addirittura arrestati, fino ai giovani skater che oggi hanno sponsorizzazioni anche da stilisti e marchi famosi, viaggiano in tutto il mondo per le gare e sognano un posto alle prossime Olimpiadi. Un viaggio non solo sportivo, perché lo skate non è solo uno sport ma un vero e proprio stile di vita all'insegna della libertà che unisce musica, cultura, arte e voglia di stare assieme: un mondo intero, che gravita intorno a una semplice tavola di legno con quattro ruote.





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